Apro oggi, con la prima di campionato, una nuova rubrica “l’analisi del non tifoso”, già annunciata da mesi. Non commenterò partite, interviste e non darò numeri ai singoli giocatori, ma cercherò di esprimere una mia analisi spogliandomi dalle vesti del tifoso, un’analisi obiettiva, soggettiva e sempre a priori, cioè senza ascoltare commenti o leggere opinioni altrui.
PARTENZA DA CENTOMETRISTI – L’Atalanta dei primi 10’-15’ ha impressionato per aggressività e qualità, ma poi il furore agonistico, si andato scemando piano piano con lo scorrere dei minuti. E’ stata una partenza da centometrista per i nerazzurri, ma le partite sono prove più simili ai 5.000 metri, dove le forze vanno centellinate e distribuite lungo l’arco dei 90’.
POCA LUCIDITÀ-TANTO MARCHETTI – Il gioco dei nerazzurri, non è stato quello corale visto l’anno scorso, ma a differenza di quello che pensava Petkovic alla vigilia, l’Atalanta non ha pensato di certo a difendersi in 9 davanti alla porta. Ha creato numerose palle gol, trovando sulla sua strada uno strepitoso Marchetti. Sarebbe bastato concretizzarne solo una per parlare di un’altra partita, ma nel calcio il gol è tutto e spesso ne condiziona anche i giudizi.
Il gioco, dicevo, non è quello veloce, logico ed organizzato della passata stagione, ieri sera ci si è affidati più alla giocata del singolo e in questo, Maxi Moralez, ha regalato sicuramente un’ottima prestazione, svariando su tutto il fronte offensivo, saltando spesso l’uomo e creando non poche difficoltà tra le linee laziali.
DIFESA – Per quanto riguarda i reparti, qualcosa da registrare c’è fin da subito. La difesa è apparsa molto spesso in affanno quando gli incursori biancocelesti entravano nelle maglie nerazzurre come lame nel burro. Male Lucchini, in netta difficoltà Bellini, mentre Peluso, con il passare dei minuti si è spento come un candela.
CENTROCAMPO – L’Elogio alla lentezza! Cigarini ha pieni sopraffini, visione di gioco eccellente, ma capacità di reazione non proprio all’altezza per reggere a certi livelli. Dalla sua ha la scusante di essere rientrato da un lungo stop, ma dovrebbe alzare i ritmi e non perdersi durante le fasi del match, dove spesso sembra estraniarsi dalla fase del gioco. Biondini è un Migliaccio della situazione, quantità ma poca qualità e non è quello che serve e vuole Colantuono. A centrocampo ci vuole qualità e fisico per competere a certi livelli. Biondini ieri sera, ha perso numerosi palloni, favorendo le ripartenze offensiva della Lazio
ATTACCO, QUALE IL VERO DENIS? – Denis completamente out, non servito, lento e piuttosto impreciso. Quando si dicevo che il difficile sarà riconfermarsi, intendevo proprio questo. Il Denis vero è quello visto in 10 anni di serie A o quello dell’anno scorso? Le statistiche penderebbero per la prima opzione ma aspettiamolo. Parra e Troisi, buoni spunti ma devono ancora integrarsi nei meccanismi del gioco. Mentre Moralez, ha regalato un’ottima prestazione.
I MAL DI PANCIA ECONOMICI E SENTIMENTALI DI PELUSO E SCHELOTTO – È inutile nascondercelo, ci sono due giocatori che oggi come oggi, non sono in grado psicologicamente di poter giocare e per due motivi diversi. Partiamo da Federico Peluso che fino all’altro ieri, contava già i soldi a tinte bianconere e invece, a 5 giorni dalla chiusura del mercato, rischia di restare ancora a Bergamo. Per carità, non resta a pane e acqua a lavorare i campi di Zingonia, ma è chiaro che passare virtualmente da juventino o da giocatore del Palermo, con nuovi stimoli, nuove ambizioni o con conti economici più polposi, a dover restare ancora un altro anno a bergamo, non è facile da digerire psicologicamente. Questa situazione non lo fa sicuramente star concentrato sulle vicende di campo.
Dall’altra, Peluso, veluti bene il suo destino. Alla Juve, con un Asamoah esterno stratosferico, richierebbe di fare panchina tuttio la’nno e perdere pure il treno della Nazionale, mentre a Palermo, andrebbe a sostituire Balzaretti in un club con ambizioni europee, nonostante la partenza terribile di ieri sera.
ABBASSARE IL PREZZO PLEASE… – Peluso non è Cassano, non lo vedremo mai puntare il dito contro qualcuno che lo blinda a cifre improponibili in un mercato di prestiti, non lo vedremo mai accusare qualcuno, ma è certo che a questo punto, andare a trattare una cessione con i bianconeri o con il Palermo a costi inferiori, è un obbligo.
Se per Peluso i suoi problemi di concentrazione sono legati ad aspetti economici contrattuali, per Schelotto, i problemi sono di natura psicologica-sentimentale. Il ragazzo è distratto da cose esterne, lo si percepisce e nell’ambiente ormai lo sanno in molti che Schelotto è turbato da alcune vicende extra campo…
Per carità, nulla di grave, ci sono milioni di lavoratori da mille euro al mese con problemi ben più seri che ogni mattina vanno al lavoro e lo svolgono con il massimo impegno, ma è chiaro che i problemi di Schelotto extra campo, lo stiano condizionando anche durante la settimana e alla domenica. Le soluzioni sono due: tenerlo in panchina finché non risolve alcuni problemi con l’aiuto della società o di chi gli è vicino, o spingerlo ad accettare l’offerta da mille e una notte pervenuta al suo agente e puntualmente rifiutata per restare a Bergamo per questioni legati alla sfera sentimentale.
MERCATO – Chiudiamo con il mercato. Mancano 5 giorni alla chiusura delle trattative. È obbligatorio a mio avviso prendere un giocatore per reparto. Un centrale difensivo o un esterno destro, un centrocampista di qualità e una punta. E’ da registrare la telefonata di Massimo Donati a Stefano Colantuono (o viceversa), per portare il centrocampista friulano a Bergamo. Ieri sera Massimo non ha giocato bene (come tutta la squadra d’altronde) contro il Napoli, ma è chiaro che anche il giocatore, vorrebbe far comprendere alla società siciliana la sua voglia di ritornare a Bergamo. Mancano 5 giorni per andare a nozze…
[Luca Ronchi – Fonte: www.bergamonerazzurra.com]
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