FORMELLO – Carne argentina, vino rosso e amichevole in famiglia, rigorosamente lontana dal pasto. Il menù di fine stagione è completo, soddisfa le esigenze di tutti, dai più realisti a chi ha ancora energie per spaziare con la fantasia fino all’Europa che conta: c’è il ritorno in una competizione internazionale da festeggiare e l’ultimo disperato assalto alla Champions da tentare.
La Lazio fa gruppo, si abbandona al gusto del delizioso asado preparato per l’occasione da uno chef d’eccezione, brinda ad una stagione vissuta dall’inizio alla fine in alta quota e prova a credere ad un miracolo del Milan al “Friuli”. “Le speranze sono poche”, ha sottolineato ieri capitan Rocchi, non prima di aver comunque ricordato l’importanza della posta in palio.
ROCCHI GUIDA L’ATTACCO, ZARATE RISCHIA LA PANCHINA – Allo stadio “Via del Mare” sarà ancora il numero 9 a trainare l’attacco biancoceleste, a guidare come unico riferimento offensivo il 4-2-3-1 che ieri Reja è tornato a provare. Non ci sono dubbi, la stagione si chiuderà con i suoi affondi e la sua voglia repressa di gol. Per tagliare il traguardo della famosa quota 100 da laziale mancano 5 centri. Ha già lasciato intendere che cercherà di portare a termine la missione nella prossima annata, ma intanto vuole sfruttare gli ultimi 90’ in Salento per portarsi avanti con il lavoro. Non farà coppia con Kozak (destinato all’ennesima panchina), come era stato paventato dalle interlocutorie prove di ieri. Alle sue spalle avrà il supporto dello stesso terzetto scelto nell’ultimo match con il Genoa.
Almeno due dei tre sono assicurati: Mauri partirà da destra, ma avrà piena licenza di gettarsi negli spazi che la retroguardia giallorossa concederà, Hernanes si muoverà in zona centrale, un po’ trequartista, un po’ seconda punta, senza particolari vincoli tattici da rispettare, mentre Zàrate si gioca l’ultimo posto con Sculli. L’argentino potrebbe chiudere la sua stagione in chiaro-scuro nella posizione che non ha mai digerito. Esterno di sinistra, come nel secondo tempo di Udine, quando ha sfornato l’assist a Kozak, e come contro l’ex Ballardini, quando ha pennellato dal fondo il cioccolatino che il Profeta ha scartato. Era il minuto 66, prima del quale erano state più le pause e gli affondi mancati che le giocate incisive. Anche per questo, la concorrenza di Sculli, che ha ormai definitivamente smaltito l’infiammazione al nervo sciatico, resta accreditata. Il calabrese e l’argentino, ieri sono stati impiegati nella medesima posizione. Uno di fronte all’altro: il primo sulla stessa linea di Mauri e Floccari, il secondo con Foggia ed Hernanes. Le cosiddette carte mischiate: il ballottaggio è aperto, ma la sensazione è che questa volta Maurito possa rischiare di partire dalla panchina.
BROCCHI CON LEDESMA, DIAS ANCORA FERMO – Pochi dubbi nella zona mediana del campo, dove il candidato numero uno ad affiancare Ledesma sembra decisamente Brocchi. Matuzalem non è al meglio, è alle prese con fastidio al polpaccio, anche ieri, come due giorni fa, ha disertato il campo: “Riposo precauzionale”, ha assicurato lo staff sanitario, che conta di riconsegnarlo a Reja già oggi pomeriggio dopo averlo sottoposto ad una risonanza magnetica di controllo presso la clinica Paideia. A Lecce non partirà tra i titolari. Dovrebbe esserci dall’inizio, invece, Andrè Dias, che anche questa mattina non si è allenato con i compagni a causa di un affaticamento muscolare, che tiene in preallarme Stendardo. Alla fine dovrebbe essere l’ex centrale del San Paolo ad affiancare Biava al centro della difesa. Verso la conferma sulla sinistra Garrido, mentre Lichtsteiner (frattura composta) ha già dato la sua disponibilità a scendere nuovamente in campo con il tutore protettivo alla mano destra. Indisponibili Del Nero (differenziato), Meghni (cure) e Radu (oggi controlli strumentali).
[Daniele Baldini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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