3 a 2 a Pescara e passa la paura: vittoria importante, ma quanto importante? Vittoria che vale doppio, come accade spesso agli scontri diretti. Sono tre punti che fanno volare il Bologna e zavorrano il Pescara. Basterebbe provare a mettersi nei loro panni. Ritiro di una settimana, allenamenti segreti, partita della vita e, voilà, servito il patatrac. Zero punti e una prestazione che conferma la sconsolante modestia del quadro d’assieme. Sono botte che pesano, anche se la partita della salvezza rimane lunga. Viceversa, se il Bologna ne fa altri tre domenica, si leva molte angosce.
La squadra ha dimostrato di avere un’anima, lo spirito giusto e la consapevolezza di poter vincere anche sotto di una rete. Il Pescara non ti ricorda il Bologna di Arrigoni, Mihajlovic e Papadopulo? Per me quei Bologna che citiamo avevano sempre qualcosa di più di un Pescara che, per esempio, non ha un attaccante di grande personalità (Weiss è bravino, ma è giovane, dicono bizzarro, e non è di quelli che ti salvano da soli). Il Bologna è cresciuto alla distanza, incurante dello svantaggio accusato due volte (e anche opinabile, visti i “rigorini” decretati). Ci si poteva smontare, invece la squadra ha reagito. E non ne farei solo una questione di anima, carattere, palle. S’è anche giocato, forse contro un’opposizione friabile, ma s’è giocato.
Pioli ha scelto il numero uno dichiarando pubblicamente essere Curci. C’è chi lo ha criticato per questa frase così diretta, sembra quasi qualcuno cerchi sempre la polemica. Come si spiega una difesa a oltranza così forte nonostante i tanti errori nei confronti di Agliardi? Curci, buono o meno buono che sia, era stato preso per fare il titolare. Ora sta bene (speriamo) e lo farà. La scelta di Pioli non mi sorprende, mi sembra coerente, logica e tutt’altro che foriera di polemiche. Semmai, potrebbe prestarsi a qualche proclama di propaganda. “Curci? Il nostro miglior acquisto di gennaio”. Vedrete che prima o poi qualche bravo trombettiere lo dirà.
Il mercato ha portato Naldo, Christodoulopoulos e Moscardelli ma non il portiere. Qual’è il tuo voto? Cinque, se almeno uno dei tre cambi saprà dare una mano. O anche meno, sennò. Di sicuro, sono arrivati due attaccanti, nel reparto che non pareva il più sofferente, non è arrivato il portiere e, dei tre, nessuno è un titolare designato. Un titolare invece è partito, e non era tra quelli che Pioli voleva partissero. I conti sanno farli tutti, anche se i giocatori, come diceva quel tale dei pacchetti azionari, si pesano e non si contano. Fosse andata male a Pescara, oggi si respirerebbe un’altra aria, anche sul mercato. Se cerchiamo di non farci suggestionare dall’ultimo risultato, che sorride, i giudizi restano drastici. Mercato deludente, raffazzonato e carico di indizi, a cominciare dalla dilazione concessa sulla rata Giliardino. La cassa piange e si può supporre che piangerà ancora a lungo.
Sempre quel qualcuno parla di difficoltà della società nel pagare gli stipendi. Quand’è la scadenza e c’è qualcosa di vero? Sugli stipendi ho sentito voci. Ne riparliamo magari quando ci sono allarmi più circostanziati.
Bologna-Siena, vincere vorrebbe dire? Allontanarsi parecchio dal burrone e mettere in ansia chi ci sta sopra. Detto ciò, dando anche per spacciate Pescara e Siena, resta un terzo nome da trovare che sarà, in ogni caso, un bel nome illustre. Sul fondo, tra Genoa e Palermo, Bologna e Cagliari, c’è gente che proprio non pensava di essere lì. Il Palermo meno di tutti, va da sè.
[Mario Sacchi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]