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2008-10-05

LA CADUTA DEGLI DEI, GLI UMANI SULL'OLIMPO


Perdono Juve e Roma, al primo posto con Lazio e Inter vanno Atalanta ed Udinese.
Giornata da grandi deluse, quella disputata ieri. Juve, Roma, Napoli tutte al tappeto e mezzo passo falso per il Milan mentre la provincia fa festa con Palermo, Siena, Genoa e Atalanta.
La notizia più clamorosa della sesta giornata è certamente il tonfo casalingo della Juventus con il Palermo per 2-1. I rosanero prima di ieri avevano vinto una sola volta a Torino, nell'anno di grazia 1961-62, per 4-2. Ieri ci hanno pensato l'ex Miccoli e il baby prodigio Mchedlidze – già titolare inamovinile della sua nazionale a 18 anni - a regalare 3 punti fondamentali a Ballardini. Da quando il tecnico romagnolo siede sulla panchina del Palermo, la squadra siciliana ha vinto 4 gare su 5,(3 su 3 in casa) e viaggia ad un passo scudetto. Ballardini in pratica sta ripetendo quanto di buono aveva fatto a Cagliari. Simplicio dietro le punte è devastante, Cavani e Miccoli sembrano rinati e tutta la squadra ha più sicurezza.
Chi non se la passa bene invece è Ranieri. Il tecnico romano pare inadeguato a condurre la squadra verso grandi obiettivi. E del resto non è una novità. Era già accaduto nella sua seconda esperienza a Valencia, al Chelsea di Abramovich e all'Atletico Madrid. Fin quando gli obiettivi rimangono bassi ( qualificazioni europee e andare più avanti possibile nelle coppe), Ranieri si esalta anche con rose non all'altezza. Ma appena l'asticella si alza, va nel panico, perde il controllo della squadra e viene cacciato.
Dispiace perchè è un signore come pochi se ne vedono nel calcio, ma anche ieri ha commesso troppi errori. Knezevic, preso su suo consiglio, si è rivelato totalmente inadeguato a certi livelli, la mediana a 3 è parsa una banda del buco, così come totalmente sbagliata la scelta di giocare con Giovinco-Del Piero-Amauri con una squadra in condizioni fisiche imperfette. Sarebbe stato più logico rinunciare al capitano, (che a parte il gol nato da un errore di piazzamento di Amelia, più che da una sua prodezza non ha fatto granchè) ed infoltire il centrocampo. Totalmente sballati pure i cambi con la squadra in 10. Urgono riflessioni.
L'altra grande delusa della giornata è la Roma, che a Siena incassa la terza sconfitta in 6 gare. La squadra giallorossa è alla deriva. Spalletti pare averne perso la guida. Baptista, Riise e Menez sono tre corpi estranei. Il 4-2-3-1 è improponibile. Senza Totti manca un attaccante che la butti dentro. Insomma, problemi e guai a non finire. Come se non bastasse le espulsioni di Mexes e Panucci sono indice di grande nervosismo.Le alternative sono 2: o si cambia tecnico, o Spalletti cambia modulo. Altre soluzioni non ce ne sono. Il Siena ha condotto bene la sua gara, chiudendo gli spazi. Giampaolo ha costruito un bel giocattolino.
Nel posticipo serale il Milan perde ancora punti contro una squadra rossoblù. Dopo i6 lasciati tra Bologna e Genoa ecco i 2 buttati col Cagliari. E se i sardi non avessero fallito tre nitide palle gol anche loro avrebbero fatto bottino pieno. I rossoneri non sono ancora una squadra organizzata, perché si affidano più all’estro dei singoli, in particolar modo Kakà dato che Ronaldinho gioca da fermo, che alla manovra corale. I problemi da risolvere sono ancora molti per Ancelotti, in particolar modo in difesa: è vero che il Milan non subisce gol da tre partite tra campionato e coppa, ma è anche vero che questo è merito d Abbiati e degli errori sotto porta degli avversari, più che di una buona fase difensiva. Per puntare al titolo ci vuole ben altro che il Milan visto finora. Il Cagliari pare un po’ in ripresa, ma Allegri non riesce a far rendere i suoi attaccanti. Jeda, Acquafresca, Matri e lo sciagurato Larrivey non ne mettono dentro una neanche a porta spalancata. Così non ci si può salvare. Urge un allenamento specifico e di qualche schema offensivo fatto bene, in mancanza di un attaccante alla Suazo, che cioè la butti dentro con continuità.
Cade il Napoli per la seconda volta consecutiva in trasferta, dopo Lisbona. A Genova, contro i rossoblù di Gasperini implacabili in casa, il duello tutto argentino Milito-Lavezzi se lo aggiudica di poco il primo. Tutti e due sono andati a segno, ma Milito serve l'assist del gol decisivo a Palladino e comunque pare essere più continuo del “Pocho”. Il Principe è sempre più l'uomo copertina del campionato. 7 gol in 6 partite, (contando anche la doppietta col Ravenna in coppa) e una continuità mostruosa sia in fase realizzativa che propositiva. Il fatto che nessuna grande italiana abbia in tutti questi anni voluto puntare su di lui, fa capire perchè siamo ormai scivolati all'ultimo posto dei grandi campionati europei. Genoa e Napoli sono due belle squadre che potranno dire molto in questo torneo, perchè hanno dietro una società solida, giocatori interessanti e due tecnici competenti.
Questi tre attributi sono gli stessi che hanno spinto Atalanta ed Udinese in vetta alla classifica. I bergamaschi hanno la meglio su una Samp ancora a secco di vittorie in campionato e a cui manca come il pane un centravanti – nonostante abbia nel motore un SuperCassano -, mentre i friulani hanno frullato un Torino ancora in fase di assemblamento. Del Neri e Marino hanno due modi diversi di concepire il calcio. Il primo mette in campo sempre gli stessi uomini, il secondo – avendo più impegni ed una rosa più larga- usa un turnover sistematico. Il risultato non cambia: vittorie e primo posto in classifica.
Ultima annotazione per La Reggina che non riesce a battere il Catania a causa della sua anemia da gol. Per la squadra di Zenga invece secondo pari in trasferta dopo quello contro la Juve. I siciliani dimostrano di essere una squadra solida, anche se devono osare di più fuori da casa. Per i calabresi invece, urgono soluzioni per risolvere l'atavica mancanza di gol.
|di Davide Luciani Calcio Magazine.net - Redazione Sportiva L'Opinionista| - articolo letto 120 volte


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