Bari: con un piede nella fossa

277 0

Mezzo campionato per dirsi addio. Il Bari che domenica scorsa è stato strapazzato sul piano del gioco dal Bologna, ha perso dando la sensazione di essere una squadra in disarmo. Per tutto il secondo tempo, i biancorossi non sono riusciti a riprendere il pallino del gioco che, anche per lunghi tratti del primo, gli era sfuggito spesso. Una sconfitta pesantissima dunque, non tanto perché riaffossa la squadra di Ventura a quota -5 dalla salvezza, quanto per il modo in cui è maturata; una debacle inattesa ed inimmaginabile, arrivata a soli tre giorni dal successo nel derby del Via del Mare, che aveva ridato speranza anche ai tifosi più pessimisti.

Servirebbe una scossa che, francamente, non pensiamo possa arrivare dal mercato di riparazione. Già la mancata tempestività nel completare l’organico, in vista di impegni fondamentali quali quelli affrontati dai biancorossi in quattro giorni, è un chiaro segnale che, anche in questa sessione di mercato, le aspettative più rosee degli ultimi inguaribili sognatori tra i supporters baresi saranno disattese.
Il primo colpo al cuore, da questo punto di vista, è già arrivato: il tanto reclamizzato attaccante argentino Mauro Boselli, che spesso nei giorni scorsi era stato accostato al sodalizio barese, si è accasato a Genova, alla corte di Preziosi. E il Bari? Il Bari si consolerà con Rudolf, ennesimo ventunenne acerbo che, come gli altri rinforzi “in erba” Glick ed Okaka, non potrà certo sobbarcarsi tutto il peso di una clamorosa rimonta.

Un’altro bello “scossone” al gruppo potrebbe arrivare con il cambio della guida tecnica, ma anche su questo punto, non ci sembra che da Via Torrebella trapeli la voglia di dare il benservito ad un Ventura ormai svuotato e che pare predicare nel deserto. Sarà per gratitudine, sarà per ferma convinzione che con un altro allenatore la situazione in casa-Bari non cambierebbe granchè, fatto sta che la triade Matarrese-Angelozzi-Ventura sembra destinata ad andare avanti fino al termine della stagione.

E così, tra l’immobilismo generale, ecco un altro campionato di Serie A scivolare miseramente dalle mani dei tifosi baresi, ai quali deve sembrare essere passato un decennio da quando (solo un anno fa) tutta l’Italia calcistica parlava in maniera lusinghiera del Bari. Un campionato che, come già avvenuto in passato, rischia di finire con largo anticipo e di trasformarsi in passerella per i calciatori biancorossi più appetibili.

E’ ciò che è avvenuto nella stagione 2000-2001, quando la squadra tirò i remi in barca nel tempo pasquale ma il tecnico di allora, Eugenio Fascetti, fu esonerato solo a sei giornate dalla fine, dopo la clamorosa sconfitta interna con il Perugia, che in mezz’ora del secondo tempo ribaltò il 3-0 con il quale si era conclusa la prima frazione di gioco in un incredibile 3-4. Ma non è l’unica stagione nella quale i biancorossi hanno salutato in anticipo la massima serie, classificandosi ultimo. Successe pure nella stagione 1969-70, quella dello storico scudetto del Cagliari, quando il “mago di Turi” Oronzo Pugliese non riuscì ad essere profeta in patria e salvare la compagine biancorossa, che concluse mestamente all’ultimo posto retrocedendo aritmeticamente tre giornate prima della fine del torneo proprio per mano del Cagliari, che quello stesso giorno si laureò campione d’Italia. Ancor peggio era andata nella stagione dei cosiddetti “oriundi-bidone” Siciliano e Fernando, quella targata 1963-64: il Bari già un mese e mezzo prima della fine del campionato era di fatto retrocesso in Serie B.

[Mauro Solazzo – Fonte: www.tuttobari.com]