Ballardini: “Tre aspetti ci confortano: serietà, generosità e qualità del gioco”

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logo-bolognaHa visto passi avanti dal punto di vista del gioco rispetto a Milano. Elogia la prova dei suoi, in toto. Ma mette anche a nudo l’errore che è costato il gol di Nainggolan e ribadisce che per arrivare alla salvezza ci sarà da soffrire, e non poco. Ecco le parole di mister Ballardini al termine della gara con la Roma.

Con la Roma è arrivata una sconfitta di misura come a San Siro, seppure al termine di una partita diversa. Cosa ha visto di migliore e di peggiore rispetto al match contro il Milan? “Ho visto la stessa generosità, la stessa attenzione, la stessa serietà, la corsa e, rispetto a Milano, una qualità di gioco migliore soprattutto nella seconda parte. Partite più o meno simili ma oggi con una qualità di gioco superiore rispetto alla partita fatta contro il Milan, contro una squadra che penso sia leggermente superiore al Milan”.

La qualità l’ha data Ibson? “La qualità l’ha data Ibson, ma anche altri giocatori perché hanno fatto una gran partita Kone, Krhin, gli esterni, Cristaldo, Lazaros. Ibson è un giocatore che ha caratteristiche diverse rispetto agli altri ma, insieme a lui, anche gli altri hanno dato qualità e intensità al gioco”.

Il Bologna è adesso da un mese decisivo, in cui affronterà dirette concorrenti nella lotta salvezza. In questo contesto è più importante aver ritrovato gioco o la condizione fisica, visto che oggi il Bologna fino alla fine è stato in partita? “Le due cose: il fatto che la squadra corre sempre e per lunghi tratti della partita è ordinata, e in più ci mettiamo una sempre maggiore mole di gioco. Questi sono i tre aspetti che ci confortano: serietà, generosità e qualità del gioco”.

Quali sono una preoccupazione e un aspetto positivo? “Sapere che, nonostante queste qualità – serietà, generosità e qualità di gioco – da qui alla fine dovremo faticare sempre molto per ottenere risultati. Noi questa sera abbiamo faticato molto, avremmo meritato certamente qualcosa in più e non l’abbiamo ottenuto: questo vale anche per la partita di venerdì scorso. Sappiamo che per ottenere dobbiamo faticare molto, molto, molto perché questa è l’unica maniera che abbiamo per ottenere qualche buon risultato. L’aspetto positivo? In generale ho visto una maggior consapevolezza nei nostri mezzi. Per me il Bologna ha dei buoni giocatori e oltre a dimostrare di essere squadra, e per me lo è, deve dimostrare che all’interno della squadra ci sono delle individualità buone: quindi, più consapevolezza”.

Kone ha confermato questa sera la sua duttilità: ha fatto anche il terzino. C’è il rischio, in questo modo, di dipendere una sua qualità, quella di avere la giocata in grado di risolvere la partita? “Ha fatto anche il terzino e l’ha fatto bene.  Stasera ha avuto diverse giocate importanti perchè ha giocato molti palloni. Per quello che so io, Kone ha giocato dappertutto: dietro un centravanti, da mezzala, da quinto di centrocampo. Questo è un aspetto che dimostra la sua duttilità e la sua generosità. Aggiungo anche che ha fatto bene dietro la punta quando non c’era Diamanti, ha fatto bene da mezzala, da quinto e stasera ha fatto tutta la fascia e l’ha fatta bene. Questo per me è un valore in più”.

Come ha deciso di dargli la fascia di capitano? “Abbiamo parlato con la squadra e la squadra, insieme a me, ha deciso all’ultimo che fosse la cosa più sensata”.

A un certo punto della partita ci ha creduto: non ha visto in campo tutto questo divario. “No, però la differenza le grandi squadre la fanno proprio così: ti fanno credere di essere bravo quanto loro però vincono loro, anche se la Roma quest’anno non vincerà niente, credo. Però sono forti, molto forti”.

Quali colpe ci sono sul gol subito? “Innanzitutto non doveva partire così: abbiamo concesso a un giocatore di fare 30 metri con la palla ai piedi, di fare un passaggio, da libero, a un suo compagno davanti e siamo stati poco bravi sul passaggio di Gervinho a Pjanic. Sulla palla di Pjanic dovevamo difendere di più la porta, invece siamo andati sul passaggio dietro: prima di tutto dovevamo difendere la porta. L’errore è stato quello, oltre all’errore commesso a inizio azione”

Errore di un singolo? “No, c’è un errore di squadra. L’errore è stato commesso all’inizio perché Gervinho non può fare 30 metri e poi è stato commesso una volta che Pjanic ha ricevuto la palla: siamo andati sul passaggio dietro e non abbiamo visto l’inserimento di Nainggolan”.

[Cinzia Saccomanni – Fonte: www.zerocinquantuno.it]