Una squadra senz’anima, senza voglia e assolutamente rassegnata alla retrocessione. Questo è ciò che resta del collettivo biancorosso, sceso in campo all’Olimpico per subire l’ennesima sconfitta di una stagione che tarda a finire. Un’agonia struggente, un spettacolo vietato ai minori di anni.. chissà.
Un gruppo di uomini capace di subire ed incassare gol al primo affondo nemico, un gruppo che non riesce a trovare la forza, la rabbia, l’orgoglio di reagire e lottare. Una squadra psicologicamente distrutta e in B da parecchio tempo, una creatura lasciata morire senza muovere un dito. Un cambio di allenatore che a nulla è servito, soprattutto perchè, dispiace dirlo, Bortolo Mutti a tutto credeva quando ha firmato il contratto col club biancorosso, tranne che alla possibilità di salvare questa squadra.
Ascoltare i giocatori del galletto durante le conferenza stampa in settimana, fa male, è brutto. Promesse di riscossa che mai, è sottolineamo mai, sono state mantenute, neppure per sbaglio. C’è gente, quasi la totalità del gruppo, che scende in campo già convinta di perdere, di subire e di non avere le potenzialità adeguate ad offendere nessuno. A fare più male, però, le parole del tecnico lombardo, che tre giorni fa parlò di 0 (5% significa zero…) possibilità di salvezza. Complimenti, davvero. Sarà anche realista l’ex allenatore di Messina ed Atalanta, ma come si fa a tentare il miracolo se si infonde al gruppo questo concetto? Come dovrebbero giocare i tuoi uomini sapendo che il proprio traghettatore, colui chiamato a fare soprattutto da motivatore, si è arreso in partenza? La dimostrazione della poca cattiveria del neo allenatore del Bari, tutta nella formazione che perde per 1-0 contro la Lazio di Eddj Reja.
Alvarez punta, Donati ancora titolare e ben tre attaccanti in panca. Ma chi si deve salvare, la Lazio? Una squadra schierata nuovamente con un 4-3-1-2 che poco senso e poca logica riesce a mettere in atto. Una mediana fatta da giocatori fantasma, che non propongono gioco e non distruggono quello altrui. Un trenquartista, Bentivoglio, che nulla può in una posizione che non lo vede a suo agio. Una coppia d’attaccanti che non spaventerebbe neppure un bambino, col povero Alvarez costretto a fare sconcie figure in un ruolo che lo penalizza oltremodo. Poi, quando la lucidità torna padrona della mente di mister Mutti, fuori Okaka e dentro le riserve. Che senso ha cambiare mister se si è così sfacciatamente consapevoli di retrocedere? E adesso, come si fa ad affrontare le restanti 13 partite da qui alla fine di questa stagione?
Fischi per tutti, indistintamente. Il pesce puzza dalla testa, è vero, ma tutto il corpo qui sembra andato letteralmente in putrefazione. La B una realtà con la quale iniziare a fare i conti sul serio. Se qualcuno deve andare via, che lo faccia presto. Se qualcuno è stanco e, inevitabilmente, a stancato parecchio, che lasci la barca affondare senza mancargli di rispetto. Nessuno del clan biancorosso meriterebbe di percepire compensi o stipendio. In campo, ma anche fuori (vero presidente?) si deve sudare per guadagnarsi la pagnotta. Vergogna…
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]
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