Le trattative per la cessione del club continuano ad essere tanto al centro dell’attenzione quanto ancora molto oscure. Si va avanti con le voci, l’ultima delle quali vorrebbe il patron Renzo Menarini intento a prendere in esame un’offerta non troppo lontana dai 30 milioni. Cosa c’è di vero?
Di vero c’è sotto i riflettori c’è poca roba e stamattina molti giornali cominciano a dire: caro geometra ci faccia sapere, perché non si può dire che il Bologna è un patrimonio della città solo quando si fa la campagna abbonamenti o quando si sventolano i bandieroni. Un’informazione è dovuta. Poi si capisce la riservatezza delle trattative e il diritto di una proprietà che detiene le azioni di svolgerle nel modo più riservato possibile.
Però c’è una tifoseria in ansia e in attesa ed è poi anche una tifoseria che, se vogliamo ragionare in termini cinici, è anche una clientela: e non è che il cliente si può prendere a pesci in faccia o sbattendo la porta sul muso quando si presenta alla bottega. Tutto questo sta emergendo con una certa nettezza, i giudizi dei giornali sono piuttosto secchi, stamani ma anche prima: decida un po’ cosa vuol fare, caro geometra, però c’è qualcuno da tenere informato. Poi c’è il problema che Menarini parla poco volentieri con i giornalisti – e in molti casi potrebbe valere anche le reciprocità – però qua c’è un lavoro da fare, sia da parte del proprietario del Bologna sia da parte dei rappresentanti della stampa. E quindi visto che c’è un lavoro da fare, sarò meglio farlo, turandosi il naso probabilmente, però tocca farlo.
Intanto sabato al Memorial Bulgarelli anche Colomba ha mandato un suo messaggio: no ai troppi giovani, e quindi alla troppa inesperienza e no alle cessioni tanto per fare cassa senza avere poi in cambio giocatori che effettivamente servono.
Colomba manda messaggi preoccupati perché lui come tutti ne sa poco di quello che sta succedendo, però il poco che vede non è confortante. Ed è che molti giocatori di qualità se ne vanno, nessun giocatore di qualità arriva, arrivano molti ragazzi. Poi dopo quando perderà le partite lo scemo del villaggio sarà lui, e quindi sta un po’ strepitando anche lui, a sua volta. Ripeto: qui bisogna sapere di che morte si morirà e quindi dal ‘sancta sanctorum’ sono pregati almeno di far sapere.
In attesa degli sviluppi societari, intanto, il mercato è bloccato sia in entrata che in uscita e anche le trattative che sembravano raggiunte, come quella con Baronio, adesso sono congelate.
Poi Baronio è stata la spia di tutto quello che non funziona, perché su Baronio son tutti d’accordo, allenatore, società, giocatore, procuratore. Bisognava solo mettere la firma, invece hanno detto: la firma la mettiamo poi più avanti, e non si capisce perché. E nel frattempo, chiunque sa che quando su un’azienda circolano voci preoccupate e preoccupanti, poi queste voci si ingrossano e tutto nuoce all’immagine di quella azienda. E quindi: il Bologna che non firma nemmeno Baronio, con il quale è d’accordo, chissà cosa farà, dunque tutti gli operatori di mercato sono molto cauti nell’accostarlo. Però evidentemente anche questo è stato messo in conto dai suoi proprietari.
E’ aperto anche il fronte dei giocatori che stanno dicendo no ai rinnovi proposti con una consistente riduzione dello stipendio, tra cui Adailton e Mingazzini, mentre qualche possibilità in più può esserci per Lanna. E’ un fronte anche questo indicativo.
Sì, è un fronte indicativo però bisognerebbe tenere conto anche di un contesto generale. Difficilmente il calcio garantirà i livelli di stipendio che ha garantito finora. Oggi c’è anche questa sparata del ministro Calderoli sui sacrifici: magari è infelice nella formulazione, però l’aria che tira è che il Paese dei balocchi balocchi ha un po’ meno balocchi da distribuire ai suoi ragazzi viziati. Io non so se un’offerta di un contratto ribassato si poi da considerare così offensiva: intanto un contratto è un posto di lavoro, e credo che aumenterà la disoccupazione anche tra i giocatori. Ci penserei bene, insomma, soprattutto se fossi un giocatore non più giovane e non bravissimo: professionisti più che decorosi, come sono molti giocatori del Bologna, però non hanno la fila dei corteggiatori. Loro evidentemente faranno i loro conti. Suppongo che Adailton, Mingazzini e Lanna, se rifiutano le offerte del Bologna, abbiano di meglio dove andare a parare. Però non so quanto questo meglio esista e quanto durerà. Sono valutazioni che faranno loro.
Per quanto riguarda Adailton, tra l’altro, un’altra annotazione: ci sarà da sostituire di fatto l’unico specialista nei calci piazzati. Verrà a meno uno con le sue caratteristiche.
Adesso il problema è metterne in campo undici, poi se c’è anche quello bravo a tirare le punizioni, meglio. Mi sembra che siamo in un mare oscuro in cui più che di parlare di caratteristiche dei giocatori bisogna parlare di numero dei giocatori disponili: e siamo ampiamente sotto il numero legale.
Tornerà a Bologna dopo un anno ad Ascoli Marco Bernacci: può valer la pena scommettere su di lui, vedere se magari un anno in B lo ha fatto maturare e crescere?
Bernacci è un giocatore che in B il gol lo fa, e questo è appurato. In A non lo ha fatto, ma anche perché c’era una densità di concorrenza piuttosto elevata. Poi non si è preso benissimo con l’ambiente, non ha dimostrato di essersi trovato nel posto giusto, né chi lo ha seguito lo ha fatto con molto affetto e simpatia: e quindi ha questa recente esperienza che lo ha un po’ ammaccato. Però questo non esclude che sia riproponibile. A meno che non sia riproponibile per forza, perché di meglio non c’è e quindi bisognerà farselo piacere. Il nodo Bernacci è tutto lì: se c’è di meglio, credo sia meglio procedere con il meglio, ma se non c’è di meglio, viva Bernacci.
[Cinzia Saccomanni – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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