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2008-10-28

Bologna alla sesta sconfitta precipita al terz'ultimo posto. Arrigoni di nuovo in discussione


Forse abbiamo ottenuto la controprova. Sampdoria-Bologna 2-1, ha ribadito infatti che i rossoblu, al ritorno nella massima serie, vivono esclusivamente di sporadiche, troppo sporadiche fiammate.
Hanno vinto due partite, e sei ne hanno perse. Benvenuto un pari, se vorrà arrivare rapidamente, tenuto conto che già mercoledì sarà qui il turno della Juventus e che un punticello sarebbe tutt'altro che da buttare via.
Insomma un'altra piccola fiammata, una linguetta di fuoco, un po' di ossigeno per questa squadra così poco ben assortita oltre che apparentemente frastornata. Sì, perché la domanda è se la truppa dei Menarini e di Arrigoni potrebbe essere capace di invertire ancora una volta la rotta, viste le tante delusioni già verificatesi.
Ormai apertamente si parla di lotta acerrima per non retrocedere e non sappiamo se siamo attrezzati adeguatamente in proposito. Anzi, per me non lo siamo affatto. Allora è inevitabile parlare ancora della panca e di chi la occupa. Non per partito preso, ma essenzialmente per due motivi. Perchè Arrigoni cambia troppo, e senza risultati tangibili, i suoi uomini tra un impegno e l'altro, rivoluzionando di continuo la formazione ed i compiti assegnati ai giocatori che scendono in campo. E perché, di conseguenza, abbiamo capito che la sua "way off football" consiste nel cercare sempre di adeguare schemi ed interpreti all'avversario da affrontare.
Non è questa la strada migliore per realizzare qualcosa nel calcio. Una squadra deve avere una fisionomia, credere in qualcosa di suo, essere espressione di scelte solide e ragionate. Altrimenti, in serie A, sarà sempre all'inseguimento. Laddove poi i giocatori non siano di genuina qualità, col metodo Arrigoni possono facilmente frastornarsi, perdere il filo della matassa e andare poco lontano. Contro la Samp il Bologna ha giocato si e no mezzo tempo, 30' ad essere larghi, poi ha mollato. Due molli tiri nello specchio, un po' di difesa qua e là e nient'altro.
La grande prova di attaccamento all'allenatore della settimana passata è tutta qua? In molti se lo stanno chiedendo e se fosse così sarebbe veramente troppo poco. In realtà non è questione di affetti o altro, ma di peso specifico qualitativo e di lucidità delle idee concepite e trasmesse dal titolare della panca.
In questo campionato, tali materiali nel Bologna sono deficitari, troppo deficitari per non essere fortemente preoccupati del futuro. Poi i Menarini possono pure parlare del nuovo stadio, ma alla gente ed a chi scrive la cosa interessa meno di niente. Menarini padre e figlia sanno infatti benissimo che il loro discorso può essere programmato solo a 6-8 anni benissimo che vada.
Come ci arrivano a quel momento il Bologna ed i suoi tifosi? Possibile che non si decida di affondare il bisturi ora per far decentemente quadrare i problemi tecnici della squadra? Nonostante il turno contro gli juventini sia ormai alle porte, non dubito che si disquisirà assai della prova gravemente insufficiente di Genova e si tireranno fuori gli argomenti o i dubbi mille volte già espressi da agosto in poi per una compagine che stenta tanto ad ingranare.
Tra i temi più gettonati c'è sempre quello dei tre sudamericani-Britos, Rodriguez e Coehlo - che sono qui da luglio e che sono apparsi in campo meno di un tempo o giù di lì. Ufficialmente non sono pronti, chissà mai perché.
Non sarà che si tratta di una questione di agenti e di percentuali, su cui giusta chiarezza non è ancora stata fatta? Più verosimilmente, forse, è tutta la campagna estiva di mercato che si dimostra comunque sbagliata, con gravi sottovalutazioni in ogni reparto, nonostante società e tecnico abbiano sempre dichiarato di essere andati d'amore e d'accordo nel concludere i vari affari.
Solo un esempio: è possibile presentare un simile Bernacci in A, un atleta beneficiato con un contratto quinquennale per un costo di 4,5 milioni di euro? Presentarlo, peraltro, alla ottava giornata avendolo dosato prima con un finissimo contagocce.
E' sicuro che qualcosa non va, non si sa se chi di dovere se ne sia realmente accorto e cosa intenda eventualmente fare. La mozione degli affetti è troppo, troppo poco. Non aver fatto un solo punto contro Atalanta, Udinese, Fiorentina, Napoli e Sampdoria è un bilancio da scuri fantasmi in prospettiva. Possono venire tempi migliori solo se si consolida un cambio di rotta, tralasciando i percorsi finora battuti, come tattica e come scelte tecniche. Mi ripeto, la società non può assistere inerte all'attuale andamento della squadra rossoblu.
|di Vittorio Zerbini - Fonte: www.noirossobluweb.it| - articolo letto 152 volte


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