Bari, urlo strozzato. Il purgatorio è qui

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Dispiace dirlo ma sicuramente la maggior parte degli spettatori, fra campo e tv, si saranno addormentati nel mentre. Bari-Cittadella ha avuto un che di soporifero sin dalle battute inziali, “qualità” che l’incontro si è portato dietro sino al triplice fischio, eccezion fatta (forse) per i momenti topici. Vincenzo Torrente parla di pareggio giusto, capitan Donati di occasione sfumata e intanto la zona calda è lì ed il Bari pure. Ieri sera è sembrato che non si giocasse al calcio, bensì alle belle statuine: a darne conferma le difficoltà del portiere Lamanna tutte le volte che gli è toccato rilanciare l’azione. Bari brutto, Bari così-così? Bari non si sa, perché è in fin dei conti questo lo spettacolo che da agosto il carrozzone guidato dal tecnico salernitano porta in tour per le varie piazze della serie Bwin.

Analizzando singolarmente gli elementi si nota come in certi ci sia stata una vera e propria involuzione: Ceppitelli, Polenta, Dos Santos, De Falco i casi più lampanti del posticipo appena trascorso. Senza dimenticare l’intermittenza di Rivas e la grinta di Marotta, quest’ultimo positivo sul piano dell’impegno ma apatico su quello conclusivo: spesso etichettato come inadeguato alla categoria l’attaccante campano dà tutto ma, quando nelle battaglie si trova puntualmente solo contro le difese avversarie, le difficoltà sono (oggettivamente) parecchie. Ma questa è storia vecchia.

Salutiamo questo quinto pareggio stagionale (su 18 gare giocate) con l’amaro in bocca, con l’urlo strozzato in gola: era infatti la prima volta quest’anno che i biancorossi avevano completamente ribaltato l’iniziale svantaggio, “infame” l’ex Maah nell’averci trafitto senza pietà, uno che la freddezza sotto porta la sfrutta una volta su dieci. L’avversario, il Cittadella di Claudio Foscarini, non è parso difficile quanto il Torino, il Pescara o il Verona, eppure alla fine recrimina per un successo sfumato; segno che si stava onestamente giocando la sua partita per centrare il terzo successo lontano da casa. Situazione. Il paradiso è 12 punti più su, l’inferno a 6, in questo purgatorio anonimo vagano i galletti. Certo gennaio col mercato di riparazione è alle porte, se è per questo anche febbraio con le sue scadenze non è poi così lontano.

Pertanto l’austerity imposta dalle ben note vicende societarie non permetterà di acquistare nessuno, soltanto prestiti e chissà chi avrà il fegato di venire. Al di là della tranquillità di facciata all’interno i giocatori come stanno? Saranno sereni? Stipendi, caso scommesse, fantomatici compratori che in realtà son venditori di fumo, penalizzazioni: qualora ci fosse stata una benché minima chance di puntare ai playoff ce la siamo già giocata e persa: in queste condizioni è già tanto che la squadra scenda in campo e cerchi di dare quello che ha. Nell’era del digitale terrestre, dei social networks, dei casinò online, della crisi economica il giocattolo si è definitivamente rotto. All’orizzonte, ahinoi, non appaiono figure certe, garanti di una sua ricostruzione e quindi, conti alla mano, era meglio lasciare che chi nel ramo delle costruzioni è esperto continuasse a gestire la res alla sua maniera.

Una nota positiva su ieri sera? A colpo d’occhio allo stadio gli spettatori erano più di 51…

[Renato Chieppa – Fonte: www.tuttobari.com]