Alfedena, culla del Bari che sarà. Tra sole e maltempo, corsa, test atletici e partitelle in famiglia, la formazione biancorossa sta prendendo forma, consistenza e dimensione. Obiettivo dichiarato, quello di presentarsi ai nastri di partenza del prossimo campionato (start il prossimo 25 agosto, ndr) nella miglior condizione psico-fisica possibile. Certo, la rosa a disposizione di Vincenzo Torrente presenta ancora diverse lacune, ma questo non sta minimamente scalfendo la voglia e la professionalità con cui, tecnico e giocatori, stanno consumando questa prima farse di ritiro pre-campionato.
Dopo le prime due amichevoli giocate, e vinte, la compagina barese è attesa domani da un test decisamente più difficile contro i pari categoria del Livorno. E in attesa di vedere quale sarà la reazione tecnico-tattica del gruppo al cospetto di avversari dello stesso livello, abbiamo voluto fare il punto della situazione in casa biancorossa con il collega, e amico, Massimo Longo, inviato in quel di Alfedena, che, con la solita disponibilità e schiettezza, ha soddisfatto le nostre curiosità sullo status generale della squadra.
Ciao Massimo, ben ritrovato. Prima settimana di lavoro: impressioni e sensazioni sul Bari che sta nascendo… “Ho descritto poeticamente il Bari così: sembra una crisalide in attesa della comparsa delle ali che, però – temo – rimarranno tarpate. Quanto al resto, sembrerà una risposta banale e scontata, tipica di questi periodi, ma mai come quest’anno ho avuto una favorevolissima impressione dal gruppo che, nonostante siano consapevoli della batosta (piccola, media, grossa, non si sa) che si sta per abbattersi sulla società, mantiene un atteggiamento di calma misto ad impegno, voglia di vincere ed impressionare, naturalmente sospinti da una massiccia dose di umiltà, anche questa mai vista in dosi così massicce come in questa settimana. Ovvio che tutto ciò non potrà bastare alla salvezza ma se il buongiorno si vede dal mattino e se la spada di damocle della giustizia sportiva dovesse essere clemente… si può fare”.
Capitolo nuovi arrivi: chi e perchè ti sta ben impressionando, e chi meno? “lo avevo scritto in un mio recente articolo: preferisco non pronunciarmi per adesso dal momento che i due test (l’ultimo dei quali contro una squadra nelle cui fila han giocato due bambini di 13 e 16 anni) appaiono poco attendibili. Certo, quanto ad impegno, sudore e disponibilità nella percezione degli schemi, nulla quaestio, ma, ad esempio, se dovessi esprimermi su Sciaudone preferirei attendere un altro mesetto in quanto da lui mi attendo cose egregie dal momento che i piedi buoni ce li ha. Sabelli gioca ad intermittenza, molti sono infortunati, Sanà Camara sembra desaparecidos, dunque attenderei per i giudizi sui nuovi”.
Torrente è al secondo anno sulla panca biancorossa: differenze rispetto al ritiro della scorsa estate: “Stessi schemi, poca differenza tra il precedente ritiro e questo. Gli manca solo la cartellina sotto il braccio e la sua posizione in mezzo al campo circondato dai suoi collaboratori nell’attendere i giocatori. Tuttavia devo dire che lo vedo più motivato rispetto allo scorso anno, forse perchè consapevole che sarà ancora più in salita rispetto a Borno. E ad un oplita come lui nulla fa paura. Su questo ci metto la mano sul fuoco”.
Cosa manca al gruppo che stai seguendo da vicino per avvicinare il livello tecnico-tattico a quello delle migliori del campionato? “Per vincere il torneo la vedo, obiettivamente, dura, tendenzialmente impossibile a causa della partenza ad handicap, ma per salvarsi dignitosamente, divertirsi e divertire, serve innanzi tutto esperienza (uomini alla Bogliacino, nonostante il poco apporto materiale sul campo apportato, De Falco e Donati, per intenderci, perchè l’anno scorso a Castellammare di Stabia o a Nocera Inferiore, la sola presenza di un Donati in campo faceva paura ai giocatori), poi il “quorum”. Dunque, se arriva il migliore calciatore della Seconda Divisione, ben venga, e ci mancherebbe, ma serve ben altro e siccome sappiamo che soldi non ce ne sono, si rimane speranzosi della diplomazia del direttore Angelozzi. Nello specifico, al momento mancano i due terzini sinistri (perdonami ma mi piace definirli ancora “terzini” perchè detesto nominarli “esterni bassi”, mi spoetizza il calcio che, come sapete, “vedo” in modo romantico), poi un vice Romizi, un’ala sinistra (o esterno alto, ahimè) e un attaccante. Ma, ripeto: occorre che il materiale esistente cresca anche di esperienza e di personalità perchè altrimenti, alla lunga, l’inesperienza diventa letale”.
Massimo, una considerazioni personale su alcuni singoli (a detta di molti i veri punti di riferimento di questa giovane squadra): Caputo, Dos Santos, Borghese e Lamanna... “Caputo è maturato parecchio ma siccome alla fine sono i numeri che cantano, fino adesso non ha fatto nemmeno un gol: e questo, statene certi, non passa inosservato nello staff tecnico nonostante rimanga pur sempre l’attaccante “numero uno” in questo Bari. Dos Santos appare colui il quale regge e comanda la difesa quest’anno. E si vede dalla sua serietà, determinazione in campo, là dietro, travestito da chioccia. Nulla contro Ciccio Caputo, ci mancherebbe, ma la fascia di capitano la affiderei a lui quest’anno, mi dà maggiori garanzie a tutta la squadra. Borghese è inciampato nella prima fesseria ingiustificata e Torrente ha messo subito i puntini sulle ‘i’ levandolo dal campo nella prima amichevole. Sta giocando anche in attacco e talvolta in difesa non aiutando il reparto ed, anzi, squilibrando la squadra. Occorre capire se vuole sgrezzarsi o rimanere ancora grezzo. La serie B non è il “canalone” e nemmeno l’ex campo, ormai scomparso, del Cimitero negli anni 70, da me calcati, dove il difensore si prendeva a licenza di spingersi in avanti in cerca del gol senza rientrare. Lamanna è stato cercato, preteso e riconfermato: e la scelta la dice tutta senza dover aggiungere alcun commento. Solito impegno, solita voglia di crescere e dare una mano a questo Bari“.
Battuta finale su un ragazzo che sta a cuore a tantissimi giovani tifosi del galletto: Francesco Grandolfo. Come lo vedi? E’ pronto a giocarsi un posto da titolare in questa squadra? “Anche su Grandolfo avevo scritto proprio ieri che piuttosto che andare a pescare l’attaccante nella “Maceratese” di turno (con tutto il rispetto per la compagine marchigiana), concederei una chance a Grandolfo, intanto perchè lo vedo molto determinato, molto di più rispetto a Borno, e poi perchè nelle partite si supera sia nel sacrfiicio, sia smarcandosi bene, sia nella realizzazione di gol, devo dire, parecchio belli e non comuni. Certo, però, lui vorrebbe giocare titolare…. e mi pare giusto”.
[Redazione Tutto Bari – Fonte: www.tuttobari.com]
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