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2008-10-06

Catania: un urlo, invano


Questione di punti di vista. Si poteva vincere , senza meriti ma vincere, come sanno fare le Grandi.
Il Catania, pareggia. Evidentemente, Grande, non lo è ancora abbastanza, cresciuto sì, maturo no; e lo dimostra alternando picchi di cinismo assoluto a gole di folle smarrimento. La sintesi del tutto è Michele Paolucci, 10 minuti per servire il dolce e l’amaro, una rete per urlare ed un doppio giallo per imprecare.
Se non lo siamo, allora, meglio non ragionare da Grandi, senza pensare alla vetta del Campionato, che due punti in più sarebbero bastati a raggiungere (vedendola poi sempre al contrario, certo).
Cronologicamente concepibile che il gusto in bocca, al 90’, resti comunque aspro, tuttavia, per il ragionamento prima snocciolato e rendendo onore ai meriti emersi in campo, non fosse piovuto dal cielo quel gran goal di Paolucci, nell’eventualità di 0-0 finale, il punto ottenuto sarebbe stato accolto come si conviene al figliuol prodigo che “era perduto ed è stato ritrovato”.
Non c’è ignominia nell’ammettere la supremazia degli avversari, Zenga lo fa, pur glissando sui tanti interrogativi che nascono spontanei a veder la formazione, a priori ed a posteriori. Vinci, e sarai un genio, perdi e tutti ti daranno addosso; anche questo è vero, anche questo è il calcio . C’è che Bizzarri evita una goleada, tanto da meritarsi un bacio in fronte con lo schiocco, mentre il centrocampo, oggi, è solo un’illusione ottica , si vede ma non c’é. Ed il pensiero corre a tedesco , inchiodato in panchina, senza far nomi di chi, titolare, è inchiodato al campo, a velocità zero.
La differenza sta anche in questo, vuoi le motivazioni di vigilia e classifica, ma la Reggina corre, il Catania sta là, fermo, come quel turista al bivio che gira e rigira lo stradario, cercando invano un punto di riferimento. E va bene, benissimo quindi, riuscire a venirne fuori, senza elogi ma con tutte le ossa integre(in attesa delle radiografie a Ledesma).
La Reggina non era la squadra con 4 ruote a terra che dipingeva la classifica, vederla muoversi con destrezza sulle gibbosità del Granillo l’ha fatta sembrare come una corazzata cingolata agli occhi dei giocatori etnei, apparsi quasi intimoriti, non tanto dalla Reggina in sé, quanto dagli interrogativi sulle proprie capacità, in trasferta.
Quando non si deve perdere, lontano dal Massimino, il Catania sa cosa fare, quando invece è chiamato a vincere, là iniziano i problemi, tutti di testa, e soprattutto di “forma mentis”, ancora da plasmare. Il turnover, la “logica del calcio” come la chiama Zenga, s’è rivelata strategia vincente finora, bisognerà comunque interrogarsi sull’opportunità di forzare o meno su alcune scelte, soprattutto in difesa dove i ricambi sugli esterni non sembrano di livello omogeneo.
Un punto in più, per il Catania, e la classifica dice 11. Mantenere alta la concentrazione adesso, una settimana di pausa, si riprende con il Derby.
|di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 164 volte


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