Una vittoria meritata, figlia del bel gioco e del carattere. La Lazio soddisfa anche i palati più fini e si prende tre punti su un campo -quello di Bergamo- sul quale tutti faticheranno. Sì perchè l’Atalanta è collettivo compatto, con individualità interessanti come Moralez e Bonaventura. Ma la Lazio che debutta nella Serie A 2012/2013 è in versione deluxe. Petkovic si prende un esordio da ricordare. Il tecnico di Sarajevo disegna una squadra bella e concreta. La Lazio gioca a memoria, illumina la notte di Bergamo e doma un’indomita Atalanta. Klose è attaccante sopraffino, magistrale nel venire incontro al portatore di palla e aprire spazi per gli inserimenti di Mauri, Candreva ed Hernanes. Proprio il Profeta è tra i più ispirati e oltre al gol, regala una prestazione di qualità e quantità. Funziona la Lazio, manda segnali importanti ai propri tifosi e a se stessa dopo un pre-campionato vissuto in apnea. Alla chiusura del mercato mancano cinque giorni. L’occasione per volare, stavolta, è ghiotta.
PRIMO TEMPO – La voglia di mostrare la sua creatura, superiore all’emozione per il debutto. Petkovic per la sua prima in A, si affida ancora al 4-3-3 e a nove protagonisti della vittoria sul Mura di giovedì. Sull’out mancino di difesa non c’è Cavanda e Lulic torna all’antico, in mediana fuori Onazi e dentro Gonzalez. Per il resto nessun cambio con Klose riferimento avanzato ed Hernanes mezzala sinistra. Colantuono risponde con il suo “classico” 4-4-1-1. In difesa, al centro, c’è Peluso al posto di Manfredini. Moralez è la spalla di Denis, mentre in mezzo debutta Biondini. L’avvio è di marca nerazzurra e al 3′ è Brivio -da azione da angolo- a centrare il palo con un colpo di testa a botta sicura. La Dea preme, spinta dal pubblico e dalle folata degli esterni Bonaventura e Schelotto. La Lazio tiene, ma non riparte e allora Dias e Biava sono chiamati agli straordinari. Ci prova Moralez con una bella giocata, ma Marchetti è puntuale nella risposta. I biancocelesti ci mettono dieci minuti a entrare in partita, ma quando Hernanes trova la posizione, con Mauri e Klose a scambiarsi costantemente per non dare punti di riferimento, allora per l’Atalanta sono dolori. La Lazio cresce, come un’onda e al 17′ capitalizza il bel gioco mostrato. Klose duetta con Mauri e il servizio del brianzolo per Hernanes è un cioccolatino solo da scartare e gustare. La fase centrale del tempo è tutta biancoceleste. Ledesma e Gonzalez fanno da cerniera, Hernanes spazia e mentre Candreva è dedito a fare da ago tra centrocampo e attacco, Klose e Mauri creano più di un imbarazzo alla difesa di casa. L’Atalanta, però, non ci sta e Marchetti deve superarsi su una punizione pennellata da Moralez. La pressione dei nerazzurri cresce nel finale di tempo, ma grandi pericoli per l’estremo difensore laziale non arrivano. Petkovic guarda soddisfatto, invita i suoi a salire e Candreva a essere più intraprendente. Ma nel complesso la Lazio è piacevole con Klose a fare da sponda e creare spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.
SECONDO TEMPO – La ripresa comincia con gli stessi effettivi del primo tempo e con una Lazio ancora viva. Pressing alto con l’intenzione di recuperare palla subito e pungere in velocità. I frutti si vedono al 51′ quando una bella azione porta Gonzalez al tiro. Brividi. Due minuti dopo è ancora show biancoceleste ma Klose -da due passi- calcia male e Consigli ha vita facile. Petkovic guarda soddisfatto, mentre Colantuono si sbraccia incitando i suoi a salire. La Lazio sembra trovarsi a memoria e l’azione tra Mauri e Candreva che, poi, porta al tiro Konko è lì a testimoniarlo. L’Atalanta cambia al 66′: dentro Troisi e fuori un impalpabile Schelotto. La Lazio amministra, soffre la veemenza della Dea che è spinta dal cuore più che dal cervello. Colantuono lancia Parra per Bonaventura. I biancocelesti appaiono un po’ stanchi e l’Atalanta ci prova dagli sviluppi di una punizione e Marchetti è bravissimo a chiudere lo specchio su Troisi. Petkovic sceglie Onazi per un Mauri stremato. I nerazzurri si gettano in avanti a testa bassa, l’assetto è offensivo con due punte centrali (Parra e Denis) e due ali (Moralez e Troisi). Marchetti non corre praticamente mai rischi e l’unico brivido è dettato da un’azione confusa di Denis che, però, viene fermato da Biava e Lulic. Altri cambi e allora nella Lazio escono Gonzalez e Candreva per fare spazio a Cana e Scaloni. Sostituzioni conservative, ma la mentalità biancoceleste è quella di attaccare, di pressare, anche quando le gambe sono pesanti e l’ossigeno viene meno. Inutili gli ultimi assalti di Cigarini e compagni. La Lazio vince e convince. Un risultato -lo 0-1- che non rispecchia del tutto la superiorità mostrata dalla squadra romana per larghi tratti di gara. Dopo la sfida contro il Mura si chiedeva una squadra più tonica, grintosa e brillante. Accontentati.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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