La Juve è arrabbiata, non ci sono dubbi. Il Bologna sta in stand by e non è ben chiaro se, sotto sotto, speri che il muso della Signora si stemperi presto in un bel sorriso o se, nel frattempo, se n’è già fatto una ragione. Una certezza: non c’è bolognese che non speri di veder naufragare questa storia che ha sempre più il sapore del sottile ricatto.
Succede, quando ci si mette sulla scia dei potenti che questi pensino di fare il bello e il cattivo tempo. Signor Guaraldi e signori soci del Bologna, prima ancora di risolvere la questione Diamanti, prima ancora di pensare se servirebbe Sorensen e setogliere Pasquato, in crescita, dalle cure di Pioli sia un peccato, tenete sempre aperto il libro che racconta l’epopea rossoblù e, subito dopo aver fatto questo, sbattetevene beatamente i (omissis) dell’umore della Juventus.
Non c’è niente di peggio della libertà condizionata, non c’è niente di peggio del braccialetto elettronico che segue i movimenti di chi non ha facoltà di andare dove crede. La povertà è molto meglio del clima di sottile ricatto che si è creato nei mesi scorsi, quando il Bologna, con Pioli in prima linea, ha stabilito che sarebbe stato arbitro della sua stagione. No all’alto minutaggio dei giocatori di casa Juve, se concederglielo non era funzionale alla strategia tecnica. Giusto così. Avanti così.
Ti prestano i giocatori e ti chiedono interessi esorbitanti. Volevano che Gabbiadini facesse la prima punta, perché gli faceva comodo capire come se la cavava in quel ruolo? Problemi loro. Volevano che Pasquato avesse più opportunità di mettersi in mostra? Che se lo tengano loro e lo facciano giocare come e quando vogliono o chiedano ad altri di essere le loro cavie. Hanno il culo dritto adesso e si fanno beffe delle pene rossoblù spedendo il loro capitano (Buffon) e il loro vice (Chiellini) a fare allusioni sul futuro di Alino? Che sgancino dieci milioni e se lo prendano, senza tante manfrine. Siete ricchi? E allora fate i ricchi, sbocciate, comperate a suon di quattrini, fate come i russi del gas, andate da Gucci e da Prada e saccheggiate i negozi e non rompete l’anima a chi ha la bancarella al mercatino. Le fusioni nel calcio non esistono. Non ancora, per nostra fortuna. Quella è roba per banche e assicurazioni, non per la passione, non per il cuore, neppure per quello rossoblù che è vecchio e ha le extrasistole.
Diamanti: sarebbe meglio di no, che non se lo prendessero, ma il senso della discussione, in questo caso, è un altro: meglio non avere la capra piuttosto che sopportare quel cavolo di prosopopea che emerge al momento di rinnovare gli accordi. Vuoi che dalla tavola imbandita piova qualche briciola per te poveraccio che osservi con attenzione il pavimento? Allora ti conviene stare buono e ascoltare di che cosa abbiamo bisogno. Due mondi: i ricchi di sopra, i poveri di sotto. Che tristezza. Bologna non è mai stata così. Unica, a sé stante. Né superiore né inferiore alle grandi città. E’ Bologna, punto e basta. Speriamo che tale rimanga.
É possibile che il nostro club si affranchi da tutto questo, che brilli di luce propria, che si tenga ben stretto un allenatore che non sbava per andare in una grande e che aiuti il Bologna a raccogliere le sue forze e a darsi connotati precisi, senza la necessità di pensare se vestendosi o truccandosi o pettinandosi così piaccia abbastanza a qualcuno? A se stesso deve piacere il Bologna. In qualunque categoria sia, chiunque lo guidi, che il suo conto corrente sia quello che sia. Basta che, nel bene o nel male, sia il Bologna a vincere o a perdere.
Poi, certo, si discute di come si perde e di come si vince, ma guai se sorrisi e amarezze fossero indotti da altri. La storia del Bologna deve essere la <sua> storia e che a nessuno sia concesso di scriverla al suo posto, che nessuno possa pensare chissenefrega se il Bologna perde una partita in più: l’importante è che abbia fatto bene il compito che altri si aspettano di leggere.
Corioni, Menarini, Gazzoni (epilogo beffardo) e ora Guaraldi: tutti si sono fatti circuire, convinti com’erano di non poter fare altrimenti, convinti che che avere un alleato forte li avrebbe messi al riparo da qualche contraccolpo. Erano tutte pie illusioni: nessuno ci ha guadagnato nulla e Gazzoni addirittura ci ha rimesso la serie A e la sua serenità.
Piuttosto che essere il presidentino che sboccia con i soldi degli altri, è meglio non essere proprio.
Caro e vecchio Bologna, fai con quello che hai, per poco che sia. Ma fai con dignità, a testa alta, con rigore e professionalità e manda a quel paese i coloni, che sono roba di qualche secolo fa. Per tutto l’inverno il Bologna ha recitato un ruolo che la Juve non credeva che potesse reggere. Adesso deve completare l’opera. Che senso avrebbe fari i ‘grossi’ in inverno e calare le brache in estate?.
[Redazione Zero Cinquantuno – Fonte: www.zerocinquantuno.it]