Bologna: Diamanti l’arma in più come nei tempi d’oro a Livorno

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Tu chiamalo se vuoi, “Alino il Divino”. A Bologna, come spesso accade si rinasce, Diamanti ha ritrovato se stesso come nei migliori tempi di Livorno quando a suon di reti riportò trionfalmente i toscani in serie A. Nato a Prato, classe 83, nel pieno della maturità calcistica, il pubblico  di fede rossoblu ha imparato ad apprezzarlo in poco tempo, non solo per le sue grandi doti tecniche, ma anche per l’impegno profuso in campo. “Alino”, come viene chiamato dai compagni di squadra, spende fino all’ultima goccia di energia, non è la classica mezza punta che se ne sta fermo là davanti in attesa di creare una magia, corre e rincorre l’avversario fino a che non ne ha più. Corioni lo acquistò dal West Ham spendendo una barca di soldi, sette reti nella premier league dove sostò un solo anno, poi l’esperienza di Brescia dove però le rondinelle trovarono la retrocessione.

Per Diamanti la cadetteria era troppo stretta, considerando anche che nonostante il campionato fallimentare dei lombardi, per lui vi fu la prima chiamata in nazionale. Fortuna volle che “Sor Gino” abbia sempre avuto un occhio di riguardo per il “suo” Bologna e in estate lasciò a prezzo stracciato la metà del fantasista toscano agli emiliani: 1,5 milioni di euro e un riscatto dell’altra parte del cartellino a favore del Bologna per una cifra ancora da decidere. Alino ha trovato il suo ambiente ideale a Bologna, la città fatta a misura d’uomo per lui e per la sua famiglia, cinque le reti realizzate ad oggi, la gente che lo ama e che non accetta discussioni: deve restare. La società, trattenendolo darà un segnale forte, cosi come per Acquafresca, una coppia che senza ombra di dubbio sarà il futuro.

[Redazione Zero Cinquantuno – Fonte: www.zerocinquantuno.it]