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2008-10-11

Catania: "Trio Maravilla"


Durante la settimana “bianca” , sgombra di partite e senso, abbiamo avuto modo di comprendere e valutare le controindicazioni da” turnazione forzata”, quella che Zenga definisce “logica del calcio”. Un metodo non tanto innovativo nello slogan (promosso e promesso da tutti gli allenatori) “Gioca chi sta meglio”, ma rivoluzionario nella sua reale e coerente applicazione in campo, giorno per giorno.
Numeri alla mano, però, non mancano eccezioni. Nella mobilità generale tre sono i giocatori fino a questo momento “indispensabili”, sei partite su sei: Bizzarri, Silvestre, Ledesma .
Tre argentini (portiere, difensore e centrocampista) a comporre la “spina dorsale” del Catania, quella che Zenga aveva teorizzato dover esser composta da Carboni, Ledesma e Dica . Una sola conferma, il regista del Boca, Dica è ancora un oggetto sconosciuto, Carboni è rimasto vittima del suo polpaccio (un problema ormai risolto, definitivamente si spera); eppure, per quanto fuori progetto, il “Trio Maravilla” ha dato solide garanzie e liete sorprese in queste prime sei giornate.
Così, se Carboni ha trovato nell'infortunio la “ragione” della sua assenza dal campo, complicato all'ennesima potenza è, per Dica , convincersi del perché l'allenatore che tanto l'ha voluto in Italia (fino a raggiungerlo in Romania per convincerlo a firmare) gli riservi posto fisso in panchina o peggio, in tribuna.
Non un'intervista, né una battuta dal suo arrivo a Catania; c'è un goal contro il Padova, in Coppa, che forse è servito solo a radicare nei suoi pensieri ulteriori interrogativi. Farebbe bene a confidarsi col compagno di nazionale ed amico Adrian Mutu , uno che in Italia ha fatto fortuna, ma che ai suoi esordi, in Italia, ha sempre stentato, prima col Verona e poi con la maglia della Juventus. Altro mondo, quello dei campionati italiani, nuova lingua, nuovi compagni, nuovo calcio; Quando poi sia i tifosi che i compagni s'aspettano le giocate da “cineteca” da numero 10, è meglio preservare la “pellicola” al buio che rischiare di bruciarla alla luce del sole. Ci vuole pazienza, anche a 28 anni.
Anni che non mancano invece a Ezequiel Llama , 45 minuti nel secondo tempo lo scorso anno, 45 minuti nel primo tempo questo anno. Il Prof. Bartali, preparatore atletico, dice del 21enne argentino “un giocatore nuovo, finalmente motivato”, esterno sinistro naturale, a cui piace giocare indistintamente dal ruolo purché in fase offensiva. Altra “giovane vittima” è Mirco Antenucci , presentatosi come capocannoniere del pre-campionato, strappato dal mercato del Pisa ma che in maglia rossazzurra ha giocato meno di tutti, 21 minuti. Per entrambi questioni legate al modulo di gioco, nato come 4-2-3-1 e trasformatosi per necessità di cose in 4-4-2 con esterni offensivi disoccupati.
Ne sa qualcosa anche Jorge Martinez , “muso lungo” pur con 251 minuti giocati; sorpassata l'ira dei 20' a Torino, l'uruguagio chiede spazio per trovare la continuità di gioco che gli permetta di esprimersi al massimo delle sue potenzialità; voglia che si scontra con la logica tattica, col miglior stato di forma dei compagni e con i responsi della classifica; non lo nasconde nemmeno lui. Situazione difficile, per un giocatore abituato ai boati dei tifosi. Anche questi periodi della carriera aiutano a crescere, verso la via del “campione” che può diventare.
|di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 1604 volte


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