Il Milan passa a Bergamo contro l’Atalanta ma non convince. Il bellissimo gol di Kakà va considerato come una spruzzata di cipria su rughe evidenti. La squadra è parsa lenta, molle, poco incisiva e in balia degli avversari per troppo tempo. Un film già visto specie in trasferta. Sì, d’accordo, i rossoneri hanno pur sempre vinto ed avevano ancora nelle gambe la fatica di giovedì sera in terra olandese. Mancava pure Seedorf e non è poco. Prestazioni simili, però, fanno riflettere. Mastro Ancelotti dovrà interrogarsi su questi pericolosi cali di tensione. Pretendere continuità di rendimento in questo momento sarebbe, forse, utopistico, ma è questo l’obiettivo da raggiungere nel breve termine. Taluni meccanismi vanno ancora ben oleati, la condizione atletica di qualche giocatore è da migliorare, non tutti hanno assimilato il nuovo progetto di gioco voluto dall’allenatore. Il cantiere è ancora aperto. Il 4-3-1-2 di Ancelotti appare modulo di lenta assimilazione perché interpretato, in mezzo al campo e in avanti, da fuoriclasse che amano dialogare tra loro e deliziare le platee con giocate di fino. Le eccezioni, se vogliamo, sono Gattuso, Ambrosini e Borriello, ottimi giocatori ma più muscolari. Ciò comporta un maggiore dispendio di energie psico fisiche perché ci sono geometrie e meccanismi da rispettare. Talvolta sembra che la squadra si perda in leziosismi improduttivi anzichè pigiare con forza sull’acceleratore e chiudere le partite. La preparazione è stata impostata per fare in modo che alla squadra non manchi carburante nella fase cruciale della stagione. Però l’atteggiamento del Milan fuori casa non piace, non sembra quello giusto per vincere il campionato. Natale è alle porte e lì trarremo i primi bilanci. Nel marasma generale visto a Bergamo evidenziamo la prestazione di quattro giocatori: Abbiati, sempre sicuro e attento; Kakà autore di un gol da cineteca; Borriello che ha dimostrato tutto quello che di buono si è detto e si dice di lui e a cui manca solo il gol; infine Emerson, che pare in graduale progresso ed è stato autore di una prestazione tutto sommato soddisfacente.
I problemi sono altri. Il Milan ha bisogno di far rifiatare qualche elemento a corto di fiato specie in difesa, di rimettere in campo tutti gli infortunati e di recuperare psicologicamente qualche giocatore. Jankulovski annaspa e si vede. Bonera è un buon difensore ma soffre, ogni tanto, di qualche amnesia. Senderos è un mistero: come sta questo gigante? Tutti lo danno in recupero ma non va neppure in panchina. Contenti e fiduciosi per il recupero di Emerson ma, in attesa di Beckam e soprattutto di Pirlo, riteniamo che andrebbe tributata più attenzione a Cardacio. L’uruguaiano i numeri ce li ha. Pato e Sheva mancano all’appello. Il primo sembra aver perso la cattiveria e la convinzione delle prime apparizioni in squadra. Lo scorso campionato Pato è stato decisivo. Oggi preoccupa la sua difficoltà a saltare l’avversario e a inquadrare lo specchio della porta. Il ragazzo tira poco, non punta l’avversario, non penetra in area come dovrebbe fare un fuoriclasse come lui, manca di continuità. D’accordo con Seedorf quando dice che il papero è ancora troppo giovane e bisogna lasciarlo crescere ma, ciò nonostante, lo vogliamo più convinto dei suoi enormi mezzi e più spregiudicato. Sheva deve avere pazienza. Ricordiamoci di Crespo. Quando Hernan venne al Milan sembrava un ex calciatore. Anche a lui andò di traverso la cura “Special One”. Il Milan lo ha rigenerato e lo ha fatto ritornare il fuoriclasse che è sempre stato. L’errore, clamoroso, fu quello di restituirlo al Chelsea proprio dopo averlo ricostruito. Ma questa è storia vecchia. Oggi c’è bisogno di continuità, di concentrazione di fiducia nei propri mezzi. Di risposte convincenti. Il Milan ha un organico di ottima qualità. Verrà fuori al momento giusto. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 131 volte