Chi si era innamorato del Borussia Dortmund dello scorso anno, avrà probabilmente trovato una nuova squadra per cui simpatizzare. L’Atletico Madrid di Simeone è la nuova Davide della Champions League che arriva a giocarsi le semifinali con tre Golia del calcio europeo. I colchoneros però rischiano di superare i “predecessori” tedeschi (che però arrivarono fino alla finale) se riusciranno a centrare l’impresa anche in campionato, dove al momento comandano davanti a due colossi come il Real Madrid e il Barcellona sconfitto ieri al Vicente Calderon. Uno di quei miracoli sportivi che danno speranza un po’ a tutti, anche se imitarli è ovviamente cosa molto ardua. Incredibile la crescita di cui si è reso protagonista l’Atletico Madrid negli ultimi anni: ha vinto la Coppa Uefa nel 2010 e poi nel 2012, conquistando anche la Supercoppa europea in entrambe le occasioni. Lo scorso anno ha vinto la Coppa del Re qualificandosi per la Champions e quest’anno sta giocando per vincere tutto. E pensare che come fatturato – secondo il tradizionale report della Deloitte che fotografa lo stato economico delle società di calcio – sono soltanto in 20° posizione con 120 milioni, meno di un quarto delle due rivali spagnole. E anche la metà di Juventus e Milan.
Rispetto alla Fiorentina siamo comunque quasi al doppio, ma l’esempio che arriva da Madrid sponda biancorossa, è che si può competere ai massimi livelli anche con mezzi economici molto più limitati. La stessa società viola, nel suo piccolo, in questi anni ha saputo ottenere risultati migliori rispetto alle 6 “sorelle” che hanno introiti nettamente superiori. L’Atletico Madrid ha costruito il suo capolavoro con sessioni di mercato a bilancio nettamente attivo, ad esempio l’ultima chiusa con un saldo di circa 35 milioni, grazie alla cessione di Radamel Falcao al Monaco. Così come due anni prima erano stati sacrificati Aguero, Forlan e De Gea. Grande merito va poi a Simeone, arrivato a dicembre 2011 e capace di valorizzare al massimo una squadra rimasta in questi anni molto simile, con alcuni “scarti” delle big (vi ricordate cosa erano Diego e Tiago alla Juve?). L’emblema è Diego Costa, fino ad un anno fa nell’anonimato nonostante avesse già 24-25 anni, oggi considerato uno dei top attaccanti del mondo, tanto da esserselo conteso Spagna e Brasile per la scelta della nazionale. Tutto facile, insomma? Esattamente il contrario, altrimenti lo farebbero tutti. Però per società come la Fiorentina è un ulteriore stimolo per provare a superare i propri limiti, nel calcio si può anche fare. E la dimostrazione ulteriore di quanto vincere aiuti a vincere: quindi il 3 maggio…
[Simone Bargellini – Fonte: www.violanews.com]