Rispetto per chi arriva, ma amore per chi, da ieri, è volato altrove. Ventura… sempre nel cuore
E’ andato via. Come, con quale tempistica e con che tipo di risoluzione contrattuale, francamente, frega pochissimo.
Alle 21.00 di ieri sera, si è chiusa un’era in casa Bari. Un gentil’uomo, un amante del bel calcio, un genovese doc baresizzato in men che non si dica a colpi di panzerotti e successi, sapori e ricordi che il tecnico ligure metterà nella valigia, già pronta e carica di rimpianti. La contestazione dell’altro ieri, difficilile da sopportare, impossibile voltare le spalle ad una piazza che t’invita a toglierti dai piedi. La classifica, le sconfitte, le solite dichiarazioni post-gara, hanno sfilacciato un amore che pareva indistruttibile.
Quali e quante le colpe di un uomo che ha dovuto lottare e fare guerra, per lunghi tratti di questa stagione, con giocatori del livello di Crimi, Galasso, Rana e compagnia bella, non tantissime. Il mercato di gennaio, troppo tardi. Il gruppo ormai non ne voleva più sapere; non seguiva più il suo marinaio ligure, che ha provato a cambiargli pure pigiama tattico pur di rivederlo sorridere e tornare alla vittoria.
L’unico, vero e condannabile errore commesso dal tecnico ligure, la sfacciata voglia di schierarsi con la società anche quando questa non ha saputo regalargli, in fase di progettazione e costruzione, neppure Rinaudo. Non parliamo, poi, di Giovinco, pregato in ginocchio dall’ex Pisa che confidava in un sacrificio da parte dei Materrese mai arrivato. Questo ci sentiamo di condannare. La sua decisione innamovibile di essere uomo d’azienda, obbediente al padrone e per questo, a volte, costretto pure a raccontare qualche balla alla piazza. Balle raccontate a catena anche dal ds del galletto quando si è trattato di fare mercato. Tutti vittime dell’altissimo, che dice di voler fare calcio e che, probabilmente, non vede nemmeno le partite del suo giocattolo preferito.
Doveva andar via a dicembre mister Giampiero, sbattendo la porta in faccia a chi di dovere. O, viceversa, doveva essere la stessa società a mandarlo via in tempo utile a recuperare lo spogliatoio prima e le posizioni in classifa poi. Basta comunque, questo aspetto lo abbiamo ampiamente sviscerato, chiacchierato ed analizzato.
La verità è sempre solo una: a Bari pagano tutti, soprattutto i tifosi. Dopo l’addio comprensibile e preventivabile di un uomo onesto ed ambizioso qual’è Antonio Conte e dopo la brusca, ma programmata, separazione dal mago del pallone qual’è Giorgio Perinetti, è arrivato lo strappo da Gimpiero Ventura, uomo galante, di altri tempi, che ha fatto divertire l’Italia intera col suo 4-2-4 libidinoso. Statene certi tutti, di gente così, a Bari, non ne vedrete più. La fortuna non può assisterti per sempre, soprattutto quando tu, in maniera irresponsabile, gli volti sistematicamente le spalle.
Ora, Bortolo Mutti, a cui vanno i nostri auguri. Ventura, c’è da scommeterci, quando avrà sentito fare il suo nome dagl’alti piani di via Torrebella, con sorriso sornione, avrà pensato ad una cosa che, i più, probabilmente ignorano. Non tutti sanno, infatti, che mister Mutti nel 2003 era l’allenatore del Messina, con cui conquistò la promozione in serie A nel 2004. Confermato alla guida dei peloritani per la stagione 2005-2006, venne sollevato dall’incarico dopo la 31ª giornata (terz’ultimo posto con soli 28 punti) e venne sostituito proprio da Giampiero Ventura, allora ex allenatore del Napoli, che purtroppo per i siciliani non riescì ad evitare la retrocessione in serie cadetta. Il destino, a volte, fa brutti scherzi… e a pagare gli errori altrui, sono sempre gli stessi: gli allenatori.
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]