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2008-09-23

Bologna ancora sconfitto 1-0 A Firenze una papera di Antonioli condanna i rossoblu.


Una domanda subito per Daniele Arrigoni. E' possibile, per chi tifa Bologna, sperare di vedere un gioco riconoscibile della propria squadra, senza che venga domenicalmente stravolta la sua fisionomia tecnica e tattica? E' possibile sperare che le due prossime partite interne siano giocate come si deve, senza essere dimessi come contro l'Atalanta e senza ripetere negligenze decisive come contro la Fiorentina? Arrigoni è l'allenatore in carica, ha stragiurato di aver avuto i giocatori richiesti. Ha preparato lungamente la rosa ed ora deve non tanto dare le risposte di cui sopra, quanto realizzare le soluzioni che consentano di superare i tanti problemi che il Bologna ha evidenziato di avere.
La sconfitta con una sola rete di scarto contro i toscani accentua l'amarezza del tifo rossoblu, perché ancora una volta essa è molto più demerito bolognese che altro, visto il gol scaturito da una papera colossale del portiere. Da qui non è tanto importante dire cosa fare quanto appellarsi al tecnico perché eserciti le sue responsabilità, e non cominciamo subito a far ridere l'Italia portando in giro una difesa tanto squinternata. Ma è pure vero che se la difesa piange, l'attacco non ride. Ancora rivisto il suo assetto, Di Vaio quasi trequartista esterno (il ruolo che lo mise in rotta di collisione a Genova con Gasperini, fino ad essere ceduto) non ha combinato nulla e non poteva essere diversamente. Marazzina davanti a tutti in un periodo di scarsa forma non poteva quasi muoversi di fronte alla munita retroguardia viola. Dalle corsie esterne sono arrivati si e no 4-5 palloni, cioè niente, così come anche centralmente sono mancati rifornimenti validi e giocabili.
L'impressione è che simile sintesi delle manovre bolognesi, sempre asfittiche e mancanti di qualcosa, dipenda da due motivi. La non eccelsa qualità degli interpreti e l'assenza di un gioco voluto e preparato, che possa essere espresso dalla squadra almeno in larghi periodi della partita. Tra l'altro, il Bologna è diligente e accorto in certi spezzoni dell'incontro, ma sempre in maniera prevedibile, con scarsa o nulla capacità di graffiare, come ripetesse una lezioncina da compito delle vacanze piuttosto che scrivere in bella copia un difficile compito in classe per puntare ad un bel voto.
Alle corte, se è vero che Arrigoni ha avuto gli uomini che voleva, avrà pure l'opportunità di rimediare in fretta, viste le due partite in casa nei prossimi sette giorni. Una opinione però ci pare doverosa da esprimere. Una squadra che marcia, che gioca e che fa anche punti il più delle volte è una squadra che ha una fisionomia che non cambia assetto domenica per domenica, che si mette in azione in un modo ben riconoscibile e determinati. Prima ci vuole un copione affidabile poi gli interpreti all'altezza, meglio ancora se cambiano poco.
A questo punto non possono non entrare in gioco i capi del Bologna, ovvero i Menarini, padre e figlia. Per loro c'è un ruolo ineludibile: facciamoci sentire dalla squadra. Con energia, con urgenza, togliendo il velo che sembra stendersi sul Bologna, ovvero di una lotta all'ultimo sangue per non retrocedere. Ma come, i Menarini fanno carte false, spendono un 15 milioni di euro circa per essere proprietari unici del Bologna e non si parla altro che di salvezza! E' quasi inaudito che la famiglia sia costretta in una situazione tanto poco qualitativa. Ecco perché si deve muovere subito senza riguardo per nessuno, scongiurando il rischio di restare sempre tra la A e la B, nonché per respingere le valutazioni che non tarderanno a manifestarsi…. "Chi, i Menarini? Sono come gli altri, tutti uguali, il Bologna non riesce mai a cambiare…". Così addio a tutte le aperture di credito e addio ai proclami progettuali. Il tempo per invertire la rotta c'è, ma è maledettamente poco.
|di Vittorio Zerbini - Fonte: www.noirossobluweb.it| - articolo letto 158 volte


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