Dalla beneficenza al calcio giocato: nella vita di Marco Di Vaio sembra tornato il sereno, dopo un periodo che lui stesso definisce il più pesante di sempre come giocatore e come uomo: “È stato veramente brutto, sono il capitano e mi sentivo addosso tutte le responsabilità. Anche in campo mi rendevo conto di non riuscire ad aiutare la squadra. Andare in panchina mi ha spronato: adesso che ho rimboccato la strada giusta non voglio perderla”. Tre gol in tre partite, definiti anche dalla critica uno più bello dell’altro. L’ultimo, che ha portato in momentaneo vantaggio il Bologna sul Milan, è stato un pallonetto che ha scavalcato il portiere rossonero. Così lo racconta il capitano: “In quel momento mi sembrava l’unica soluzione per cercare di andare a rete e non ho avuto indecisioni, ero solo preoccupato che la palla rimbalzasse e non riuscisse ad entrare. Il gol invece è arrivato e in quel momento non ho capito più nulla, non sentivo nemmeno più il male causato dal calcio di Amelia”.
Emozioni forti per lui e per tutti i tifosi che non hanno mai smesso di credere che il vero Marco Di Vaio sarebbe tornato: “Molto lo devo alla condizione fisica, non è un caso che io ora riesca più facilmente a segnare. Il gol su azione di Cagliari mi ha sbloccato mentalmente ma tanto lo devo appunto anche alla mia forma fisica attuale. Poi, giocare come unica punta mi dà dei vantaggi: sono più istintivo, meno condizionato dal pensare a come muovermi insieme ad un altro compagno”. Può essere la dura preparazione fisica del ritiro di Bisoli, il motivo per cui ora la squadra, dopo un inizio negativo, si sente bene fisicamente tanto da correre per tutti i 90 minuti? Il capitano conferma: “Sicuramente il suo lavoro lo stiamo pagando ora, oltre a tutto quello fatto da mister Pioli. Nelle ultime due settimane l’impegno sta dando i suoi frutti ed è proprio vero che è sempre il campo che ti ripaga dagli sforzi”.
Continua Marco e si sfoga: “Sto facendo ricredere persone che dicevano che ero finito ma io non ho mai smesso di credere in quello che faccio. In questo momento penso solo a me stesso, ho sofferto per sei mesi quando giocavo e ora voglio solo aiutare la squadra a vincere le partite”. Con lui compagni di reparto del valore di Acquafresca, è lo stesso Di Vaio infatti ad affermare che non c’è bisogno di rinforzi: “Stiamo lavorando bene ed è fondamentale andare avanti così, su questa strada. Per una squadra come la nostra, che lotta per non retrocedere, è un lusso avere tanti attaccanti forti tanto che, in questo momento, uno come Robert sta in panchina. E’ un ragazzo molto bravo, positivo, che ha fatto tanti gol nonostante la sua giovane età e come lui ci sono molti altri miei compagni che ogni giorno si allenano con grande serietà”. Un anno fa, di questi tempi, a tenere unita l’intera squadra c’era un allenatore a cui Marco è molto legato, Alberto Malesani: “Lo rivedo con molto affetto, è un vero signore e una persona molto importante per tutti noi. Un trascinatore, che ci ha sempre motivato, ma anche una persona con cui potersi confidare. E’ stato un punto di riferimento per tutti, soprattutto per me: ci siamo affidati l’uno all’altro, sempre rispettando i nostri ruoli, ogni giorno avevamo un confronto quotidiano”.
[Greta De Cupertinis – Fonte: www.zerocinquantuno.it]