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2008-11-03

Atalanta-Lecce a secco di punti (analisi della gara)


Finisce con un nulla di fatto la sfida dell’ “Atleti azzurri d’ Italia” tra Atalanta e Lecce, due squadre non nel loro miglior momento di forma e che non conquistano i 3 punti da più di un mese. Non è stata, però, una partita noiosa, con le due squadre pronte a ribattersi colpo su colpo con capovolgimenti di fronte.
GLI SCHIERAMENTI: I padroni di casa si presentano col solito schema 4-4-1-1. Pesa non poco l’assenza di Cigarini, al suo posto De Ascentis, insieme a Guarente con Ferreira Pinto sulla fascia destra e a sorpresa l’ex salentino Valdes a sinistra.
In difesa recupera Manfredini che fa coppia con Talamonti. Nel secondo tempo Del Neri opta per un 4-2-3-1 rischioso con l’ingresso di Padoin ( era il caso di schierarlo dall’inizio) al posto di Guarente in modo da mettere in difficoltà il Lecce tra le linee. Mossa tattica vanificata, però, dall’ingenua espulsione di Valdes.
Beretta presenta un Lecce diverso rispetto a quello di 4 giorni prima. 4-4-2 schietto rinunciando al fantasista Caserta e irrobustendo il centrocampo con Ardito, Munari e Ariatti per favorire le Geometrie di Zanchetta. In difesa fiducia a Diamoutene accanto a Stendardo e ad Antunes sulla corsia sinistra. Avanti il tandem Tiribocchi-Cacia. Solo a una manciata di minuti dalla fine (e con un uomo in più) Beretta rischia dapprima il 4-3-1-2 con l’ingresso di Caserta e poi il 4-3-3 con l’inserimento di Castillo per Munari (Cacia al centro e Tiribocchi largo a sinistra).
COSA VA: Negli orobici un gioco fluido, palla a terra per i soliti punti di riferimento. Una manovra organizzata, con gli esterni a dare ampiezza e con il duo Doni-Floccari a giocare molto vicino e a cercarsi in continuazione.
Bene l’inizio dei due tempi, specie nella ripresa dove i nerazzurri hanno avuto maggior possesso palla e netto predominio territoriale. Buona la mossa di Del Neri del 4-2-3-1 (Il Lecce soffre i fantasisti tra le linee, vedi Reggio Calabria, Udinese ecc.) purtroppo vanificata dall’irruenza di Valdes.
Citazione per il portiere Coppola autore di due prodigiosi interventi nel primo tempo. Nel Lecce benissimo il primo tempo, tranne la fase iniziale; pronto ad imporre il proprio gioco e solo per la bravura di Coppola non ha chiuso il primo tempo in vantaggio. (dimostrazione che quando si gioca a calcio senza esasperarsi in tatticismi ultra difensivi i risultati possono giungere). La coppia di centrali (prima Stendardo-Diamoutene e poi quest’ultimo con Fabiano) non ha concesso nulla agli avanti atalantini. Grande prestazione di Ardito, solito motorino ruba palloni e Zanchetta finalmente all’altezza con precise geometrie e lanci millimetrici da 40 metri.
COSA NON VA: In primis il risultato. L’Atalanta aveva necessità del bottino pieno. Poi l’assenza di Cigarini che ha pesato troppo sul rendimento della squadra, De Ascentis offre quantità ma non certo la qualità e la velocità d’ esecuzione dell’ex parmense.
La coppia d’attacco, pur cercandosi tanto, è rimasta preda di ferree marcature difensive non riuscendo mai ad impensierire Benussi. Infine Valdes. Contro la sua ex squadra offre prima una prestazione anonima, aggravandola poi dall’espulsione che costringe i suoi a non attuare l forcing finale (l’Atalanta era superiore sul piano atletico agli ospiti) e a ridisegnare il modulo appena cambiato.
Nel Lecce male la fase d’attacco. Tiribocchi punge in un paio di circostanze ma cala terribilmente nella ripresa. Malissimo Cacia che tra l’altro non offre nemmeno il lavoro oscuro in fase difensiva che in genere compie Castillo. Anche in 10 Beretta aspetta l’84mo per inserire la terza punta e provare a vincere il match, segno di una mentalità ancora sparagnina. Infine male Ariatti; purtroppo le uniche due occasioni della ripresa passano dai suoi piedi. Ma oltre a questo è veramente giù atleticamente, oltre alle solite carenze tecniche in fase di spinta. Perché non proporre Caserta sul centro-sinistra?
|di Paolo Cisternino - Redazione Calcio Magazine.net| - articolo letto 140 volte


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