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2008-10-04

Mourinho: "E' solo una questione di metri"


APPIANO GENTILE - Questa la seconda sintesi della conferenza stampa di José Mourinho in vista di Inter-Bologna, anticipo serale della 6^ giornata della Serie A Tim 2008-2009 in programma domani, sabato 4 ottobre 2008, allo stadio "Giuseppe Meazza" in San Siro a Milano (ore 20,30).

Mourinho: in Italia c'è qualcuno che dice che lei attira su di sè le attenzioni per depistarle dalla squadra. Che cosa pensa in merito?

"Ognuno può interpretare le cose come meglio crede. L'ultima cosa che voi potrete aspettarmi da me è che dopo una partita vada dalla stampa per criticare i miei giocatori: non lo farò mai. Dopo una sconfitta o un pareggio non mi nascondo, sarà l'ultima cosa che vedrete da me. Mi piace che i giocatori si sentano protetti, loro sono tranquilli perchè l'uomo da battere sono io, l'antipatico sono io, l'arrogante sono io, l'allenatore senza capacità sono io. Questo per noi è positivo".

Quando la squadra avrà assimilato i suoi metodi pensa che i centrocampisti possano arrivare a segnare di più?

"C'è una cosa impossibile da cambiare: le caratteristiche dei giocatori, queste non si possono cambiare mai. È possibile migliorare o adattare queste caratteristiche ad un determinato tipo di calcio. Ma ci sono caratteristiche che non puoi mai cambiare. Dei nostri giocatori di centrocampo l'unico al quale piace veramente fare da area ad area con inserimenti per arrivare in zona gol e con caratteristiche di fare un pressing uscendo dalla propria posizione, questo è Muntari. Pero, quando noi giochiamo con quattro giocatori davanti, spesso lo facciamo e come minimo ne abbiamo tre, il ruolo per i giocatori di centrocampo è più di controllo posizionale e possesso palla. Questo lavoro credo sia adattato alle caratteristiche dei nostri giocatori".

Mario Balotelli non è nella lista dei convocati, ha qualche problema fisico?

"Sì, conseguenza di un contrasto nell'ultima partita. Ieri non stava bene e oggi non andava ancora molto, molto bene. E a me non piace giocare con calciatori che non sono al 100 per cento".

Dopo la partita con il Werder Brema ha parlato con Massimo Moratti, anche alla luce delle dichiarazioni che il presidente ha rilasciato prima della gara contro i tedeschi? Se sì, che cosa vi siete detti?

"Ho già detto che il presidente ha sempre ragione. Lui può dire cioè che vuole e io non dirò mai se mi piace o meno quello che ha detto o se sono d'accordo o non sono d'accordo. Per me, ha sempre ragione. Poi, se io ho parlato con lui e lui come me e quando l'abbiamo fatto, ti chiedo scusa, ma sono cose nostre".

'Ibra' gioca tantissimo lei lo considera inamovibile: non ci dobbiamo stupire per questo perchè lo svedese è intoccabile?

"Intoccabile no. Intoccabile è solo il club, nessuno più. Zlatan è un giocatore importate, che lavora per la mia squadra. Questo momento non è in un momento dove segna ogni volta che tocca la palla, arriverà il momento che segnerà anche di ginocchio. Ora lavora, crea, tira in porta e fa assist. È vero non segna, ma il calcio è così e io sarò l'ultimo a ritirare la mia fiducia o a chiedergli perchè non ha segnato. Non ha bisogno di turn-over, fisicamente è forte e sta bene e può arrivare stanco alla fine partita. Quest'ultima, tra l'altro, è una cosa che mi piace perchè significa che ha dato tutto quello che aveva nel corpo, nel cuore e nella testa. Due giorni di riposo per un giocatore di primo livello, giovane, ben preparato e senza infortuni, non sono un problema".

Ci può dare qualche indicazione sulla formazione?

"Giocheranno Adriano, Ibrahimovic e uno al posto di Balotelli".

Se le partite resteranno sul pari o sarete costretti a recupare un risultato, metterà sempre in campo quattro o cinque attaccanti?

"Sempre. Se vinciamo tre o quattro partite negli ultimi minuti con questi cambi, perdendone una sola, il saldo sarà sempre positivo. Mettiamo caso che abbiamo tre gare come quella contro il Lecce nelle quali abbiamo guadagnato due punti negli ultimi minuti perchè stavamo pareggiando: se questo succede tre gare durante il campionato sono sei punti in più, se ne perdiamo una che stavamo pareggiando perchè ci sono stati questi cambi è un dramma, ma è solo un punto in meno. Sei meno uno fa cinque: chissà che che con questi cinque punti non servano per essere campioni. Nella mia storia nel Porto e nel Chelsea ho fatto sempre così e le cose sono sempre andate bene. Nel Porto, quando ci siamo trovati in queste condizioni, abbiamo perso una partita che stavamo pareggiando 0-0 contro il Gil Vicente in trasferta, ma ne abbiamo vinte quattro. L'anno dopo non siamo stati sconfitti e ne abbiamo vinte tre. Con il Chelsea il primo anno non abbiamo mai perso queste gare e abbiamo ottenuto quattro vittorie, la stagione successiva ne abbiamo perso una e vinte cinque. Qui ne abbiamo vinto una e, per ora, non abbiamo perso. Il giorno che perderemo il responsabile sono io, quando vinciamo è merito della fortuna. Ma va bene così... ".

Le fa un po' ridere o la disturba quando si dice che il 4-3-3 non è il modulo adatto?

"Nè mi fa ridere nè mi disturba... Contro il Catania, ad esempio, non abbiamo giocato con il 4-3-3. Ma che differenza c'è tra il 4-3-3 e il 4-4-2? Se un centrocampista gioca vicino al centravanti o se è Mario Balotelli come contro il Catania, stiamo parlando di una differenza di cinque metri. Continuo a pensare che contino i principi di gioco, le caratteristiche del gioco che tu vuoi sono importanti. Quando hai un'idea sul gioco della tua squadra per una partita o per la stagione, si parla di principi di gioco. Puoi difendere a zona o a uomo, con il blocco alto o con il blocco basso, si può far scivolare la squadra o non farlo, ci si può posizionare più in profondità o più in ampiezza, si può costruire in modo lungo o corto... Questi sono i principi, dopo puoi giocare 4-4-2 o 4-3-3, con il rombo o con tre difensori, tre centrocampisti, con due giocatori di centrocampo e il terzo che può fare come Balotelli contro il Catania. Puoi modificare la posizione di un uomo, ma i principi di gioco sono gli stessi. Quello che dico io è che i miei principi non cambiano, puoi cambiare è quello che vedi dalla tribuna. Puoi pensare che a Mourinho piaccia giocare in un certo modo, ma in realtà non ha giocato in quel modo. Ok? Un'altra cosa sono i sistemi, la posizione e tutte quelle cose. Questo non so che cosa sia: forse è una questione di vocabolario che magari voi parlate in modo diverso dal mio, o una questione di pensiero che abbiamo differente. La differenza nelle nostre partite è stata nel modo che abbiamo fatto bene o non bene i nostri principi di gioco. Niente altro".

Nella sua testa, quando è arrivato, c'era una coppia di difensori centrali titolari?

"Nella mia testa c'erano un destro e un sinistro. Non ho avuto mai, nel Porto e nel Chelsea, un difensore centrale sinistro. Ma, per questioni di costruzuione di gioco, mi piace avere un destro e un sinistro. Poi voglio giocare a zona, perchè non mi piace il concetto del marcatore che vuole giocare uomo a uomo con un libero staccato. Mi piace una dinamica colletiva di minuti e minuti in gioco, parlando e comunicando, sbagliando e adattandosi reciprocamente. In questo momento, però, è impossibile arrivare ad una situazione così, qualunque fosse il mio pensiero tre mesi fa".
|Ufficio Stampa Inter - Fonte: www.inter.it| - articolo letto 144 volte


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