Atalanta, Caldara: “E’ un momento difficile ma torneremo ad abbracciarci”

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Le parole del difensore dell’Atalanta nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

BERGAMO – Mattia Caldara, difensore dell’Atalanta, ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole a cominciare dalla situazione attuale che sta vivendo il mondo intero: “Le nostre vite cambieranno, ma sarà un processo in vari step: uno dei più importanti, quando saremo certi di un vaccino sicuro. Nel frattempo, mi auguro che sapremo fermarci a valutare quanto eravamo fortunati per quello che avevamo senza saperlo, ad apprezzare ogni singolo istante che prima davamo per scontato”.

La quarantena: “Mi alleno circa un’ora e mezza al giorno, il tapis roulant che ci ha dato la società aiuta. Il riferimento con i preparatori è quotidiano, ma non vediamo l’ora di ricominciare davvero. Il lunedì o il martedì videoconferenza, si vede e sente di tutto: barbe sempre più folte, capelli imbarazzanti. C’è chi si è rasato a zero e chi progetta di farlo…”.

Poi, spazio al calcio e l’eventuale ripresa della stagione: “La prima cosa è la salute, pensare a chi sta dando la vita per salvare delle vite e ai rischi di contagio, per noi e per chi ci sta vicino. Sarà quando sarà, ma credo che si debba finire e si potrà finire. Anche le coppe, magari con degli spareggi-partita secche, se necessario. Giochiamo anche tutta l’estate: no problem, anzi. Quanto agli ingaggi, è un momento difficile: ognuno deve fare la sua parte. “Niente playoff e playout: se non si riprende, è giusto considerare la classifica alla 25a ; se si riprende, si giocano le partite che mancano”.

Sulla Champions League ha aggiunto: “Abbiamo un modo di giocare molto particolare, che in Europa non si conosce ancora bene: dobbiamo sfruttarlo. Ma la cosa più importante è giocarli, questi quarti: almeno quanto provare ad andare avanti”. L’esperienza al Milan: “Per la prima volta nella mia vita non sono riuscito a ripagare la fiducia avuta da un club, ad esprimermi ai miei livelli: mi brucia molto, è stata una sconfitta. Ci penso ancora, ma so che devo accantonarla: un anno e mezzo così difficile è stato già abbastanza. E al Milan dirò sempre grazie: se non ha funzionato, è stata colpa mia”.

Infine il sogno chiamato Europeo:Alla Nazionale e all’obiettivo Europeo penso spesso, certo, anche se so di aver perso quasi due anni: oggi mi sento indietro rispetto agli altri e se voglio recuperare devo correre più forte degli altri, fino al 2021. Spero di fare tutto il possibile per ripagare la fiducia dell’Atalanta e magari anche di Mancini. Non ci sono riuscito una volta, con il Milan, e può bastare così”.