Benitez: un esonero virtuale. Cassano a costo zero, un toccasana per due

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Le dichiarazioni del presidente Moratti, rilasciate a caldo dopo la bruciante sconfitta subita dall’Inter contro il Milan, hanno moralmente e virtualmente esonerato Benitez. Il “tormentone-ribaltone” è destinato a durare fino a gennaio, subito dopo il Mondiale per club, che è, forse, l’ultima chance lasciata al tecnico spagnolo per salvare la panchina.

Il presidente nerazzurro, ieri, ha poi, logicamente, addolcito i contenuti delle sue esternazioni, allorchè la responsabilità del suo ruolo istituzionale ha preso il sopravvento sull’emotività del dopo partita.

La figura dell’allenatore, vive, soprattutto, di carisma e di credibilità. Anche se le dichiarazioni di Moratti sono poi state, in parte, addolcite, le picconate inflitte dal presidente all’immagine di Benitez, subito dopo la partita con il Milan, sono, comunque, destinate inevitabilmente a lasciare il segno nello spogliatoio nerazzurro. In questi casi, è evidente che la situazione passa completamente nelle mani dei giocatori interisti. Saranno loro, infatti, a dettare i tempi della durata della flebile fiducia accordata da Moratti al suo allenatore il lunedì, dopo averla fatta paurosamente vacillare nella tarda serata di domenica.

Non ho nulla di personale contro il “Placido” Benitez, che ritengo un allenatore dall’indiscutibile curriculum, ma, nella sua esperienza con l’Inter, al di là dei sei punti di ritardo accumulati in classifica (per altro recuperabili nel prosieguo), ha commesso degli errori facilmente individuabli:

Peso specifico nella strategia del club.
Un manager a tutto tondo dal nome roboante come quello di Rafa Benitez, non può permettersi l’errore di presunzione di indossare gli abiti dell’aziendalista proprio nel momento dell’arrivo ad un club di prestigio come l’Inter, con un’eredità pesantissima da raccogliere come quella di Mourinho. E’ chiaro che i problemi di logorio motivazionale dei calciatori, dopo il Triplete, erano facilmente prevedibili, soprattutto, da una persona esperta come Rafa. Il tecnico spagnolo, invece, non ha ulteriormente alimentato il meccanismo della competitività dei ruoli, attraverso l’acquisto di altri giocatori di qualità. Un espediente, questo, che avrebbe contribuito ad infondere nuovi stimoli alla squadra nerazzurra. Benitez, ha invece assicurato ai dirigenti interisti che ce l’avrebbe fatta con Coutinho e Biabiany, due giocatori promettenti, ma con scarsa fisicità e non pronti per i livelli dell’Inter. Tutto ciò assomiglia a far credere di saper friggere il pesce con l’acqua. Si capisce così, che, dell’incomprensibile immobilità di Moratti sul mercato, non può non essere ritenuto responsabile anche l’allenatore, che, con leggerezza pari alla presunzione, non ha saputo indirizzare meglio la strategia dei dirigenti nerazzurri, come avrebbe fatto qualsiasi altro top-manager, anche a rischio di dover rimettere l’incarico;

Tensione vincente.
Benitez non ha saputo ricreare nell’Inter quel giusto clima di tensione-concentrazione, da cui scaturisce quella cattiveria agonistica necessaria a creare una cinica e spietata mentalità vincente. Il buon Rafa, fin dal suo arrivo in Lombardia, ha provveduto soltanto, a diffondere, nello spogliaotio, una serafica tranquillità, che, purtroppo, la squadra porta anche in campo, salvo qualche antipatica ed isterica sfuriata (Chivu-Maicon) degli stessi giocatori nei confronti della panchina.

Il gioco.
Penso che Benitez sia uno dei tecnici tatticamente più preparati del panorama internazionale, purtroppo, però, dopo quasi un terzo di campionato, l’Inter non ha ancora una fisionomia di gioco che lasci individuare facilmente il lavoro e la mano di un allenatore di tale livello. Inoltre, anche alcune scelte tattiche, operate durante questo scorcio di stagione, di cui l’ultima quella di schierare Materazzi nel derby, appaiono frutto di decisioni cervellotiche piuttosto che di studiate decisioni tecniche;

Gli infortuni.
Gli incidenti traumatici sono frutto della sfortuna, ma quelli muscolari, se ripetuti e molteplici, sono causati da una cattiva gestione della prevenzione e della preparazione fisica, di cui l’allenatore è, comunque, responsabile, anche se vengono svolte dai suoi più fidati collaboratori. Grazie all’incredibile serie di infortuni muscolari che ha flagellato l’Inter negli ultimi tre mesi, i tifosi nerazzurri, hanno, addirittura, imparato l’anatomia, leggendo continuamente notizie su adduttori e bicipiti femorali. Emblematica, soprattutto, la mala gestione del caso Milito, vittima di tre ricadute consecutive dello stesso infortunio.

In chiusura vorrei segnalare che sta per irrompere sul mercato Antonio Cassano. I legali di Garrone e quelli di Fantantonio stanno per sedersi al tavolo per risolvere consensualmente il contratto che lega il talento barese alla Sampdoria fino a giugno 2013. Penso che, se un procuratore esperto ed abile come l’avvocato Bozzo avalla una decisione del genere, facendo rinunciare a Cassano a quasi una decina di milioni, sicuramente qualcosa già bolle in pentola. Marotta, che abita a Genova, ha, forse, scelto di non scottarsi su questa vicenda, evitando di rovinare la sua immagine sulla piazza ligure.

Cassano potrebbe essere, per Moratti, il campione con cui rilanciare l’Inter a gennaio, anche per ricreare entusiasmo in una squadra che, tra infortuni e risultati poco convincenti, ha bisogno di ritrovare allegria e alternative di grande livello. Tutto questo, Milan permettendo, considerato che Galliani sembra voler depistare tutti con le storie di Balotelli, Bianchi e Borriello, ma potrebbe, intelligentemente, tramare nell’ombra per sostituire con il fantasista di Bari Vecchia l’immenso Pippo Inzaghi.

[Pierpaolo Marino – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]