Bologna, Beneforti: il punto sul mercato

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Sosta del campionato, tempo per pensare al futuro e alla prossima stagione. Zerocinquantuno ha parlato delle possibili strategie con il giornalista di Stadio Claudio Beneforti.

Il presidente Guaraldi proprio a Stadio ha detto che, dal punto di vista economico, il Bologna non ha la necessità di vendere Diamanti. Questo significa che l’eventuale cessione dipenderà soprattutto della volontà del capitano? “Non penso. Dipenderà dalla volontà di Diamanti ma anche dalle necessità del Bologna. L’idea che mi sono fatto è che se arriva una proposta importante che piace al giocatore e alla società, di sicuro Diamanti lascerà Bologna. Se arrivano Juventus o Inter che offrono una cifra sui 7-8 milioni al Bologna e un ingaggio da 2-2.5 milioni a Diamanti, sicuramente Bologna non vedrà più Diamanti con la maglia rossoblù. Se invece arriverà l’offerta inferiore al Bologna e magari da parte di una società straniera o che non riempie di interesse Diamanti, allora potremmo anche rivederlo perché entrerebbero in ballo altri discorsi, come il fatto che Diamanti sta bene a Bologna e nel Bologna e il fatto che c’è un Mondiale e Bologna rappresenta la continuità, un posto dove è il re.  Di fronte a una proposta allettante per tutti, Diamanti potrebbe andare via, in caso di offerta allettante solo per una delle due parti, potrebbe restare” .

Squadre interessate a Diamanti non mancano: ma quanto è concreta la possibilità che dalle parole si passi ai fatti, visto che nel calcio di soldi non ne stanno girando così tanti? “Domanda legittima, soprattutto per quanto riguarda una società italiana. Da quello che mi risulta la Juventus è realmente interessata: era interessata a gennaio e continua ancora ad essere interessata perché Diamanti è un giocatore che piace a Conte. Ma la Juventus, o un’altra società italiana, fanno fatica a offrire 8 milioni di euro per un giocatore di più di 30 anni. Potrebbe fare un’operazione da 3-4 milioni cash più un paio di contropartite tecniche, ma con quella cifra il Bologna non ci fa nulla e avrebbe due giocatori, in particolare se arrivano dalla Juventus, con ingaggi presumibilmente alti: aumenterebbe il monte ingaggi e il numero dei giocatori in rosa, ovvero le due priorità che vorrebbe evitare Guaraldi”.

C’è il rischio che oltre che una vendita, quella di Diamanti sia anche una svendita? “Mi auguro di no. Una cessione di Diamanti potrebbe portare contestazione alla società, e se la contestazione portasse 8-9 milioni in cassa ci si potrebbe passare anche sopra ma se portasse 4-5 milioni e la vendita di un giocatore come Diamanti, non sarebbe neppure un vantaggio dal punto di vista economico, quindi voglio proprio sperare che non sia questa l’idea del Bologna”.

Sembra esserci un comune denominatore per quanto riguarda Diamanti e Pioli: il Bologna pare intenzionato a fissare date entro cui o avverrà l’eventuale cessione oppure le cose resteranno così, anche per poter programmare la prossima stagione. “Per quanto riguarda i tempi effettivamente i due discorsi sono legati. Non si può perdere un allenatore a metà maggio e non si può perdere Diamanti il 20 di agosto come è accaduto lo scorso anno per Ramirez. Con l’allenatore devi programmare il futuro, che può essere anche povero ma che va, appunto, programmato con il tecnico, che deve indicare quali giocatore vuole. Anche il discorso di Diamanti è determinante, perché è il giocatore che nel Bologna fa la differenza: preparare un Bologna con Diamanti e poi lo perdi a fine agosto, come è successo lo scorso anno con Ramirez, fa la sua bella differenza. Bologna è passata sopra a quello che è successo lo scorso anno con Ramirez, non so se passerebbe sopra anche nel caso accadesse per Diamanti”.

Anche nel caso di Gilardino la permanenza sarà più che altro una questione economica? “Il costo del cartellino di Gilardino è sufficientemente basso. Nella realtà quotidiana due milioni di euro non sono una cifra bassa, ma qui stiamo parlando di  un giocatore che quest’anno farà una quindicina di gol e, di conseguenza, per un giocatore di questo spessore significa pagarlo poco. Probabilmente lo scoglio più alto da superare sarà quello legato all’ingaggio. Se parli con Guaraldi ti dice, con grande onestà, che non teme tanto il Genoa quanto il procuratore di Gilardino, che è un procuratore ostico”.

Che le casse del Bologna non siano ricchissime si sa, ma ultimamente la ‘tensione finanziaria’ delle scorse settimane non sembra più così pressante. É davvero così? “La tensione finanziaria c’è nel Bologna e in altre società. Quello che sta succedendo al Genoa, con Preziosi, è un indicatore importante di quello che  è il calcio oggi. Penso che di tensione finanziaria si debba ancora parlare, magari le tre vittorie con Fiorentina, Cagliari e Inter hanno un pochino fermato l’onda, ma il problema non è stato risolto e non penso verrà risolto in tempi brevi”.

Ci sono ancora dieci giorni per preparare la gara  con l’Udinese. Pioli con la Juventus era partito con la difesa a quattro per poi passare a quella a tre ma senza risultato. Sembra facile ipotizzare contro la squadra di Guidolin un ritorno al 4-2-3-1. “Non so se sarà proprio 4-2-3-1, ma penso che il Bologna giocherà ancora con la difesa a quattro. Non ero sicuro che Pioli confermasse, contro la Juventus, i quattro giocatori d’attacco, invece lui è stato bravo a proporli, poi in corsa ha cambiato quando ha visto che il Bologna ha iniziato a faticare. A mio avviso l’errore non è stato tanto quello di togliere un giocatore per mettere un difensore ma cambiare una difesa che ha sempre dato risultati con il modulo a quattro e metterla a tre : modulo che quest’anno, a differenza dello scorso anno, non ha reso. In più Naldo non aveva mai giocato in Brasile, in una difesa a tre. E’ stato questo l’errore di Pioli, voler cambiare dietro più che togliere un giocatore d’attacco e mettere un difensore. Quando si è in difficoltà si può anche cambiare assetto, ma non si deve cambiare un modulo che va bene”.

[Cinzia Saccomanni – Fonte: www.zerocinquantuno.it]