Nell’ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 (scriveteci via sms al 3381010360 o sulla pagina facebook Sampdoria sempre con te), è intervenuto l’ex attaccante della Sampdoria Fabio Bazzani.
Cosa sta succedendo a questa Samp?: “Ci sono delle difficoltà. Sicuramente psicologiche, per la mancanza di risultati. Sono subentrate paura e ansia, fattori che se non sei abituato a gestire ti bloccano. Per questo la Samp sino ad ora non è riuscita a dimostrare in campo tutto il proprio valore. Ho visto quasi tutte le partite della Sampdoria e mi sembra di vedere una squadra timorosa, timida, che non è sicura delle proprie potenzialità, spenta, poco brillante. E in questo momento non possono di certo essere le gambe il problema. E’ un fatto di testa. La vittoria con il Crotone è comunque di fondamentale importanza. Non risolve tutti i problemi che ci sono, però può far si che la squadra si presenti a Brescia con un altro stato d’animo, con più serenità e più convinzione. Al contrario non vincere con il Crotone sarebbe stato veramente deleterio, non tanto per la classifica, quanto per il morale. Però non dimentichiamoci che la squadra è comunque al 6° posto, in zona playoff. Tutto questo nonostante le sconfitte, le brutte prove casalinghe, alcuni giocatori fuori forma e un allenatore che le sta provando tutte per trovare la quadratura, addirittura l’esclusione di Palombo. Il campionato di B è estremamente lungo e penso che appena si riuscirà a trovare un po’ di fiducia e serenità le cose possano migliorare, ritrovando anche l’appoggio totale dei tifosi che, comunque, anche martedì non hanno mai smesso di incitare la squadra”.
Approfittiamo della tua esperienza da attaccante. Perché la Samp, nonostante avesse già Pozzi, ha deciso di prendere anche Piovaccari, un giocatore che ha le stesse caratteristiche. Non si è creata una concorrenza quasi deleteria per gli equilibri della squadra?: “E’ chiaro che quando una squadra deve vincere il campionato tende a costruire un reparto avanzanto importante, con quattro attaccanti di livello che si possano sostituire vicendevolmente. E’ anche vero, però, che le caratteristiche di Pozzi e Piovaccari sono abbastanza simili e soprattutto Piovaccari, che l’anno scorso ha vinto la classifica cannonieri, non è mai stato abituato ad essere messo in discussione e a giocare con una maglia importante come quella della Sampdoria. L’anno scorso Piovaccari giocava e segnava con continuità nel Cittadella, ora si trova a giocare nella Samp, con compagni di reparto di pari livello, chiamato a conquistarsi un posto da titolare, senza la certezza di giocare. E’ chiaro che si possano perdere un po’ di certezze. In più c’è la pressione, con l’obbligo di dover vincere. Giocare con la Samp ti dà tanto, perché giochi davanti a 20 mila spettatori, però devi essere capace a sopportare le pressioni e a tirare fuori la personalità”.
Una battuta su Maccarone. Cosa prova un attaccante quando fa fatica a trovare la via del gol?: “Perdi fiducia, tranquillità, sicurezza nei tuoi mezzi. E quando vai in campo non sei più quello di prima. Non affronti più con spregiudicatezza alcune situazioni. Mentalmente sei più fragile e in campo si vede. Maccarone ha fatto due gol a Nocera, però sono stati cancellati dalla brutta sconfitta.”.
Atzori sembra aver perso il polso della situazione e la fiducia dei giocatori. Torniamo indietro nel tempo, all’anno dell’ultima promozione in serie A. Sulla panchina della Sampdoria siedeva mister Novellino, un allenatore che si fa sentire nelle situazioni difficili. Credi che ad Atzori manchi un po’ di personalità?: “Novellino quando arrivò alla Sampdoria aveva già vinto 3 campionati, con Venezia, Napoli e Piacenza. Un allenatore di spressore, di categoria con la capacità di reggere la pressione dell’ambiente Sampdoria. In più quell’anno furono fatti 3-4 acquisti importanti. Quest’anno è diverso. Atzori nella scorsa stagione ha fatto bene con la Reggina, conquistando i playoff con una squadra giovane. Anche per lui quest’anno è stato un salto importante. Se non è un allenatore con tanta esperienza alle spalle, con tanti campionati vinti e dunque sicuro di se stesso può andare in difficoltà. E sicuramente Atzori è un po’ in difficoltà. Lo si vede chiaramente dalle scelte, dai continui cambi per trovare la quadratura del cerchio. Quando vai ad allenare la Sampdoria devi vincere per forza e non è mai facile se non hai già un’ossatura di squadra ben avviata. E non è il caso della Sampdoria di quest’anno, perché ci sono giocatori vecchi che devono dimenticare la retrocessione e alcuni nuovi acquisti che sono sì buoni giocatori, ma arrivano da squadre come Novara e Cittadella e non sono abitutati a sostenere il peso di indossare una maglia come quella della Samp”.
Allora ricapitoliamo. L’anno dell’ultima promozione in A Bazzani-Flachi in attacco e Novellino in panchina. Oggi Bertani-Piovaccari in attacco e Atzori in panchina. Il confronto non regge. La Samp ha perso un po’ di ambizioni?: “Quell’anno Flachi non aveva bisogno di presentazioni. Erano anni che faceva gol con la maglia della Sampdoria. Io scesi dalla serie A, dove avevo fatto 10 gol con il Perugia. Avrei potuto restare in A a Perugia, a Udine, o a Verona sponda Chievo, però scelsi la Samp. E’ normale che qualcosina in più sulle spalle l’avevamo. Però c’era anche un grande gruppo, con i vari Volpi, Sacchetti e Turci. Insomma, era una signora squadra. C’era anche tantissimo entusiasmo, perché erano appena arrivati Garrone e Marotta. Quest’anno l’entusiasmo c’era a inizio stagione, ma c’erano ancora da smaltire le scorie della retrocessione. Poi è chiaro che la qualità dei giocatori fa la differenza. E la Samp di oggi ne ha. Perché i vari Semioli e Foggia sono buoni giocatori, come del resto gli attaccanti. Bisogna solo ritrovare serenità e personalità. Io non smetterò mai di ripetere che quando sei obbligato a vincere e giochi in determinati contesti ci vogliono tanta personalià e tanto carattere. Non ti devi sconfortare alle prime difficoltà e l’ansia non ti deve prendere e non deve diventare paura”.
Perché Palombo fa così fatica?: “Palombo è in un momento difficile dal punto di vista psicologico. Un giocatore che è stato legato alla Samp per tanti anni, che ne è bandiera e capitano e che ha vissuto da protagonista gli anni migliori dell’era Garrone, è chiaro che possa essere destabilizzato e si domandi cosa sta succedendo a questa Sampdoria. Addirittura martedì è finito in panchina. Non so se si tratti di un segnale che ha voluto l’allenatore. Magari ha voluto far capire che non conta cosa è stato fatto negli anni passati, ma solo il presente. Detto questo, credo che se la Sampdoria vuole uscire da questo momento difficile, il giocatore che può indicargli la strada giusta è proprio Palombo. Se la Samp, come tutti speriamo, intraprenderà un percorso per tornare subito in A, non potrà prescindere in mezzo al campo dal suo capitano”.
La ricetta per salire in A?: “C’è una regola dalla quale non puoi prescindere, ovvero il fattore campo, che deve diventare fondamentale. La squadra che vuole vincere il campionato deve costruire le sue fortune tra le mura amiche. In questo modo acquisti sicurezza e anche quando vai a giocare fuori casa ti presenti con uno spirito diverso”.
Ora la Samp andrà a Brescia, una squadra che sta attraversando un momento molto difficile. E’ un bene per la Samp affrontare i lombardi proprio in questa fase di stagione?: “Si, è un bene. Non è che se arrivi da diverse sconfitte consecutive allora devi vincere per forza. Se il Brescia arriva da cinque sconfitte di fila significa che ha dei problemi. Sicuramente non è più il Brescia di inizio anno. E’ una squadra molto giovane, che ha vissuto molto sull’entusiamo dei suoi giovani. Questo all’inizio ha dato dei frutti, ma ora il campionato è entrato nel vivo e quando hai tanti giovani prima o poi paghi dazio. Io credo che per la Samp quella di Brescia sia la partita giusta, perché affronta una squadra che ha perso delle sicurezze rispetto a inizio anno e perché non troverà un ambiente caldo come ad esempio a Nocera. Credo ci siano tutte le condizioni perché la Samp possa dare continuità alla vittoria casalinga con il Crotone. Può essere una partita chiave perchè un successo a Brescia aprirebbe nuovi orizzonti e cancellerebbe tante nuvole oscure”.
[Mattia Mangraviti – Fonte: www.sampdorianews.net]