Cosa si può dire ai rossoblù oggi? Niente, o quasi. Prestazione generosissima dinnanzi a un avversario nettamente superiore, messo comunque sotto in avvio di entrambe le frazioni di gara. Prestazione però macchiata dalle solita amnesie difensive e dalla scarsa vena realizzativa di tutti i componenti del reparto offensivo.
Bologna che parte bene, dicevamo, si rende più volte pericoloso con Diamanti e Gilardino ma non trova il vantaggio. Dall’altra parte però basta un Ranocchia qualsiasi (con tutto il rispetto, trattandosi di un buon difensore con notevoli capacità nel gioco aereo) per mandare in tilt tutta la difesa e vedere la rete della porta difesa da Agliardi gonfiarsi. Al 21’ il centrale nerazzurro fa le prove generali sfuggendo in area ad Antonsson e incornando a lato di pochissimo un corner di Cambiasso, mentre al 26’ anticipa ancora una volta di testa il suo dirimpettaio svedese e supera il portiere felsineo con un preciso pallonetto. Adesso andate a raccontare in giro che stava giocando meglio il Bologna.
Il copione si ripete uguale identico all’inizio del secondo tempo, con i padroni di casa che spingono sull’acceleratore, si rendono pericolosi (bella combinazione Gilardino-Gabbiadini al 47’) e come premio ricevono in cambio il gol dello 0-2. Al 52’ infatti Palacio affonda sulla destra come una lama nel burro (Pazienza, già ammonito, pensa bene si scansarsi completamente dalla sua traiettoria) e mette in mezzo per l’accorrente Milito che a porta sguarnita raddoppia. Adesso potete anche smetterla di raccontare in giro che stava giocando meglio il Bologna, tanto non ci crede nessuno.
La reazione degli uomini di Pioli è comunque apprezzabile e culmina nella rete di Cherubin al 58’, quando il difensore vicentino gira in rete un perfetto cross dalla destra di Diamanti anticipando Handanovic. Meritato, incredibilmente meritato, partita riaperta. No, partita riaperta proprio no. L’Inter, da squadra esperta e furba quale è (doti che certamente non ti possono mancare per giocare e vincere ad alti livelli), si accorge che il Bologna sta prendendo sempre più campo e coraggio, e che è quindi arrivato il momento di spezzare il ritmo forsennato degli avversari. Ci pensa ancora Palacio, che si finge morto per circa tre minuti d’orologio all’altezza della trequarti offensiva, bloccando il match e facendo infuriare tutta la panchina rossoblù. Pioli viene espulso, forse perché aveva semplicemente chiesto a gran voce che si potesse ricominciare ad assistere a una partita di calcio e non a una sceneggiata, e con lui il vice di Stramaccioni Beppe Baresi. Poi succede che all’improvviso Palacio torna in vita, il gioco riprende e l’ex genoano serve a Cambiasso l’assist per il tocco sotto che vale il 3-1. È il 63’ e, vista anche l’ora solare, scende la notte sul Dall’Ara.
Nel finale entrano il redivivo Krhin, il casinista Kone e l’idolo delle folle Paponi, la squadra corre, si sbatte e prova a tornare nuovamente nel match ma ormai non c’è più niente da fare. Al triplice fischio di De Marco le telecamere di Sky Sport pensano bene (o male, a seconda dei punti di vista), di inquadrare il nostro pacioso presidente stravaccato in tribuna, tanto per infondere un’altra buona dose di ottimismo in tutti i tifosi felsinei. Sesta sconfitta in nove gare, dieci gol fatti e quattordici subiti, terz’ultimo posto in classica in compagnia di Chievo e Palermo (persino la corazzata Pescara ne ha uno in più di noi) soltanto perché il Siena, ultimo, porta con sé il fardello della penalizzazione. Lui, a vederlo, sembra tranquillo, voi come vi sentite?
Mercoledì c’è la nostra simpatica amica Juventus da affrontare a Torino, probabilmente senza mister Pioli in panchina (non per un possibile esonero, ci mancherebbe altro, ma appunto per l’espulsione rimediata oggi) e sicuramente senza Diamanti (diffidato e ammonito). Insomma, tutto facile. Se non altro i bianconeri hanno già rubato talmente tanto oggi a Catania che viene difficile pensare possano fare di peggio fra tre giorni, ma con la Vecchia Signora tutto è possibile. La mia sensazione è che dopo un periodo troppo brutto per essere vero, con la squadra apparentemente avviata verso il baratro della retrocessione, il destino abbia in serbo qualcosa di buono per noi. Chissà, forse tutta questa sofferenza si è resa necessaria per produrre un’impresa storica in grado di far svoltare un’intera stagione. Del resto, sperare non costa nulla, ne sarà felice anche Guaraldi.
TABELLINO:
BOLOGNA (4-3-1-2): Agliardi; Garics, Antonsson, Cherubin, Morleo; Taider, Pazienza (30’ st Krhin), Guarente (36’ st Kone); Diamanti; Gabbiadini (30’ st Paponi), Gilardino. A disp.: Lombardi, Stojanovic, Abero, Carvalho, Motta, Sorensen, Pasquato, Pulzetti, Riverola. All.: Pioli
INTER (3-5-2): Handanovic; Ranocchia, Samuel, Juan Jesus; Zanetti, Gargano (44’ st Pereira), Mudingayi, Cambiasso, Nagatomo; Palacio (35’ st Alvarez R.), Milito (22’ st Cassano). A disp.: Belec, Castellazzi, Jonathan, Silvestre, Guarin, Livaja. All.: Stramaccioni
Arbitro: De Marco di Chiavari
Ammoniti: 15’ pt Mudingayi (I), 24’ pt Pazienza (B), 6’ st Diamanti (B), 23’ st Gargano (I), 33’ st Juan Jesus (I), 44’ st Morleo (B)
Espulsi: 16 st’ Pioli (B), 17’ st Baresi (I)
Reti: 26’ pt Ranocchia (I), 7’ st Milito (I), 13’ st Cherubin (B), 18’ st Cambiasso (I)
Recupero: 0’ pt, 5’ st
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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