Il giorno dopo Milan-Napoli, con il primo posto in saccoccia dopo quattro anni e mezzo di attesa, Carletto Ancelotti fa il punto della situazione, sottolineando che il Milan ha saputo “rimettersi in piedi grazie alla forte volontà di superare le difficoltà iniziali”, difficoltà emerse in quanto “questa all’inizio era una squadra con tanti innesti, che doveva superare le difficoltà dei nuovi a inserirsi”. Il tecnico rossonero è pronto a calare sul tavolo un altro asso: “Da un po' ci manca Pirlo, che per il nostro gioco è fondamentale. Rientrerà e giocheremo meglio. Non vedo l'ora, anche se senza di lui la squadra è diventata più solida ma con meno qualità. E lui resta insostituibile. Il segreto del primato è volontà e sacrificio”.
Volontà e sacrificio, doti ben espresse dai giocatori rossoneri: da Kakà, sempre trascinatore, ma pronto a sacrificarsi sulla fascia destra in copertura, come contro il Siena, ad Antonini, che scalpita, desideroso di conquistare un posto da titolare, fino ad arrivare allo stakanovista Bonera, che contro il Napoli ha voluto dimenticare con una prova impeccabile gli svarioni di Bergamo, senza tralasciare la voglia matta di goal del vecchietto Pippo Inzaghi. Lode anche ad Ancelotti, che contro il Napoli gioca il tutto per tutto alla ricerca della vittoria, schierando la formula Brasile con due trequartisti e due punte.
Con il Milan tornato ai vertici del campionato, si svegliano repentinamente i critici e gli invidiosi, dal presidente De Laurentis, al quale ha fatto da contraltare la grande sportività del direttore sportivo Pierpaolo Marino, fino ad arrivare a Mughini, che dopo 3 anni passati a biascicare amaro di fronte alle vittorie neroazzurre, ha cambiato l’oggetto delle sue invettive. Se sul rigore di Kakà, peraltro non decisivo e da ripetere (Iezzo si muove in anticipo), le discussioni potranno andare avanti in eterno, nulla si può dire sulla sacrosanta doppia ammonizione di Maggio. Un pizzico di fortuna nel finale ha compensato la sfortuna per il palo di Kakà e per altri palloni che hanno ballato davanti alla porta, strozzando in gola l’urlo del goal ai tifosi rossoneri.
Certo il Milan deve migliorare sul piano della qualità del gioco: i terzini fanno ancora fatica a proporsi in avanti con continuità, Dinho è stato per lunghi tratti della partita un corpo estraneo, ma i presupposti per i miglioramenti ci sono tutti. Ora attendiamo anche che resuscitino gli infortunati celebri della difesa, per rafforzare un reparto che peraltro nelle ultime partite è riuscito a subire un solo goal. |di Riccardo Giannini - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 160 volte