La vittoria di Parma, chissà perchè, aveva (ri)donato grinta e convinzione ad un Bari con un piede e mezzo in serie B. Questo, inevitabilmente, ha caricato la viglia del march contro il Catania di inutili attese e di speranze francamente prive di fondamenta. Al San Nicola, quindi, va di scena, secondo i più, la prima di sette finali per la compagine biancorossa. Ad un certo punto della gara, va detto, tutto è sembrato davvero possibile, meritevole di senso. Gazzi, il migliore dei suoi come spesso in questa stagione, trafigge la porta rossoblu con un preciso colpo di testa. Nel contempo, il Lecce quart’ultimo è bloccato ancora sullo 0-0 in casa della Sampdoria, mentre Brescia e Cesena, ipotetiche nemiche del galletto per la corsa salvezza, stanno perdendo contro Cagliari e Palermo. Il Bari, ha riaperto il suo campionato. E così, qualcuno spera.
Come neve al sole, però, si sciolgono le convinzioni del collettivo barese. Maxi Lopex, fortunato, trova il gol del pareggio, che in concomitanza al vantaggio del Lecce contro la Samp e ai pareggi di Brescia e Cesena, sprofondano la squadra biancorossa. Il resto della gara, un sussegursi di nulla, interrotto da sporadiche offensive alla ricerca del gol vittoria, che non arriva, come la sospirata riapertura dei giochi salvezza. Il Bari, di fatto, chiude il suo campionato, certificando il suo ritorno in serie cadetta. La matematica, buona come sempre, non condanna ancora il sodalizio di via Torrebella, ma questo, purtroppo, non vuol dire più nulla. La serie A, dopo due anni, fa le valige dal capoluogo pugliese. Per onor del vero, la valige erano pronte da tempo, ma ora si possono definitivamente sigillare una volta per tutte.
Come sarebbe bello stare qui a sviscerare e raccontare (per l’ennesima volta) i motivi, i mali alla base di questa stagione sciagurata. Non lo faremo, però, perchè il tempo è tiranno, e impone di lavorare già per il futuro, che a Bari assomiglia tanto ad un grosso e grasso punto interrogativo.
L’appello, il solito: salvate il sodato Bari, se ci riuscite. Cordate, italiane od estere, non serviranno di certo a garantire rose al futuro della piazza barese. Qui serve altro, e sono indispensabili forze finanziarie adatte a garantire programmi e pianificazioni per risalire. Qualche nuovo socio con qualche euro in più da spalmare nelle spese, non servirebbe a questa creatura, lasciata morire dopo due anni di gloria.
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]