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2008-10-22

Ci pensa Kakà


Dopo il solito primo tempo giocato in modo “equilibrato” ed “attento” come auspica sempre Ancelotti, e che ha fruttato due palle gol agli avversari e zero tiri in porta del Milan, il cambio di marcia e la svolta alla partita, come sempre, l’ha data il fenomeno brasiliano, rigore ed espulsione a parte (sanzioni per altro perfettamente in linea con quei regolamenti che a molti danno fastidio solo quando favoriscono l’odiato Milan).
Il suo ingresso in campo ha “squilibrato” a nostro vantaggio quegli equilibri lenti e prevedibili che mandano a nozze qualunque nostro avversario, dal più forte al più debole, svizzero o albanese che sia. Fino a quel momento, le idee chiare su cosa fare in campo le ha avute la Samp, mentre dal canto nostro succedeva che Bonera reclamava dalla panchina notizie su chi dovesse marcare Cassano, sintomo questo di quanto “bene” fosse stata preparata la partita in funzione delle caratteristiche dell’avversario.
Aggiungo a tale nota sarcastica un breve accenno al mio precedente articolo, dove parlavo dei calci d’angolo: come volevasi dimostrare, i due angoli battuti dal Milan (con Seedorf laterale di centrocampo e Flamini a fare il vice Pirlo) sono stati calciati (all’indietro) da Clarence, e non da Ronaldinho (che li tira molto meglio). Aggiungo inoltre un mio personale rammarico nel sentire ancora parlare di Pirlo come di giocatore unico e indispensabile nel ricoprire quel “ruolo”. Ormai mi sto rassegnando all’idea che Andrea non venga considerato come un grande giocatore ma soltanto come eccezionale interprete di un “ruolo”. Questo la dice lunga sull’immobilismo tattico e sulla mancanza di novità di moduli che questa squadra proporrà nel breve periodo futuro.
Il campionato intanto prosegue confermando in pieno quelle che erano le previsioni d’inizio torneo dei maggiori Bookmakers (come sempre molto attenti e obiettivi nelle loro quote). Un torneo insomma fin da subito già nelle mani dell’Inter, la quale avrà come unica credibile avversaria proprio il Milan (le quote davano l’Inter vincente tra i 2 e i 2,30 e il Milan subito dietro tra i 2,8 e i 3, con la Roma giustamente data attorno ai 6). Un’Inter che potrebbe rischiare qualcosa soltanto in caso di assenza forzata (o in funzione Champions) del giocatore che Galliani e Berlusconi decisero di non acquistare in quanto non sicuri di battere nel preliminare la Stella Rossa di Belgrado, squadra che a quel tempo avrebbe avuto difficoltà a partecipare persino al nostro campionato di serie B. Questo accadde nell’estate del 2006, mentre in quella successiva, forti della certezza di essere non solo diventati campioni d’Europa, ma anche di partecipare alla Champions successiva, alla Supercoppa Europea e al mondiale per Club, completammo una magistrale campagna acquisti assicurandoci niente di meno che il Puma Emerson... Ibrahimovic, appunto, quel giocatore che da solo ha portato l’Inter a vincere due scudetti e che probabilmente guiderà la squadra del petroliere miliardario al sorpasso sul Milan (in termini di vittorie di scudetti) nel giro di pochissimi anni.
Mi rendo perfettamente conto di essere spesso catastrofista e ultra polemico con società e allenatore, ma la mia è una reazione assolutamente normale e giustificata dalla totale assenza d’interlocutori minimamente seri e non leccapiedi che si trovano di volta in volta ad intervistare o più semplicemente “trascrivere” le osservazioni di Ancelotti, di Galliani (i cui tormentoni sono diventati famosi in tutti i bar sport italiani e in tutti gli ambienti Web) o le forzature mediatiche del loro datore di lavoro, senza mai metter in dubbio nulla, dando per scontato, ad esempio, che ai tifosi faccia piacere sentirsi dire che i soldi per rinforzare la squadra verranno spesi solo in caso di “coperture” di bilancio assicurate dagli introiti di Champions, magari in un periodo durante il quale proprio a loro viene richiesto lo sforzo economico di un abbonamento allo stadio o a Mediaset Premium sulla “fiducia”, o sul “cuore”, senza alcuna garanzia che a San Siro o in TV verrà messo in scena uno spettacolo degno di tale sacrificio.
Ora ci attende un filotto di partite apparentemente agevoli, tenuto conto della forza degli avversari e soprattutto del rientro imminente di Nesta, Zambrotta e del miglioramento di condizione di tutti gli altri. La speranza è quella di mantenere entro una ragionevole distanza il distacco dall’Inter, in attesa che gli impegni di Champions dei cugini li distraggano almeno un pochino dal torneo meno importante, rendendoli (forse) meno imbattibili e implacabili di quanto lo siano in questo periodo. E speriamo soprattutto che con i prossimi rigori invernali, Kakà non si becchi qualche raffreddore...
|di Cristiano Cattaneo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 186 volte


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