A – Allenatori. Tre, quelli che nel 2011 si sono seduti sulla panchina del Bologna, più altri papabili. Si parte con Malesani: con lui una salvezza nell’anno che poteva essere quello del fallimento, ma anche un finale di stagione da dimenticare. L’estate porta qualche colloquio per sondare il terreno
(vedi alla voce Sannino) e poi la decisione di puntare su Pierpaolo Bisoli, bolognese con il tifo rossoblù nel curriculum. Semplicemente non funziona: i pezzi del puzzle non si incastrano. C’è l’inarrivabile Rossi tra le ipotesi, si va a cena con Ballardini, che poi alla fine dice no. Ecco Pioli, allora, con il quale arriva la svolta per la squadra ma anche, ora, la necessità di riprendere un cammino interrotto da due sconfitte consecutive.
B – Buste. Il 2011 è anche l’anno dell’errore nella compilazione della busta di Emiliano Viviano nel risolvere la comproprietà con l’Inter. Pasticcio rossoblù e il numero uno torna in nerazzurro, con tanto di allontanamento dell’ex direttore generale Stefano Pedrelli.
C – Casa. Mica tanto amiche, per un bel po’ di tempo, le mura del Dall’Ara. Per dire: tra la vittoria contro il Palermo per 1-0 (19 febbraio) e quella contro l’Atlanta per 3-1 (30 ottobre) sono passati poco più di otto mesi.
D – Direttori sportivi. Ma forse sarebbe meglio chiamarli consulenti di mercato. Tre, di fatto, anche in questo caso, quelli ‘a referto’ nel 2011. In estate si separano le strade con Carmine Longo e arriva Salvatore Bagni, che ha dalla sua una vasta conoscenza del calcio a 360°. Ma anche a colpa, secondo la società, di aver parlato pubblicamente di conti non floridi e aver fatto spendere troppo per la procura di Antonsson. Redini al direttore generale Roberto Zanzi, allora: sarà lui, almeno per ora, ad occuparsi di mercato, insieme al presidente Guaraldi.
E – Equilibri. Quelli in società, a volte, hanno dato l’impressione di poter vacillare. Restano da decifrare le intenzioni di Massimo Zanetti per il futuro, e recentemente dopo qualche polemica più o meno accesa, c’è stato il passo indietro del vicepresidente Maurizio Setti, che ha rimesso il mandato di responsabile dell’area tecnica.
F – Filotto. Quello di risultati negativi che ha accompagnato il finale dello scorso campionato. Il 2 aprile, arriva il ko con il Brescia, seguito dalle sconfitte con Napoli, Chievo, Cesena e Milan. Quindi due pareggi (Parma e Fiorentina) prima del cappotto finale: 4-0, al Dall’Ara, dal retrocesso Bari.
G – Gaston Ramirez. Ha fatto vedere, nello scorso campionato, tutto il suo potenziale. Poi la sua è stata l’estate del presunto mal di pancia e del desidero di spiccare il volo verso altri lidi: me ne voglio andare, anzi no, Bologna te quiero, non ho mai detto di voler essere ceduto. E’ stata anche l’estate in cui gli è stata appiccicato addosso il prezzo: vale 10, anzi facciamo 15, il suo valore aumenta di giorno in giorno, ascolteremo il miglior offerente, macché, è incedibile. E parte così la trattativa per il rinnovo del contratto, con la firma che arriva il 2 novembre. Contratto prolungato di un anno, stipendio ritoccato, bonus inseriti: con tanto di richiesta di mettere anche un premio in caso di arrivo in zona Champions, giusto per far capire di che pasta è fatto il Nino. Che nelle ultime settimane ha fatto capire di non essere solo classe: giovando insieme a Diamanti può liberare il suo talento ma non deve trascurare il sacrificio: si sta adattando. E ora deve anche sconfiggere gli acciacchi alla schiena.
H – Ovvero gli ormai famigerati pass. La primavera-estate 2011 è quella dell’inchiesta sull’utilizzo dei pass disabili, che vede coinvolti diversi giocatori rossoblù.
I – Interditori. Leggi Mudingayi e Perez. Sarà stato per la presenza dei piedi buoni di Ekdal e Della Rocca, ma lo scorso anno il dubbio sulla loro presenza contemporanea in campo era appena appena accennato. Le scorse settimane hanno invece portato un dubbio più acceso: ma due mediani come loro, bravi entrambi soprattutto nel ruolo davanti alla difesa, possono coesistere? La risposta è poi arrivata quasi da sola: prova tu, a decidere di chi privarsi così a cuor leggero. E allora avanti con le prove e con i possibili cambi di modulo per poter contare sempre sull’efficacia della Diga.
L – La prima e l’ultima. Per il Bologna, il 2011 inizia e finisce al Dall’Ara. La prima dell’anno contro la Fiorentina è terminata 1-1 con le reti di Di Vaio e Santana. L’ultima è stata la sconfitta per 2-0 con la Roma, con le reti di Taddei e Osvaldo.
M – Marco Di Vaio. Per tre anni di fila è stato l’artefice delle salvezze rossoblù. Poi la primavera porta con sé la vicenda dei pass, il Nettuno d’oro assegnato e poi restituito, il rinnovo del contratto (a lui e solo a lui) che pare provocare qualche malumore in spogliatoio e l’estate qualche riflessione sul suo futuro in rossoblù. Il nuovo campionato non inizia nel migliore dei modi, Di Vaio non si sblocca e continua a rimanere a digiuno di gol. Poi la rete su rigore sul finire del primo tempo del match con l’Atalanta. Penalty pesantissimo, e Di Vaio non sbaglia. Sembra la fine dell’incubo, ma non è ancora così. Servirà ancora qualche giornata, e serviranno i gol con Cagliari, Siena e Milan (oltre al modulo che lo vede unica punta) per far dire che il capitano, che intanto ha superato i 200 gol in Italia, è tornato.
N – Numeri. Trentanove sono i punti conquistati dal Bologna nell’anno solare 2011. Che vede questa classifica: Milan 80, Inter 79, Udinese 75, Lazio 63, Napoli e Juventus 61, Roma 58, Genoa 51, Fiorentina e Palermo 50, Catania 47, Parma 46, Chievo 45, Cagliari 43, Cesena 40, Bologna 39, Lecce 35.
O – Organico ampio. 33i giocatori in gruppo, con l’obiettivo dichiarato di togliere alla rosa poco meno di dieci petali durante il mercato di gennaio. 24-25 giocatori è il numero richiesto espressamente da mister Pioli.
P – Presidenti. Da Zanetti a Guaraldi passando per Pavignani. Mister Segafredo è tra i protagonisti del salvataggio del club e ne assume la presidenza. Vengono però messe all’indice qualche suo atteggiamento e la scelta di qualche suo uomo di fiducia. Il passo indietro di Zanetti arriva quasi subito: resta come socio, ma non più come presidente. Sulla sedia del numero uno si siede allora Marco Pavignani, che poi a inizio primavera lascia il posto ad Albano Guaraldi.
Q – Quarantadue. I punti conquistati alla fine della scorsa stagione. Sarebbero 45 senza la penalizzazione di tre punti. Anche quest’anno, la soglia dei 40 viene ritenuta quella della tranquillità.
R – Regista. E’ ormai da anni la lacuna principale del Bologna e nemmeno il 2011 lo ha portato in dote. La quantità è garantita (Mudingayi e Perez) la corsa non manca (Pulzetti e Kone), ma lì in mezzo un costruttore vero di gioco è assente. A dire il vero quelle doti sarebbero nel dna di Krhin, che però non riesce a trovare spazio.
S – Salvezza. Sempre lei, ancora lei, è ormai l’obiettivo rossoblù da anni a questa parte. Nello scorso campionato sembrava cosa fatta già a marzo, poi il filotto negativo del finale di stagione non ha compromesso la permanenza in serie A ma ha aggiunto un bel po’ d’amaro in un campionato che, nonostante tutto, avrebbe dovuto e potuto essere più dolce. Oggi, il Bologna sarebbe virtualmente salvo. Ma, come ha ricordato anche recentemente mister Pioli, il cammino è ancora lungo e davanti ci sono 4 mesi e mezzo da affrontare a testa bassa.
T – Trequarti. Il mercato estivo ha portato in dote Alessandro Diamanti, fantasia, estro e talento allo stato puro, più un sinistro con cui fa ciò che vuole. Si apre subito l’interrogativo: e con Ramirez come la mettiamo? Bene, grazie: tutti e due in campo a suggerire per capitan Di Vaio e passa la paura.
U – Uruguay. Se la prima pelle del Bologna è a tinte rossoblù, non c’è dubbio che la seconda sia a tinte celesti. Quattro gli uruguagi in rosa (se n’è andato Britos, è arrivato Rodriguez) e un trionfo estivo che parla anche un po’ bolognese. Diego Perez e il suo Uruguay si aggiudicano la Coppa America.
V – Vittorie. Quattro quelle conquistate nel campionato 2011-12, insieme a 3 pareggi e 9 sconfitte. Il nuovo anno, a quota 15 punti, riparte da qui.
Z – Zeroadue. Perché ci sono risultati che per i tifosi rossoblù vanno detti così, tutto d’un fiato. E ci sono date che resteranno: 26 febbraio 2011. Erano 31 anni che il Bologna non batteva la Juve a domicilio. Nel 1980 ci aveva pensato Adelmo Paris, nello scorso campionato la doppietta di Di Vaio ha aggiornato la storia.
[Cinzia Saccomanni – Fonte: www.zerocinquantuno.it]