Uff… Mi sono state inviate un po’ di mail in cui mi veniva chiesto un parere sulla nuova seconda maglia dell’Atalanta a strisce giallo-nere tipo vestito da carnevale dell’Ape Maia, o se preferite, simile alla maglia del Borussia Dortmund. In questo periodo, pur di parlare di Atalanta, si parlerebbe anche di calcio virtuale come eterni Peter Pan, ma il dibattito sulle maglie, mi appassiona molto poco, anzi, non mi frega proprio nulla, però, se proprio dovessi esprimere un mio giudizio squisitamente estetico, mi piacciono e pure molto.
Devo ammettere, che il mio giudizio è notevolmente condizionato dal mio tifo passionale per il Borussia Dortmund, per cui è chiaro che questa maglia che non ha nulla a che vedere con i colori sociali, facendo comprensibilmente storcere naso e budella ai nostalgici, personalmente mi piace molto. Ai nostalgici, ai tifosi duri e puri, quelli rimasti ancora alla maglia di lana con la numerazione dall’1 all’11 senza nomi, sicuramente non piacerà. Avete mai visto il responsabile della Curva Nord “Bocia” Claudio Galimberti con una maglia recente con un nome scritto sulle spalle? Va in giro con la maglia numero 8 di lana, e immagino cosa possa pensare dell’attuale maglia gallonera. Un attentato alla storia.
OGGETTO DI MARKETING – Aldilà del giudizio soggettivo sul colore e la tradizione, è bene ricordare che ormai le maglie sono diventate un oggetto di marketing importantissimo. Ci sono club che riescono a pagare un top player, soltanto con la vendita delle proprie maglie in tutto il giorno: Manchester United, Barcellona, Bayern etc,
RADICI A DORTMUND – A livello di marketing, la società Atalanta ci sa fare parecchio e ogni aspetto viene studiato attentamente da un pool di esperti in materia. Circa i motivi dei colori giallo neri, ho sentito un sacco di ipotesi, ma penso che non si debba andare a fare chissà quali voli pindarici mentali. La maglia ricorda quella del Borussia Dortmund non per caso. Un Radici, famiglia vicina a quella di Percassi, è nell’organico societario del Borussia e la stessa società, è stata più volte presa a modello dallo stesso Antonio Percassi.
MA CHI L’HA INDOSSA?- Aldilà del colore, francamente, potrebbe essere pure verde pisello, tendente al marrone sbiadito, se la indossassero l’anno prossimo giocatori di livello. Per ora si parla di Santacroce, ex pupillo di Marino che per l’Atalanta, pare abbia proposto una seconda maglia azzurra con lo sponsor dell’acqua minerale L….e. (si scherza ovviamente). Oppure Acerbi, quel difensore centrale buono per un club medio piccolo, ma che a Milano sponda rossonera, se lo sognano ancora di notte. Preferire Mexes ad Acerbi è tutto dire. Altro nome sul taccuino è quello di Sperduti… Qui siamo davvero perduti. Con il Palermo va bene l’operazione Ardemagni per Donati ma il resto è meglio farselo pagare in denaro fresco.
Va beh, per ora sono solo nomi, come quello di Niang in prestito come attaccante destro nel modulo a 3 punte. Voci, rumors, idee, vedremo alla fine quanta polpa resterà attaccata al nocciolo.
[Luca Ronchi – Fonte: www.bergamonerazzurra.com]