Ha avallato le scelte di una società allo sbando senza proferir verbo, dalla mancata permanenza di Gilardino alla partenza a pochi giorni dalla chiusura del mercato di Taider. Ha bocciato Toni, Marchionni e Grozav, quest’ultimo preferito al Churry Cristaldo. Qualcosa con Guaraldi si era rotto fin dai tempi della cessione del franco-algerino, da lì è stato un effetto domino. La squadra non più sulla stessa lunghezza d’onda, il “pastrocchio” Bianchi tolto a 5’ dal primo tempo e un conseguente scambio vivace di battute tra i due. Una barca che perdeva acqua da tutte le parti.
Inevitabile l’esonero ma andava messo in atto subito dopo la sconfitta interna con il Verona, un 1-4 clamoroso che aveva palesato chiaramente le difficoltà e i problemi del momento. Aver cambiato allora, probabilmente ora avrebbe consentito al Bologna una classifica più serena e un finale di stagione meno carico di tensioni.
Ballardini sta ripercorrendo la strada del miracolo Cagliari (perchè di miracolo si deve parlare avendo ancora negli occhi la miseria andata in scena nei mesi precedenti) ma con una rosa meno forte e privata del suo miglior elemento. Una sorta di pugnalata alle spalle (l’ennesima) da parte di Guaraldi la cessione a mercato concluso di Diamanti.
Non c’è però più tempo per pensare agli errori commessi, che per forza di cose si stanno ripercuotendo sull’attuale classifica. Si apre ora un mese che dirà se il tecnico romagnolo riuscirà a consegnare un finale di campionato senza affanni o se vi sarà da lottare fino alla fine. C’è un gioco, questo lascia ben sperare. Per uscire dai bassifondi della classifica basta davvero poco, il livello, là dietro, è mai come quest’anno mediocre. Il Bologna targato Ballardini può farcela ma niente sconti, a cominciare dal Sassuolo.
[Mario Sacchi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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