Torna a parlare il dott. Alessandro Proto, mediatore di successo interessato, come riportato stamane sulle nostre colonne, a fare da tramite, per l’acquisto dell’As Bari Calcio, tra la famiglia Matarrese (detentrice del 90% del pacchetto azionario del sodalizio biancorosso) ed alcuni suoi clienti potenti, interessati, sino a qualche tempa fa, anche al Torino, senza, però, trovare successo.
Tuttomercatoweb ha contattato il sig. Proto, a cui ha sottoposto una sorta di terzo grado al messìa che la piazza barese aspetta da tempo. Di seguito l’intervista integrale, da cui, comuque, non trapelano nè nomi nè tantomeno segnali confortanti. Dire di essere interessati non è sinonimo di riuscita, e a Bari, questo, lo sanno tutti benissimo avendolo vissuto e constatato per anni ed anni. Il sig. Proto inizia presentadosi: “Io sono un manager che rappresenta una cordata che sta valutando un possibile ingresso nel mondo del calcio, e Bari è una delle piazze che è stata presa in considerazione”.
Dott. Proto, riservatezza a parte ad oggi ci sono stati contatti diretti, fra lei ed emissari o rappresentati dell’AS Bari? “Si ci sono stati contatti diretti, ma più di questo non posso dire”.
Può dirci quali investitori rappresenta? “Questo assolutamente no. Il discorso è questo. Bari è una delle piazze che noi stiamo valutando, il discorso è questo fondamentalmente. Bari è una delle piazze calcistiche che le persone che rappresento stanno valutando di acquistare, sono state fatte delle valutazioni a livello di studi, per quanto riguarda la tifoseria, il merchandising e lo stadio. Bari è stata valutata una delle potenziali, forse la migliore piazza, su cui potere investire. Abbiamo iniziato ad avere un primo contatto con la proprietà, ma c’è il patto di riservatezza. Non è in uno stato avanzato la cosa, abbiamo fatto le nostre valutazioni, poi si decideranno i prossimi passi. Vorrei tenere le acque il più possibile tranquille, perché poi si creano magari attriti per delle banalità, per nulla. Posso dire che è stata fatta una ‘due diligence’ sul Bari come squadra, come contesto per tutto quello che può avere di ritorno, ma soprattutto è stato valutato quello che per noi è molto importante, come lo era per il Torino, e come è importante per tutte le squadre d’Europa e del Mondo, i tifosi. Il vero patrimonio di una squadra sono i tifosi, perché quando una squadra come il Bari ha una media di ventimila tifosi allo stadio è tantissimo”.
Ha intenzione di andare a Bari nel breve periodo? “No, ancora non è stato deciso niente”.
Il Bari è reduce da una retrocessione devastante in B, e da un piano di spalma – stipendi dovuto alle difficoltà finanziarie del club. Tutto ciò quanto può incidere, o quanto ha inciso, nelle vostre valutazioni? “Il fatto che sia andato in serie B ha influito relativamente, nel senso che posso anche dire che un anno in serie B nel caso in cui le persone decidano di prenderlo, può far bene per ricostruire, piuttosto che stare in A e soffrire. Avere un anno di tempo per ricostruire una squadra e l’anno dopo affrontare la serie A nel mondo giusto, e perché no puntare all’Europa: credo che un anno di B non sia cosi negativo. Tanti aspetti devono essere valutati, quelli valutati fino ad ora sono puramente legati a quello che può valere il Bari a livello di tifosi, di merchandising, di società ma per quello che potrà essere il futuro. È questo il discorso, così come sono state valutate anche altre società. Sono solo un manager che fa questo tipo di lavoro, poi le scelte tecniche piuttosto che altro, non mi competono”.
Che tempi prevede per intravedere dei sostanziali sviluppi della trattativa? “Questo sinceramente non lo so, credo che saranno tempi brevi. Oggi non posso dirglieli, sicuramente non saranno lunghi”.
Negli ultimi dieci anni sono stati accostati all’AS Bari almeno una dozzina di cordate o emissari, interessate all’acquisto del club, poi puntualmente naufragate. Perché lei, a nome della cordata che rappresenta, pensa di avere degli assi in più da giocare? “Non so chi fossero quelli degli ultimi dieci anni, non so che carte avessero in mano, perciò non so dire perché noi abbiamo in mano carte migliori. Abbiamo tentato di acquistare il Torino a suo tempo, facendo un’offerta addirittura di quaranta milioni di euro, che ci venne rifiutata, quella potrebbe essere un motivo in più. Non so chi fossero le cordate antecedenti che volessero acquistare il Bari, quindi non posso fare paragoni né esprimere giudizi. Ora ci sono persone interessate a entrare nel mondo del calcio. Volevano acquistare il Torino, non ci sono riuscite, adesso stanno valutando altre opportunità, fra queste c’è anche il Bari”.
L’AS Bari, stando alle informazioni in suo possesso, è in vendita? “Da quello che mi risulta sì”.
Queste le parole del sig. Proto, manager dalle belle intenzioni. L’esperienza, e il capello bianco, ci consiglia, come sempre, la prudenza. Di gente così (e non nel senso dispregiativo della parola) a Bari se n’è vista tanta, forte troppa. L’interesse, le promesse e i progetti a voce sono bellissimi, e magari di non difficile attuazione ma, sino a quando non si avranno segnali ufficiali e concreti su quest’ultima storia, restiamo alla finestra senza entusiasmo alcuno. Ed è giusto restare così, viste le tante storielle metropolitane sentite e vissute sulla possibile acquisizione della squadra biancorossa, da anni in vendita e da tempo sotto l’occhio gradito di molti che, per un motivo o per un altro, non sono mai riusciti ad acquisire nulla, neppure le briciole (come stava per fare la cordata…).
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]
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