Fine stagione, tempo di bilanci. Ecco quindi, uno per uno, i voti a tutti i protagonisti rossoblù, divisi per ruolo e ordinati dal migliore al peggiore. Una sola premessa: io utilizzo solo voti pieni o mezzi, i più e i meno non li ho mai amati, fin dai tempi del liceo. Buona lettura…
PORTIERI
CURCI 6: arriva per fare il titolare ma i continui problemi muscolari ne condizionano pesantemente la stagione. Il suo rientro tra i pali a inizio febbraio coincide con il periodo di maggior crescita della squadra, alla quale offre decisamente più sicurezza rispetto ad Agliardi. Si blocca ancora nel finale. TORMENTATO.
STOJANOVIC 6: sei gol subiti all’esordio in Serie A, altri tre alla seconda apparizione, mazzate che potrebbero abbattere un toro. Il ragazzino però non si scompone e si mette in luce nelle ultime due partite, guadagnandosi il rinnovo fino al 2016 e il posto da vice per il prossimo campionato. Bene anche in Coppa Italia. PROMETTENTE.
AGLIARDI 5: titolare quasi per forza, dimostra di non essere tagliato per un ruolo così importante. Tanto reattivo e affidabile tra i pali, quanto sgraziato e dannoso nelle uscite. Troppe le gare perse a causa di un suo errore, inclusa l’incredibile sfida contro l’Inter nei quarti di Coppa Italia. INSICURO.
DIFENSORI
CHERUBIN 6,5: stagione di tutto rispetto quella del difensore veneto, che a 26 anni riesce finalmente a mostrare tutte le sue qualità e ad affermarsi ad alti livelli. Quasi sempre il migliore del pacchetto arretrato, sia da centrale che da terzino sinistro, sembra avere ancora notevoli margini di miglioramento. Una delle certezze da cui ripartire. CARDINE.
ANTONSSON 6,5: con Portanova fuori per squalifica e Natali infortunato, il vichingo si ritrova a vestire i panni del leader e mette la sua esperienza al servizio dei compagni di reparto. Qualche sbavatura di tanto in tanto, soprattutto nel girone d’andata, ma nel complesso il suo è un campionato positivo. SOLIDO.
SORENSEN 6: alterna prestazioni autoritarie, con interventi da difensore consumato, a prove più opache, con anticipi avventati e palloni regalati agli avversari. Il ragazzo si farà, perché il fisico è di quelli importanti e le doti tecniche non sono da meno, ma la strada per la completa maturazione è ancora lunga. ACERBO.
PORTANOVA 6: rientra in campo a dicembre dopo la squalifica per il Calcioscommesse e lo fa nel migliore dei modi, decidendo con un colpo di testa l’epico match con il Napoli. Sei apparizioni, inclusa una in Coppa Italia, con la solita personalità. Poi la cessione al Genoa con qualche frecciatina di troppo. IMBRONCIATO.
NALDO 6: esordisce da oggetto misterioso a San Siro con l’Inter e si fa valere. Nel turno successivo Vucinic gli ricorda che giocare in Serie A non è semplice, per un periodo torna a sedersi in panchina ma chiude con due ottime prestazioni contro Parma e Genoa. Nel complesso merita la sufficienza. INTERESSANTE.
GARICS 6: assolutamente rivedibile come tutti gli esterni di difesa rossoblù, un po’ troppo timoroso e impreciso. Strappa la sufficienza perché in fase di copertura è sempre molto applicato e perché quei pochi traversoni degni di questo nome che arrivano a Gilardino partono proprio dai suoi piedi. SCOLASTICO.
MORLEO 5,5: vale all’incirca lo stesso discorso fatto per Garics, probabilmente con qualche lode in più per la grinta e l’impegno che ci mette. Peccato che quasi tutte le sue irrefrenabili discese sulla fascia si concludano contro la schiena di un avversario, mentre i cross latitano. FRENETICO.
CARVALHO 5,5: gioca poco, quindi è difficile e forse ingiusto formulare un giudizio definitivo. A differenza del suo connazionale Naldo sembra però maggiormente timoroso e in difficoltà. RIVEDIBILE.
MOTTA 5: le rare volte in cui arriva sul fondo si esibisce in cross a dir poco sbilenchi. Le cose non vanno meglio in fase difensiva, dove dà sempre l’impressione di essere in affanno. Una sola cosa buona nella sua stagione, il gol del pareggio contro la Fiorentina al ritorno. L’erede designato di Christian Zenoni. FLOP.
ABERO 5: l’errore di fondo è considerarlo un terzino e continuare a schierarlo in quel ruolo, per il quale non è assolutamente tagliato. Considerando il costo del suo cartellino e un piede mancino piuttosto educato, sarebbe opportuno provare a recuperarlo almeno come esterno offensivo. SPAESATO.
NATALI N.G.: si infortuna gravemente al ginocchio a inizio ottobre e rientra solo all’ultima giornata.
RADAKOVIC N.G.: solo un paio di comparsate in Coppa Italia, peraltro positive.
CENTROCAMPISTI
KONE 7: a luglio non lo volevano a Brescia, ad agosto in molti storcevano il naso dopo il suo ritorno qui a Bologna. Il greco dal capello fluttuante e dai mille tatuaggi ha però saputo rispondere agli scettici con una stagione maiuscola, arricchita da sette gol, uno solo in meno di un certo Ramirez. E la sua rovesciata di Napoli resterà per sempre nella cineteca rossoblù. FUNAMBOLO.
TAIDER 7: di una sfumatura sotto a Kone solo per il periodo di appannamento che ha attraversato a metà stagione. Tante volte ‘orfano’ del fratello maggiore Perez, tiene comunque in mano le redini del centrocampo con la personalità di un veterano. Come si può pretendere di più da un ragazzo nato nel 1992? FUTURO.
PEREZ 6,5: spesso acciaccato, spesso in infermeria, spesso squalificato. Non la sua miglior stagione. Ma il Bologna con lui e il Bologna senza di lui sono comunque due cose diverse. Quando è presente sale in cattedra e detta legge, da vero leader. Speriamo resti con noi. PILASTRO.
KRHIN 6: al rientro dopo un bruttissimo infortunio, cresce alla distanza e si guadagna la fiducia di Pioli, che anche a causa delle tante assenze di Perez lo schiera in svariate occasioni. Più preciso, più disinvolto e più propositivo che in passato, i segnali che arrivano dall’ex pupillo di Mourinho sembrano essere finalmente confortanti. FOSFORO.
CHRISTODOULOPOULOS 6: pronti via, sbarca nel nostro campionato e fa esplodere il Dall’Ara decidendo il derby con la Fiorentina. Visto anche il suo cognome, in molti gridano al miracolo. Nella gare successive incontra maggiori difficoltà ma nel complesso si fa apprezzare per duttilità, diligenza e rapidità. DINAMICO.
GUARENTE 6: lento, impaurito, insicuro. Certo, all’apparenza è così. Ma non bisogni dimenticarsi il calvario attraversato da questo ragazzo, centrocampista di ottimo livello, negli ultimi due anni. Fa quello che può, ci mette tutto l’impegno possibile e riesce pure a segnare due gol tanto belli quanto importanti. LODEVOLE.
RIVEROLA 5,5: tra campionato e coppa gli vengono concesse giusto un paio di chance per mettersi in mostra, ma in ogni circostanza non riesce a confermare quanto di buono veniva detto su di lui. Lontano parente di Xavi, Fabregas, Thiago e compagnia blaugrana. FRAGILE.
PAZIENZA 5: a differenza di Riverola ha più possibilità di giocare ma non ne sfrutta nemmeno mezza. Palloni persi, falli inutili, passaggi sballati, il mediano che si era fatto tanto apprezzare tra Napoli, Firenze e Udine sembra sparito. Forse, ripartendo da zero e con una buona preparazione, potrebbe ritrovarsi. Visto il suo ingaggio, si spera. OMBRA.
PULZETTI N.G.: una stagione praticamente da spettatore.
PISANU N.G.: zero presenze prima di raggiungere Di Vaio in Canada a gennaio.
ATTACCANTI
DIAMANTI 7,5: sette reti in campionato, una in Coppa Italia, un quintale di assist e una tonnellata di colpi sopraffini. La novità è la fascia da capitano stretta intorno al suo braccio, la consuetudine è la classe instillata nel suo piede sinistro. Uno di quei campioni che contribuiscono a fare del calcio lo sport più bello del mondo. E ce l’abbiamo noi, intesi? LUCE.
GILARDINO 7,5: la storia del bomber smarrito che a Bologna ritrova la strada del gol, sulla scia di Signori e Di Vaio. Tredici violini di capitale importanza, nonostante i cross da queste parti siano merce rara. Implacabile rapace d’area di rigore, ancora oggi uno dei migliori in Europa nel difendere palla e far salire la squadra, campione dentro e fuori dal campo. SENTENZA.
GABBIADINI 6,5: dopo un avvio in sordina, Pioli lo inventa trequartista di sinistra e lui si immedesima perfettamente nel nuovo ruolo, disputando una buonissima stagione. Sette gol complessivi, alcuni assist, tanta corsa e tanta buona volontà, peccato solo per un finale un po’ anonimo. ELASTICO.
MOSCARDELLI 6: che mondo sarebbe senza Moscardelli? E soprattutto, quanto è dannatamente spettacolare la sua barba? Scherzi a parte, il buon Davide arriva sotto le Due Torri pieno di entusiasmo, si mette a disposizione del suo mentore Pioli e quando viene mandato in campo si dimostra utile alla causa. Anche da portiere. IDOLO.
PASQUATO 6: decisamente meglio da subentrante, con due reti di pregevole fattura, che da titolare. Due sigilli importanti anche in Coppa Italia. VIVACE.
GIMENEZ N.G.: non pervenuto.
PIOLI 7: fin dall’estate si ritrova a lavorare con una rosa profondamente diversa rispetto a quella con cui aveva ottenuto un inaspettato nono posto. Trovare la quadratura del cerchio non è cosa semplice e immediata anche per un allenatore bravo come lui, che infatti commette qualche errore ma nel momento più difficile della stagione dimostra di avere il pieno controllo della situazione, riuscendo a infondere sicurezza in tutto l’ambiente e a regalarci un’altra salvezza tranquilla. Uno di noi. CONDOTTIERO.
GUARALDI 5,5: tanti pezzi pregiati ceduti e non sostituiti adeguatamente. Tanta confusione anche su tematiche non strettamente inerenti al campo, come il nuovo centro tecnico. E, soprattutto, tante mezze verità raccontate ai tifosi. L’insufficienza non è di quelle pesanti perché si tratta di un signore calcisticamente inesperto che comunque da due anni mette soldi nelle casse del Bologna e lo mantiene in Serie A. Ma il discorso è sempre il solito, può una piazza come Bologna essere contenta di un tredicesimo posto? No, meritiamo di più. FORTUNATO.
ZANZI 5: nel suo caso l’insufficienza è più grave, perché un dirigente esperto e navigato come lui avrebbe dovuto consigliare e supportare il presidente in maniera decisamente migliore. Invece le sue scelte si sono rivelate quasi tutte sbagliate, sia sul piano tecnico che soprattutto sul piano economico. Per farsi perdonare gli servirà davvero un mezzo miracolo. CONFUSO.
TIFOSI 8: assistono a un’altra stagione senza infamia e senza lode, con le solite amarezze e qualche bella soddisfazione. Sempre e comunque al loro posto, con il sole e con la pioggia, col sorriso o con le lacrime. Calorosi, pazienti, fedeli, più innamorati che mai. UNICI.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]