Bortolo Mutti ha parlato del 5% di chance-salvezza per il suo Bari. Realismo, scarsa convinzione o semplice volontà di stimolare una reazione da parte dei suoi? Difficile dirlo con estrema certezza, ma in tutta sincerità, ritengo si possa indicare la percentuale come estremamente realistica.
Tredici partite alla fine, nove punti di ritardo dalla zona-tranquillità, appena quattordici gol realizzati, a fronte di 39 subiti in venticinque turni: l’evidenza è nei numeri. Le cifre non diranno tutto, ma la matematica non mente. I biancorossi non segnano dalla sfida con il Cagliari: esattamente tre partite e mezzo (più di 320′) a bocca asciutta, con la conseguente miseria di un punto raccolto negli ultimi sette match.
Continua a pesare l’assenza del “figliol prodigo” Barreto, ma sarebbe da folli pensare di poter attendere il suo ritorno (previsto per fine febbraio-inizio marzo): Mutti deve correre al più presto ai ripari. Il calendario non è dei più confortanti. Gillet e compagni si ritroveranno a sfidare squadre in piena corsa per piazzamenti importanti (la Lazio domenica, l’Udinese tra due, il Milan il 13 marzo, il Palermo ad aprile), peraltro lontano dal San Nicola, oltre a fare i conti con scontri diretti (dal 20 marzo al 17 aprile, in successione: Chievo, Parma, Catania, Cesena), in cui sarà indispensabile fare percorso netto per continuare a sperare. Tabelle non se ne possono fare.
Mutando un celebre adagio barese, vien facile dire che “di cera se n’è consumata parecchio, ma la processione (leggi: classifica) non si è mossa”. Ora è il momento di farla correre. Ora, o mai più. Ultima chiamata dal treno salvezza. Indispensabile ritrovare familiarità con i tre punti, che mancano dal derby del 6 gennaio a Lecce, per poter dar ragione alla previsione di Ghezzal, che ha parlato del 25% di possibilità-salvezza. Altrimenti, tra qualche settimana, ci troveremo a far previsioni e sondaggi su giocatori “sacrificabili” e “trattenibili” per una pronta risalita.
[Mirko Cafaro – Fonte: www.tuttobari.com]