Lunga e interessante intervista a Carmine Longo da parte del collega Alessio Alaimo di tuttomercatoweb: “A gennaio avevamo deciso di non fare nulla. O meglio, volevamo Kozak che non ci hanno dato e così non abbiamo fatto altro”. La vittoria con il Catania ha dato grande serenità: “Grande
serenità è una parola grossa. Diciamo che ci ha dato fiducia. La serenità viene solo a cose fatte. E’ una partita molto insidiosa. Le gare sono tutte difficili, questa lo è ancora di più perché la Sampdoria sarà arrabbiata. Hanno ceduto Pazzini e Cassano con il quale s’era rotto il feeling.” Per quanto riguarda la nomina di Pedrelli: “Pedrelli al di là dell’incarico è una colonna di questa azienda. E’ un riconoscimento importante e legittimo, ma di fatto lo era già per il grande lavoro che svolgeva”. Capitolo Baraldi: “Non ho mai fatto riunioni tecniche con Baraldi.
Le divergenze ci possono essere se c’è un confronto, ma con lui non mi sono mai confrontato dal punto di vista tecnico. Baraldi non aveva il potere di dire no all’operazione Federico Rodriguez. Per Viviano devo ancora parlare con l’Inter alla quale abbiamo chiesto un mese di tempo. I discorsi li riprenderemo da fine febbraio, anche perché attorno a Viviano ci sono state delle voci incredibili spesso inesistenti. Il procuratore ha tutti gli interessi a vendere e il Dottor Baraldi e qualcun altro a suo tempo avevano interesse a vendere e incassare. Ma la verità è che lì c’è Julio Cesar. Noi non faremo lo scendiletto dell’Inter, ma dobbiamo fare i nostri programmi. Se Viviano interessa che lo prenda, altrimenti non siamo disponibili ad eventuali cambi.
A marzo definiremo tutte le comproprietà perché la società ha intenzione di definire tutto il prima possibile”. Il futuro: “Per fare i contratti bisogna essere sempre in due. Io e Malesani non andiamo a braccetto, ma sono due contratti diversi. Può darsi che io rinnovi e lui no o viceversa. Sono discorsi che andremo ad affrontare a salvezza acquisita. Noi vorremmo procedere quando arriveremo a 36-37 punti. Ne abbiamo 29 e quindi vedremo. Siamo tesserati del Bologna e quando uno è tesserato deve assolvere al meglio il proprio compito fino alla scadenza del proprio contratto. Senza soldi abbiamo dimostrato di saper lavorare con intensità. Professionalmente uno deve onorare il contratto comunque, quindi facciamo la nostra parte come se dovessimo lavorare altri vent’anni per il Bologna”.
[Redazione Zero Cinquantuno – Fonte: www.zerocinquantuno.it]