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2008-10-04

Cagliari fanalino di coda


Ultimi in classifica con zero punti e cinque sconfitte nelle prime cinque giornate, i tifosi del Cagliari in questi giorni si interrogano su “quello che sarebbe potuto essere”.
Nel calcio con i “se” e con i “ma” non si fa molta strada, ma per ogni sostenitore rossoblu è lecito chiedersi come sarebbe stata la stagione del Cagliari con le riconferme di Marco Storari in porta, Pasquale Foggia in attacco e Davide Ballardini in panchina. Più che la campagna acquisti al risparmio, orientata al lancio di giovani bravi ma ancora acerbi per la Serie A, è la mancata riconferma di queste tre fondamentali pedine a provocare un forte rammarico nel popolo rossoblu.
Se il portierone Storari è stato sostituito dal promettente Marchetti (bravo ma senza il carisma e la carica dell’ex rossonero), sono Foggia e Ballardini i maggiori rimpianti: il trottolino Foggia sta facendo benissimo nella Lazio prima in classica, rendendosi protagonista di un avvio di stagione a livelli paragonabili a quelli che, un anno fa, gli fecero conquistare la chiamata del ct azzurro Donadoni.
Il mago Ballardini, invece, ha iniziato la stagione da disoccupato ma non ha smentito i molti che credevano che la prima panchina di Serie A saltata sarebbe finita a lui: così è stato, con il tecnico romagnolo accasatosi a Palermo e capace di conquistare nove punti in quattro partite giocate.
Cinque partite e cinque sconfitte, un solo gol segnato e nove subiti: i numeri del Cagliari, fanalino di coda del torneo, farebbero pensare ad una squadra senza gioco e con il morale sotto terra. La realtà, invece, dice tutt’altro. La squadra del giovane mister Allegri (arrivato sull’isola grazie al suo passato di calciatore e alla promozione in Serie B ottenuta lo scorso anno alla guida del Sassuolo) presenta indubbiamente problemi di tenuta difensiva e di sterilità in zona-gol, ma è altrettanto evidente che è assolutamente viva e motivata. Pur non essendo inferiore ad altre squadre che lottano per la salvezza, due gol annullati e due pali l’hanno condannata a tre sconfitte di misura non meritate sul piano del gioco.
Per questo motivo il presidente Cellino, da sempre considerato un “mangia-allenatori”, ha rinnovato la fiducia all’allenatore e chiesto pubblicamente scusa ai tifosi per la mancanza di risultati. Cacciare la propria scommessa dopo aver rinunciato alla riconferma di uno dei migliori allenatori della Piazza sarebbe stato troppo anche per un presidente istintivo come lui.
NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’ - Il portiere Marchetti, il difensore Astori e la punta Lazzari sono andati a completare un’organico confermato in toto (tranne le due eccezioni sopraccitate) dopo la sensazionale rimonta-salvezza dello scorso anno. La difesa, guidata dai veterani Agostani, Lopez e Bianco, comprende due giovani under 21 di sicuro valore: l’esterno Pisano (’86) e il centrale Canini (’85). Il centrocampo si affida prevalentemente alla tecnica di Conti e fini, alla sapienza tattica di Parola e alla grinta di Biondini. A completare il reparto c’è il furetto Cossu, profeta in patria, decisivo per la salvezza del Cagliari nell’ultima stagione. Cossu rappresenta il collante ideale tra un centrocampo robusto e un attacco che comprende anche il bomber Acquafresca, Matri, Jeda e Larrivey.
Proprio Acquafresca rappresenta una delle maggiori delusioni di questo avvio di stagione: reduce da un campionato eccezionale e protagonista del mercato estivo, la punta è tornata con qualche problema fisico dall’olimpiade di Pechino e non è ancora riuscita a dimostrare il suo valore. Il Cagliari ha però bisogno come il pane dei suoi gol per rimettersi in carreggiata: lui garantisce che sta lavorando bene e presto tornerà il fantastici livelli della scorsa primavera.
|di Gabriele Pipia - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 143 volte


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