Problema: quando una squadra, evidentemente svuotata, senz’anima né fisicità sufficienti a resistere agli urti di una categoria fattasi troppo grande, insormontabile, a metà del suo cammino dà segni evidenti di cedimento strutturale, si fa meglio a staccarle la spina, dichiarandola clinicamente morta, o ci si accanisce (in modo poco terapeutico) pretendendo non solo che si rialzi (sarebbe un miracolo) ma anche che corra a velocità doppia delle normali prestazioni?
Svolgimento. Laddove si opti per la prima soluzione, constatatone il decesso, si inizia ad elaborare un lutto, a razionalizzare la perdita. Che in questo caso è immensa. Significa cominciare a decidere se imprecare contro il destino, contro le divinità del calcio, contro la sfiga, contro chi quella squadra non l’ha gestita per il verso giusto, magari anche contro la propria amata creatura – che diventa fonte di dolore (sportivo, sì, ma sempre e comunque dolore). Se, invece, si pretende ancora che si risollevi e corra, si invocheranno iniezioni di ricostituenti, a costo di qualunque sacrificio, perché non la si vuol lasciar andare. Ci si “accanisce”, come appunto dicono i soloni della bioetica.
I rischi sono insiti in entrambi i percorsi. Va bene, molliamo, è finita, è Serie B. Che facciamo da ora fino all’ultima in casa (con il Lecce – magari già salvo) ricominciamo con i “Vattene da Bari”, “Venduti”, “Senza dignità”? ci ingegniamo nel migliore striscione offensivo sì da meritarci menzione nelle rubriche televisive apposite? nel frattempo corrodendo un rapporto, una fedeltà, un attaccamento, che avevamo ritrovato dopo 8 interminabili anni di buio… e gli abbonati? restituiamo loro il “maltolto”?
Oppure accaniamoci, crediamoci; ma crederci costa, significa investire su un palazzo che ha la dinamite nelle fondamenta! se poi crolla, hai perso davvero tutto, e ricostruire sarebbe doppiamente duro. E in settimana si è appreso che l’A.S. Bari è già in ambasce. Ingaggi onerosi, fuori rosa ed infortunati – reali e d’arte; guida tecnica ormai senza bussola; lo schiaffo con il Napoli è solo l’ennesimo episodio di eruzione di un malessere ormai conclamato, e le nuvole nere si addensano all’orizzonte. (to be continued…).
[David Giampetruzzi – Fonte: www.tuttobari.com]
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