Bologna, il punto: Pioli non rischia

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E Pioli non rischia? Sembra di no, sembra che l’allenatore del Bologna goda dell’immunità, che se ne possa stare al riparo dalla solita tiritera dell’esonero sì, esonero no. Dopo aver collezionato sei sconfitte su nove partite, bisogna pur domandarsi che cosa tenga, almeno per ora, Pioli al riparo dal rischio di lasciare la panchina.

Uno: finchè fra i dirigenti prevarrà l’autocritica sul desiderio di scaricare le colpe di una squadra nata senza un <verso>, è evidente che Pioli non arriverà in cima alla piramide dei responsabili.

Due: il pubblico ha già fatto la classifica dei colpevoli che, probabilmente, vede i dirigenti al primo posto, i giocatori al secondo e soltanto al terzo l’allenatore. Altrimenti non si spiega come mai nessuna componente della pubblica opinione si guarda bene dal puntare l’indice su Pioli.

Tre: prima di minare il terreno sotto i piedi di Pioli, gli stessi dirigenti, cui tocca l’ultima parola, ci penseranno su tante volte e, probabilmente, alla fine, non lo faranno. Perchè il tecnico rappresenta una certezza e il Bologna non si può proprio permettere di privarsene, meno che mai ora che appunto le cose non vanno per il verso sperato. In società si sta defilando Zanzi, accusato dai dirigenti di essere il primo responsabile di una campagna acquisti che non ha seguito un filo logico e soprattutto ha disatteso le linee guida del Bologna, che voleva ispirarsi più ai giovani che ai veterani e che voleva ridurre il tetto degli ingaggi.

Pioli invece è considerato da tutti un ottimo allenatore, uno di quelli destinati a fare carriera. Se alla fine della passata stagione la priorità era garantirsi la sua permanenza, dopo pochi mesi non è saggio indicarlo come la causa di tutti i mali. La società non può adesso sciacquarsi la coscienza con un esonero tutto sommato <facile>, sarebbe un modo per infilare la testa sotto la sabbia. Anche perchè dei giocatori indicati in estate dal tecnico non ne è arrivato nessuno. Come dire: la squadra la facciamo noi, le colpe se non rende sono le tue. Troppo facile.

In coda a tutto ciò, va ovviamente detto che il bonus dell’allenatore non è infinito. Perchè il Bologna non è più la squadra dello scorso anno certo, ma non vale neppure l’ultimo posto in classifica. Quindi, mercoledì il Bologna gioca con la Juve e il pensiero comune è vada come vada. Ma la domenica successiva arriva l’Udinese e lì sarebbe meglio che andasse come è necessario che vada.

[Sabrina Orlandi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]