Dalle macerie di un sconfitta, la decima in poco più di tre mesi di campionato, è difficile estrarre elementi vivi, spunti su cui poter lavorare ed essere positivi. Ma non è impossibile, soprattutto se la sconfitta è quella rimediata dal galletto in quel di Roma, che punti non ha portato nel cassonetto ma, che, ha messo in mostra un Bari decimato ma vivo come poche volte in passato. Attenzione, non stiamo parlando ovviamente di calcio spettacolo, ma vedere una creatura in fin di vita andare a fronteggiare, e mettere in difficoltà, una delle formazioni più forti del nostro campionato come quella giallorossa è, alla stato attuale delle cose in casa biancorossa, tanta roba. Se a questo, poi, ci aggiungiamo anche l’assoluta novità tattica messa in scena da mister Ventura, capiamo che a Roma, probabilmente, i tanto attesi cenni di ripresa si sono incominciati ad intravedere.
Un 4-3-1-2 mai prima d’ora utilizzato dal mago del 4-4-2, che ha visto nel redivivo Strambelli la punta alta del rombo di metà campo formato, anche e soprattutto, dal trio di mediani ‘vecchio stampo’ formato da Gazzi, Pulzetti e Donati. Una cerniera di protezione alla difesa che non ha evitato la caduta romana ma che, comunque, a permesso alla retroguardia barese, bistrattata e consumata dagl’infortuni, di patire relativamente le sfuriate della lupa. Un 4-3-1-2 che ha , quindi, dato ossigeno alla compagine pugliese, fattasi apprezzare soprattutto nella prima mezz’ora di gioco, quando Strambelli cuciva e la sopra citata mediana tessesa ragnatele difficili da superare per il centrocampo della Roma. Peccato, però, non aver potuto avere la stessa forza in attacco, dove Caputo e Rivas non sono riusciti a dar seguito al lavoro dei restanti nove, tra cui va ricordato quello consumato da Rinaldi, debuttante ‘veterano’ che ha, in solo 90 minuti di gioco, messo in discussione le scelte fatte da Giampiero Ventura, reo, a dire di molti, di non aver utilizzato prima d’ora l’ex Rimini.
Adesso, però, non serve pensare a ciò che è stato ma, necessariamente, a quello che sarà da qui in futuro. La sosta per le vacanze natalizie sarà vitale e fondamentale per il collettivo biancorosso, che a gennaio potrà riabbracciare tanti degl’attuali infotunati. Sperando che Barreto rientri prima, magari già domenica prossima, nel 2011, a gennaio, il Bari dovrebbe poter contare nuovamente sui vari Kutuzov, Ghezzal, S. Masiello e Parisi e, si spera, su buoni rinforzi provenienti dalle bancarelle del mercato. Prima di allora, però, c’è il Palermo. Ultima chiamata di questo 2010, per giunta tra gli spalti amici, da vincere senza nascondersi. Le difficoltà sono tante, troppe, di varia natura, ma se il gallo vuole ossigeno, deve saperselo procurare anche contro nemici non proprio facili da superare. Magari, mister, ripartendo dal quel ‘favoloso’ 4-3-1-2, che ha ridato vita a Donati (a suo agio assoluto nel centrocampo a tre a fare la mezz’ala), respiro a Gazzi (coperto meglio rispetto al passato) e ridati alla luce giocatori come Rinaldi, Strambelli e, per mitivi diversi, definitivamente Romero. Il 4-2-4 libidinoso ora non è più l’abito adatto per questo gruppo, che pare aver indossato, invece, con maestria la nuova uniforme, quella con su disegnato il rombo di metà campo. Se dovesse rientrare Barreto, mister, con questa impostazione di gioco, si potrà mettere in difficoltà la compagine rosanero. Strambelli tra le linee (rinunciando ovviamente ai laterali) e Barreto pronto alla profondità sui passaggi del piccolo trequartista , è una delle poche novità tecnico-tattiche che possono essere consumate in questo momento storico. Ma tanto mister, lei queste cose le sa già, e lo ha dimostrato nella gara dell’Olimpico di Roma.
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]
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