La situazione “infortunati” in casa Milan rimane stazionaria: prossimi al rientro Nesta e Borriello, meno Kaladze e Senderos che pure sembra stiano meglio. Per Pirlo, purtroppo, siamo ancora lontani. Occorre pazienza. Strana la parabola di Andrea: da insostituibile a quasi insostituibile. E allora consentiteci una divagazione. Pirlo è e rimane il più grande interprete al mondo nel suo ruolo. Mastro Ancelotti ne ha fatto un centromediano metodista coi fiocchi. Grazie Inter, non solo per lui ma anche per Seedorf! Pirlo tocca la palla e sa “accendere” la luce a S. Siro come solo il grandissimo Gianni Rivera sapeva fare. Come Rivera sa “tagliare” il campo con lanci millimetrici, lunghi e precisi. Come Rivera organizza il gioco e detta i tempi alla squadra in maniera sapiente ed elegante. E’ meno geniale, forse, di Rivera, meno “leader” ma in più, Pirlo, sa anche marcare, cioè è più centrocampista. Come accadeva al Milan di Rivera, anche questo Milan ha imparato a muoversi attorno a Pirlo e a rispettarne e assecondarne le movenze, la classe e le sapienti geometrie. Tocco vellutato, senso del calcio, regia sopraffina. Ecco chi è Andrea Pirlo. Precisato questo, c’è dire che Seedorf non lo ha fatto rimpiangere per nulla, appropriandosi del ruolo di “vice” Pirlo e aggiungendo al copione, da par suo, muscoli e scatti da pantera. Stiamo parlando di autentici fuoriclasse, con loro sbagliare è impossibile. Il Milan è stato costruito attorno a campioni autentici per durare a lungo. “Senatori” a parte, lo zoccolo duro della squadra ci sembra un “mix” di maturità e prestanza fisica: Nesta, Kaladze, Bonera e Senderos al centro della difesa (senza dimenticare che Kaladze può giocare tranquillamente a sinistra e Bonera a destra); Zambrotta, Jankulovski, Antonini sulle fasce; Gattuso, Flamini, Ambrosini, Seedorf e Cardacio a centrocampo; Kakà, Ronaldinho, Pato, Borriello e Viudez in attacco. Non ci sembra una ossatura vecchia. Si tratta di giocatori intercambiabili e capaci di giocare in almeno due ruoli.
Giovani promettenti in prestito e sotto osservazione per essere gradualmente inseriti in squadra ce ne sono tanti. Sul difensore Matteo Darmian il Milan crede moltissimo, e non è escluso un suo impiego immediato magari in Coppa Italia. Ma giovani in giro ce ne sono altri. Abate, per adesso al Torino, potrebbe essere il giocatore giusto su cui puntare per la fascia destra. In Francia, al Monaco, gioca Legati, altro giovane difensore di cui si dice un gran bene. Sempre in Francia Gourcuff sta dimostrando sia nel Bordeaux che in Nazionale tutto il suo valore e potrebbe trovare spazio nel centrocampo rossonero come alternativa a Seedorf e non soltanto. In attacco, salvo stravolgimenti per adesso impensabili, siamo a posto, grazie anche alla crescita e alla maturazione di Marco Borriello. Fosse stato presente a Cagliari, forse, il Milan avrebbe racimolato qualcosa in più. Alla squadra è mancata la sua forza e la sua poco comune capacità di darle penetrazione e profondità in avanti creando scompiglio nelle difese avversarie. Visti Gilardino e Toni contro la Bulgaria, crediamo che Marco abbia tutte le carte in regola per aspirare anche alla maglia n. 9 della Nazionale italiana. Inoltre a Parma furoreggia un certo Paloschi, a nostro avviso il vero erede di Superpippo Inzaghi. Come Borriello, Alberto tornerà al Milan per rimanerci. E’ forte e lo sta dimostrando. Due le patate bollenti per Galliani e Braida: il vice Abbiati e il sostituto di Maldini. Per il dopo Maldini suggeriamo Mexes. Il francese della Roma è un grande difensore e meriterebbe senz’altro un sacrificio economico importante. Quanto al secondo portiere, fermo restando che Kalac potrebbe andare benissimo, se Mastro Ancelotti riuscirà nell’impresa titanica di far ricordare a Dida il grande portiere che era prima del maledetto petardo interista in Champions League, beh, allora, dovrà assolutamente partire, tra tutti noi tifosi, una gigantesca colletta per intitolargli, quantomeno, una statua a Milanello. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 151 volte