Il gioco continua a latitare, il gol su azione resta un miraggio e i pericoli sono sempre dietro l’angolo, ma la novità di giornata è che il Bologna è tornato alla vittoria. Dopo un sabato di rabbia e di protesta, con quasi duemila persone che a Zola Predosa hanno fatto ascoltare chiaramente la proprio voce di dissenso al presidente Guaraldi, una domenica di pioggia, brividi e apprensione, rasserenata da un rigore di Lazaros a dieci minuti dalla fine che ha piegato un Cagliari tutt’altro che rinunciatario. Già, proprio lui, ancora lui, Lazaros Christodoulopoulos, lo scioglilingua più amato dai tifosi rossoblù, capello al vento e piede educato, per distacco il miglior giocatore rimasto a disposizione di mister Ballardini.
Nel primo tempo Perez e compagni provano a fare la partita con coraggio e buona volontà, ma certi limiti sono difficili da cancellare e allora le occasioni, escludendo un paio di conclusioni di Acquafresca da lontanissimo, sono prossime allo zero. Il Cagliari intanto aspetta sornione e si affida alle sortite in contropiede, come al 23’, con un bel piatto destro di Perico neutralizzato da Curci dopo una fuga di Ibarbo sulla fascia, e al 26’, con una staffilata di Ekdal da posizione favorevole che termina alta sulla traversa. Al 43’ Lazaros ci prova allora su punizione da oltre venti metri ma Avramov non si lascia sorprendere e smanaccia in corner, un minuto dopo nasce invece una mischia in area dei sardi ma il tentativo di Sorensen viene murato da Rossettini. La qualità è poca e la lucidità ancora meno, la situazione è maledettamente complicata.
A inizio ripresa Morleo sostituisce Natali, dopo un quarto d’ora Cristaldo rileva lo svedese Friberg e infine, al 24’, Pazienza prende il posto di Bianchi. Si cambia modulo più volte, passando dal 4-4-2 al 3-5-2 al 4-3-1-2, ma l’elettrocardiogramma rossoblù rimane piatto, nessuna scossa, nessun segnale di vita. Al 26’ Cristaldo serve Acquafresca in profondità ma il tiro dell’ex cagliaritano di spegne fiacco sull’esterno della rete, al 29’ Lazaros scarica una rasoiata mancina dal limite che Avramov però respinge senza particolari affanni, poi, quasi all’improvviso, arriva l’episodio in grado di far svoltare la partita e probabilmente l’intera stagione del Bologna: al 31’ Garics scodella nel mezzo un pallone interessante su cui si avventa, manco a dirlo, il fantasista greco, che viene affossato da Dessena e si conquista un rigore prezioso quanto l’acqua nel deserto. E allora alzati Lazaros, prendi la rincorsa, sbatti dentro quel pallone e fai gioire una città intera! Il numero 19, nonostante quel cognome, non si fa pregare, e come una settimana fa a Livorno realizza spiazzando con maestria il portiere. Esultiamo tutti con lui, aggrappati alla sua chioma e al suo talento, che non sarà quello di Diamanti o di Ramirez ma che in questo momento rappresenta la nostra più grande fonte di salvezza.
A quel punto Lopez manda in campo tutte le punte che ha in panchina e l’ultimo sussulto al pubblico del Dall’Ara lo provoca proprio Pinilla, appena entrato, che al 38’ riceve palla centralmente da Ibarbo e tenta di superare Curci con un pallonetto, ma il portiere romano indietreggia col giusto tempismo e riesce a bloccare la sfera. Non si possono certo fare i salti di gioia ma certamente si può tirare un sospiro di sollievo: è finita, è vinta, è ossigeno. E per come sono arrivati, questi tre punti assomigliano molto a un miracolo. Un piccolo passo per una normale squadra di calcio, un grande passo per questo Bologna.
Mercoledì a Verona con il Chievo, e guardando la classifica e ripensando alla gara d’andata si sente già parlare di torte e biscotti. No, non è il caso, basta calcoli, bisogna continuare a vincere, specialmente se dall’altra parte gli avversari sono decisamente poca cosa. Siamo padroni del nostro destino, nonostante una stagione terribile abbiamo la possibilità di chiudere i conti e salvare incredibilmente la pelle: facciamolo.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]