E sono in tre a contendersi, seppur platonicamente nel caso di Napoli ed Udinese, il titolo. L’Inter si scontra contro la corazzata Genoa che resiste in 10 unità e si fa beffe dei miliardi spesi dai nerazzurri di Moratti. L’Udinese, trascinata da Di Natale, affonda la Roma (166° gol di Totti che si avvia ad entrare nel gotha dei bomber di A) del sempre più traballante Spalletti. Il Napoli continua a percorrere la pista dei sogni andando ad esternare la propria forza anche in casa Lazio, una Lazio partita bene ma che sta via via palesando i suoi limiti sin qui mascherati dai gol di Zarate e Pandev, adesso però tornati nell’oscurità. Continua a sortire stupore il Catania che strappa un bel pari a Siena. Viaggia spedito il Milan che grazie a Kaka raccoglie più di quanto seminato. Intanto si riaffaccia nella zona alta la rinvenuta Juve che in 4 giorni spazza via la crisi nera che la attanagliava da settimane in maniera pericolosa. Una Juve che comunque ha ancora da lavorare se vorrà sognare in grande. Soprattutto in avanti, visto che 7 reti in 8 match di A appaiono un controsenso, uno sberleffo alle ambizioni tricolori delle zebre. L'ETA' CRITICA - Per Del Piero intanto si avvicina l’età critica, 34 anni, ovvero quando generalmente, anche il miglior attaccante di turno, o appende le scarpe al chiodo o si diletta da riserva, magari in B, o si ritrova a svecchiare in Arabia Saudita. Al momento Del Piero è l’unico centravanti di A classe ’74 ad essere schierato titolare, uno dei pochi in Europa e nel Mondo, dove si concede sempre meno spazio ai connetti a tutto vantaggio della gioventù che avanza. Tuttavia Alex, a dispetto dell’età anagrafica, cui finora si è rivolto in modo sprezzante, potrebbe costituire ancora per molto una piacevole eccezione alla politica del giovane (anche se in Italia se non hai almeno 22 non vieni ritenuto abbastanza maturo per giocare in una grande…per quella che è un po’ una contraddizione a tale concezione “primaverile”), ritagliandosi larghe porzioni di match, partendo da titolare e magari restandovi sino al 90°. Dalla parte di Pinturicchio vi è sicuramente il fattore infortuni che se da una parte ne ha messo a rischio l’integrità fisica dall’altra gli ha prolungato la carriera, un po’ come il trattamento riservatogli da Capello che sì, sarà stato odioso, ma almeno avrà prodotto i suoi frutti, restituendoci alla lunga un Del Piero con una grande voglia di rivalsa, rimettendosi in discussione come non mai. E gli ultimi 2 titoli di capobomber ne sono la valida controprova. Poi c’è da dire che il n° 10 bianconero nutre ancora un amore incondizionato e non appassito per questo sport, divertendosi come un bambino alle prese coi primi calci ad un pallone. Cosa inusuale per i suoi parietà. Per non parlare del rapporto idilliaco con la sua famiglia (cui il Nostro ha spesso fatto cenno riconducendo esplicitamente a sua moglie e suo figlio la sua condizione invidiabile). Del preparatore atletico privato che si è scelto per monitorare continuamente la sua tabella di marcia d’atleta e di uomo. E poi lo ha affermato a chiare lettere lui stesso: “Giocherò sino alle soglie dei 40anni, vi stupirò allenandomi sempre con serietà, a costo di faticare doppio in allenamento..”. E allora speriamo vivamente di poterci godere ancora a lungo questo calciatore magico, sinchè sarà talmente vecchio da non reggersi in piedi. Che la fortuna lo assista. Se lo merita! |di Albertosig| - articolo letto 138 volte