Il Bologna parte male, ancora. Come nella passata stagione l’inizio di campionato è sempre faticoso, e di fatto mette i rossoblu nelle condizioni di cominciare ad handicap. Tutto molto diverso, almeno sotto il profilo del gioco, ma quella sensazione di fastidio permane. Con Bisoli l’esordio fu amaro e anche un pò sfortunato: 2 a 0 per la Fiorentina e un palo interno di Diamanti che nove volte su dieci entra, poi una sconfitta in casa contro il Lecce con il medesimo risultato, ma in questo caso con una squadra incapace di produrre anche il minimo in fatto di temperamento e gioco. Con Pioli l’atteggiamento è diverso, a Verona contro il Chievo una sconfitta, ma fino al momento della rete dei padroni di casa la squadra non aveva subito quasi nulla. Con il Milan è storia recente, discreto Bologna che è andato vicinissimo alla rete del vantaggio in due occasioni con Guarente, punita poi da un rigore inventato e da un errore clamoroso di Agliardi. Il risultato però non cambia, zero punti l’anno scorso, zero punti ora.
Se c’è da essere tutto sommato tranquilli perchè Pioli è una garanzia, e la squadra appare composta da giocatori che la serie A l’hanno vista e giocata a discreti livelli, resta l’amaro in bocca perchè due sconfitte di seguito restano tali. Al fastidio si aggiunge altro fastidio: lasciato partire Belfodil per ducentomila euro e autore del suo primo gol in serie A con il Parma. Non da meno Gillet, per il quale Guaraldi si è lasciato prendere dalla smania di incassare qualche spiccio e colpevolmente non lo ha reinvestito per acquistare un degno sostituto. Inconcepibile la cessione di Mudingayi per neanche due milioni di euro, e assurda la partenza di Ramirez al Southampton. Detto che è arrivato Gilardino che in solo mezz’ora contro i rossoneri ha dimostrato di essere un campione e che quasi certamente a gennaio sarà tutto rossoblu, i soldi di Gaston sono svaniti nel nulla, forse necessari a un ripianamento di debiti (se ci sono) o chissà per cosa altro. Il Bologna si salverà, ne siamo sicuri, non tutti possono permettersi giocatori come Gilardino, Diamanti, Pazienza o Guarente, ma il prossimo anno saremo da capo, con gente da riscattare e altri giovani pronti a essere ceduti al miglior offerente. Un nome a caso: Taider. Già oggi sappiamo partirà e non siamo dei maghi, sperando Radakovic non si metta troppo in mostra. Dipende da Marotta.
[Mario Sacchi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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