L’ultimo report Instat Data segnala che il Bologna è stata la terza squadra in serie A per numero di attacchi (più di Napoli, Juventus, Milan e Roma), la decima per tiri (appena sotto la Juventus, più del Napoli), di nuovo la terza per velocità d’azione degli attaccanti (ovvero la quantità di azioni in attacco riuscite in un minuto di possesso palla – dato ancor più significativo, questo, perché il Bologna è la quartultima squadra del campionato proprio nel possesso palla). Eppure tutto ciò non basta per segnare un gol. Dieci partite su venticinque sono state chiuse senza segnare, e solo due di queste hanno portato punti (contro Chievo e Lazio). Il problema del gol è l’ultima porta da abbattere per cercare di rimanere aggrappati alla serie A. Che i gol fatti siano più importanti di quelli subiti lo dimostra la storia recente, compresa quella del Bologna che finì in B con la quarta migliore difesa del campionato, ma col secondo peggior attacco.
A retrocedere, quasi certamente, in serie B sono gli attacchi sterili, senza idee. Vedere gli ultimi tre campionati per credere: il Pescara dello scorso anno proponeva come migliori marcatori la coppia Caprari-Weiss (9 gol in due), il Siena Emeghara- Calaiò (11 gol). L’anno precedente il Cesena mandava in gol solo Mutu (8) e Santana (3), mentre il Lecce smentiva questi numeri proponendo una buona coppia Di Michele-Muriel (18). Ma non bastò. Il Novara, però, confermava di nuovo la regola: Meggiorini-Rigoni (10) non sono bastati a salvare i piemontesi, che pure raccolsero 32 punti, smarcandosi dall’immagine di squadra materasso. Guarda caso, 32 è la stessa proiezione punti del Bologna di oggi, che marcia alla media di 0,84 punti a partita (la stessa, peraltro, che vigeva al momento dell’esonero di Pioli). L’inversione di tendenza, dunque, se si è vista, è stata solo negli atteggiamenti in campo, non nella produttività. Il Bologna quartultimo lasciato da Pioli è lo stesso di oggi con Ballardini. Lo dicono i numeri, oltre che la classifica. Poi che quel clima di disarmo che si respirava a fine 2013 oggi non si riproponga più, è un fatto sicuramente confortante. Ma andrebbe accompagnato urgentemente dai gol. Cristaldo-Bianchi, oggi, sono la coppia d’attacco più afasica dell’ultimo decennio rossoblù e di tutta la serie A.
Non esiste squadra, nell’attuale campionato, che mandi in gol il proprio capocannoniere meno di quattro volte. Ci riesce solo il Bologna, che ha in Kone il suo ariete. Non è nemmeno un attaccante, con Ballardini non ha ancora legato e a giugno chissà che fine farà.
[Luca Baccolini – Fonte: www.zerocinquantuno.it]