L’Inter si ferma sull’1-1 nell’attesa sfida contro il Werder Brema. Mourinho ha proposto subito una formazione molto offensiva con la presenza contemporanea di 3 punte, Ibrahimovic, Balotelli e Adriano. E’ proprio quest’ultimo il giocatore più in palla: il primo tempo ha vissuto di emozioni anche e soprattutto per merito suo. Una gara che sembrava in salita dopo che al 13’minuto Maicon raccoglieva un rimpallo favorevole dopo una bella giocata di Adriano e depositava la sfera in rete. Dunque con tanti attaccanti e uomini offensivi in campo è un difensore ad essere determinante. Il difensore neroazzurro ad oggi rappresenta una delle migliori certezze in casa neroazzurra, capace di rimanere un costante cursore per le offensive che spesso non trovano soluzioni di continuità. Si è avuta, con il passare dei minuti, la sensazione di essere ritornati indietro negli anni, a quella forte Inter ma con tanti solisti. C’è da assimilare una nuova “cultura tattica” con questa nuova gestione, il compito ad oggi non appare dei più facili. La beffa nella ripresa del pari del solito Pizarro (17’esimo) non fa altro che peggiorare le cose. Viene fuori una certa frenesia del voler subito e per forza raddrizzare una gara che sembrava poter assumere dimensioni più generose di vantaggio. Rimesse laterali battute in fretta, angoli calciati dalle persone sbagliate e senza attendere i preziosi inserimenti di alcuni abili saltatori di testa come ad es. Cordoba. Un Inter che per voler tentare di scoprire e vincere a tutti i costi ha addirittura rischiato di capitolare. Una punizione forse troppo pesante che però non dispensa gli uomini di Mourinho e Mourinho stesso da una nutrita dose di fischi a fine partita. Il pubblico di San Siro, forse da anni abituato a vincere e a notti spettacolari si aspettava qualcosa di più ed inizia a rumoreggiare. Così il tecnico neroazzurro nel post partita: “Pareggiare contro il Werder, che si è difeso alla morte dopo il suo gol, è un risultato positivo, il campionato è lungo e in Champions siamo in testa al girone, quindi non dobbiamo preoccuparci. Io mi sforzo di essere pragmatico, freddo, e quello che vedo è una squadra che negli ultimi 15 minuti avrebbe potuto segnare. Se c’era una squadra che doveva vincere, quella era l’Inter”. La verità su questa Inter deve ancora venire fuori anche se rispetto alle prime uscite ufficiali si ha l’impressione che qualcosa nella manovra non giri a dovere. Quale il tassello mancante? Probabilmente riuscire ad entrare a pieno in questa nuova dimensione del calcio… LE ALTRE ITALIANE IN SINTESI – Se l’Inter medita sul mezzo passo falso, torna a sorridere la Roma. I giallorossi che con una prova di carattere ribaltano un risultato che nel primo tempo li condannava. Doppia faccia e cambio radicale nella ripresa anche grazie all’uomo in più vista l’espulsione di Henrique del Boreaux al 36’ del primo tempo. Ma è una incornata di Vucinic a cambiare le sorti della serata (19’esimo). L’attaccante montenegrino festeggia cosi al meglio il suo 25esimo compleanno. Poi è Baptista ad entrare in scena: prima con un “missile” su punizione e poi con una rete da “vorace” d’area di rigore su assist di Taddei. Un buon 3-1 che rimette in corsa gli uomini di Spalletti, rivitalizzati e tornati su buoni livelli dopo l’1-1. Un buon punto di partenza per una completa ripresa anche in campionato.
Nelle gare del martedì due pari per le Italiane. La Juventus recupera una gara grazie a due fiammate di Iaquinta, bravo a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto e con la difesa bielorussa un po’ distratta. Per i viola è 0-0 con lo Steaua molto abile a difendersi a pieno organico e a ripartire in velocità. A conti fatti saranno gli ospiti ad avere le occasioni più importanti, ben difese dal provvidenziale Frey. |Calcio Magazine.net - Redazione Sportiva L'Opinionista| - articolo letto 127 volte