I rossoneri non falliscono un colpo: battuta l’Inter si prenotano una stagione lusinghiera. Ne conseguono beneficio Lazio e Napoli , per due tifoserie che sognano già in grande.
Dopo la temporanea ma intensa crisi i rossoneri sembrano tornati in tempo per dettar legge in modo spietato. Tre vittorie consecutive (quattro compresa la Uefa Cup) ottenute senza indulgenze non lasciano adito a contraddittori. Il Milan è veramente tornato, dando il giusto seguito ad una rosa troppo buona per non stuzzicare l’appetito di chi è sì iridato in carica ma che in Italia non vince da 4 anni, lasso di tempo considerevole per un team come quello di Berlusconi abituato un tempo a spartirsi la leadership con la Juventus, vincendo a turno gli Scudetti. La vittoria sull’Inter di Mourinho nel derby della Madonnina sancisce una volta per tutte la fine di quella che troppo celermente era stata battezzata come la fine del glorioso ciclo Ancelotti, cui già pareva traballare la panchina, salvo apprestarsi a rinsaldarla con tanto di cemento armato e quanto si presta a non farla più tremare se non in modo impercettibile al tifo rossonero, Berlusconi in primis. Certo, la stracittadina milanese non ha offerto quello spettacolo che ci si attendeva a piene mani. A prevalere sui rispettivi attacchi stellari sono state, infatti, le difese allestite per la serata di gala. (Pagelle delle stelle: Ronaldinho 6 Segna il gol partita, il primo in Italia, ma per il resto gioca praticamente da fermo senza dar vita ad azioni che almeno lontanamente ci ricordino il giocatore del Barcellona. Statico!; Kaka 5,5 Non è la sua serata. L’emblema di come le difese prevalgano regolarmente sugli attacchi. L’unico pregio è l’assist a Rony; Pato 5,5 Annullato; Ibrahimovic 3,5 Non pervenuto; Mancini 5 Opaco; Adriano 5,5 Ha la palla del pareggio ma la spreca. In fase di rodaggio! ). Tuttavia prevalere sulla semiimbattibile armata nerazzurra (finora sgonfiatasi solo in Europa) ha pur sempre un valore non trascurabile. Il big match era un valido banco di prova per entrambi le rappresentative. Esame superato a stento dai rossoneri. Bocciatura piena per i nerazzurri quasi mai apparsi in grado di pungere in avanti, con gli abulici Ibrahimovic, Mancini, Cruz e l’approssimativo Adriano. Se la Beneamata compagine di mourinho vorrà confermarsi in cima al Campionato dovrà cambiare registro. Anche perché non si potrà sempre contare sulla fortuna, finora assistente… qualificata del serpente… Lo stesso discorso vale, seppur in modo ancor più marcato, per la Juventus. La turpe prestazione ribadita contro la Sampdoria la dice lunga sulle concrete possibilità di rimandare l’obiettivo Scudetto. E la sterzata d’orgoglio potrebbe non essere sufficiente a rivitalizzare un team che fatica a segnare se con Amauri. Anche se i legni (2 in altrettante partite per Del Piero) stanno dando una mano nell’affondare la Signora, quasi troppo vecchia per reggere il confronto con le altre contendenti. Battute a parte di quest’andatura zoppicante la Juve dovrà presto congedarsi dalle ambizioni prospettate alla vigilia. E di questa situazione atipica interessante le grandi ne sortiscono beneficio Lazio e Napoli. I biancocelesti s’issano al 1° posto trascinati dal capocannoniere Zarate giunto a 6 gol su 5 match (Angelillo è avvisato…), i partenopei stanno raccogliendo i frutti di un seminato estivo mirato a far risorgere dalle ceneri un team che da oltre un decennio fallisce l’appuntamento con la gloria. Per un torneo che, seppur acerbo, già ne promette delle belle. |di Albertosig| - articolo letto 142 volte