Come finirà la trattativa Diamanti-Juve? Risponde Stefano Biondi de Il Resto del Carlino
Sappiamo che la volontà del Bologna sarebbe quella di cederlo a patto che la cifra gli spalanchi le porte del mercato, altrimenti socchiuse. Ma non sappiamo che cosa intenda fare Diamanti. Possiamo solo supporlo, senza la presunzione di azzeccarci, perché è stato Alino a dire che parlerà solo a fine stagione. Ancora pochi giorni e conosceremo anche la sua volontà, immaginando che di fronte alla garanzia di avere nella Juve un ruolo da protagonista e sapendo che la situazione economica del Bologna non è florida, potrebbe chiedere (o accettare, ma la sostanza non cambia) di essere ceduto. Si tratta di capire, però, in quale direzione spinge la società. Potrebbe succedere che Diamanti, giocatore scafato, dica: Io sono contento di rimanere, ma voi lo siete altrettanto se io mi tolgo dal mercato come feci lo scorso gennaio. La risposta del Bologna non la conosciamo.
Guaraldi ha detto e ripetuto di non aver mai dato un prezzo a Diamanti, quindi di non averlo messo in vetrina con la speranza che qualcuno entri in negozio per acquistarlo. Vale a dire: se non arriva l’offerta da dieci milioni e se Diamanti non spinge per andare in una grande, il caso non si pone. Invece rischia di porsi lo stesso. Quando varò il progetto che convinse Pioli a rimanere, il presidente del Bologna aveva stretto un accordo con la Juve di questo genere: vendiamo insieme Sorensen e con il ricavato paghiamo Gilardino al Genoa e Kone al Brescia, due giocatori che, ovviamente, Pioli considera inamovibili.
La faccenda, proprio a causa della volontà mostrata dalla Juve di ingaggiare Diamanti, si è complicata: in coda a un girone di ritorno giocato tra alti e bassi, difficilmente dalla cessione di Sorensen, anche avendolo tutto per sé, il Bologna ricaverebbe quanto che aveva preventivato a gennaio. Se non altro, il Bologna ha un punto fermo: la promessa che ha fatto a Pioli di non commettere l’errore della passata stagione, quando cedette Ramirez fuori tempo massimo costringendo l’allenatore a buttare a mare l’impostazione tattica che aveva dato alla squadra.
Si tratta di capire come il mercato considera Diamanti: come Ibra, Lavezzi, Higuain, Tevez, Falcao e Goetz, ovvero giocatori di prima fascia che sono i primi a cambiare casacca per consentire a chi li cede di reimpostare per tempo la squadra? Oppure un rincalzo di gran lusso al quale dedicarsi quando è chiuso il mercato dei big? A giudicare dalla prima offerta che ha fatto al Bologna (tre milioni più tutto Motta) vien da credere che quella plausibile sia la seconda ipotesi.
Fosse vera la prima, il Bologna potrà tentare di pareggiare i suoi conti e di intascare il denaro necessario per mandare a buon fine le altre operazioni (Gilardino e Kone soprattutto); nel secondo caso, il Bologna rischia di finire in affanno.
Di buono c’è che nelle ultime settimane Guaraldi ha lavorato per ricucire il suo rapporto con i soci. E la speranza è di arrivare alla chiusura dell’aumento di capitale con un’adesione più ampia di quella garantita dall’ultimo cda. Il <buco> a bilancio è di sei milioni e i conti sono presto fatti. Il Bologna cederebbe volentieri Diamanti a dieci per pareggiare i conti e per avere i quattro milioni (due e due) da girare a Preziosi e Corioni per i suoi giocatori <sospesi>. Ma se almeno quattro dei sei milioni necessari per sistemare il bilancio arrivassero dall’aumento di capitale, la questione si semplificherebbe notevolmente.
Prima di convocare (ammesso che lo faccia) la conferenza di fine stagione, capitan Diamanti andrà a parlare con i suoi dirigenti e con i suoi agenti: quando capirà che cosa bolle per lui nella pentola del mercato e quali sono esattamente le esigenze del Bologna, Alino deciderà che cosa fare o che cosa è meglio che faccia.
Come in ogni trattativa, cifre e toni del primo round non fanno testo. La Juve è stata bassa, il Bologna è rimasto in alto (dieci milioni cash). Sappiamo che ci saranno altri round, che la Juve alzerà un po’ il tiro e che probabilmente il Bologna abbasserà un po’ il suo. Non meno di sei più un buon giocatore, altrimenti in cassa, anche con la cessione di Sorensen, non rimarrebbero gli euro necessari per migliorare la squadra.
Il problema di fondo del Bologna è questo: vuole essere arbitro se non del suo destino almeno della sua estate, per garantire a Pioli un lavoro senza contrattempi. In realtà, la sua possibilità di muoversi rapidamente, sistemando al meglio i conti in sospeso, dipende da chi e in che modo vorrà ingaggiare Diamanti e Sorensen.